Una rubrica, Ultra Slow Mo, originariamente nata per raccontare ciò che nessuno racconta, in modo particolare, del dietro le quinte delle produzioni televisive degli eventi sportivi.
Avendo avuto lo scorso 21 gennaio la possibilità di trascorrere un po’ di tempo con la squadra che ha curato la produzione televisiva di Bologna-Borussia Dortmund di Champions League, penso possa essere interessante spiegare una piccola parte di ciò che accade nelle ore che precedono il calcio d’inizio (LEGGI QUI LA PUNTATA DEL DIETRO LE QUINTE DI BOLOGNA-MONACO).
Un meticoloso lavoro che il grande pubblico a casa non ha la possibilità di vedere, e i cui “risultati”, purtroppo, vengono “nascosti”, almeno alle nostre latitudini, dai (tanti, lunghi e troppi) spazi pubblicitari che precedono l’inizio della partita.

Quando mancano più di 4 ore al momento in cui il direttore di gara darà l’inizio alle ostilità, allo stadio Dall’Ara di Bologna si lavora alacremente (così come nelle ore e nel giorno precedente) per curare ogni dettaglio del racconto dell’ingresso in campo delle due compagini.
Rilevante lo stuolo di mezzi di ripresa a disposizione del regista host (cioè quello cui è affidata la “regia internazionale”) della serata Giorgio Galli (un Amico della rubrica che ci venne a trovare nella puntata numero 50), il quale si sofferma a lungo con gli operatori di due camere, la n. 4 (cioè la steadycam a cavo che avrebbe operato sotto la tribuna sulla sinistra) e la n. 5, (cioè la steadycam a RF che avrebbe lavorato sulla parte destra), entrambe affidate a due operatori di ripresa altamente specializzati a utilizzare questo tipo di telecamera, ossia Giancarlo Leggeri e Roberto Marabitti.
Sono momenti in cui si dialoga, in cui c’è un continuo scambio di idee alimentato dalla pluriennale esperienza nei rispettivi settori, finalizzato a proporre qualcosa di particolare, diverso dal “solito” racconto dell’ingresso in campo delle squadre: un qualcosa possibile grazie alla decennale specializzazione del regista e di operatori di ripresa come quelli al mio cospetto.
Ci sono due steadycam (una delle quali, la 4 che è “limitata” dal collegamento a cavo, di cui, per ovvie ragioni, occorre tenere conto, non foss’altro perché meno cose ci sono in mezzo in un momento come l’ingresso in campo, meno rischi si corrono, e meno fastidio si da) e ci sono un paio di scene da raccontare, con tutte le stringenti limitazioni imposte dal regolamento per le produzioni audiovisive di UEFA.
Si vuole far vedere l’attesa dei giocatori in procinto di entrare su di un terreno di gioco, contorniato da un “muro giallo” e da una coreografia messa a punto dai tifosi della squadra di casa: in modo particolare si vuole dare risalto alle emozioni che palesano dai volti dei calciatori.
Ma nel contempo, si vuole cercare di calare il telepcsportdipendente in quel particolare contesto, dalla prospettiva di chi sta scendendo in campo.
E allora si decide di mandare l’operatore della 4 dentro il tunnel, di spalle al terreno di gioco, che riprende la squadra arbitrale e i giocatori fino a quando salgono i primi gradini che li portano sul campo per destinazione.

L’operatore della 5, invece, precede di qualche secondo l’ingresso in campo delle squadre, partendo dal tappeto blu che sarà calpestato dai giocatori, passando sotto l’arco e girando intorno al pallone per riprendere la presa della palla da parte dell’arbitro.

Il tutto viene provato grazie ad alcuni addetti ai lavori (tra cui anche il sottoscritto) che simulano l’ingresso sul terreno di gioco, una simulazione che avviene prima di ogni partita di Champions League alla quale, questa volta, ho avuto la possibilità di assistere, da protagonista, in prima persona.
Dopo la “presa palla”, il regista staccherà sulle altre camere fisse, per consentire agli operatori della 4 e della 5 di posizionarsi in vista dell’inquadratura successiva loro richiesta: Giancarlo Leggeri deve infatti seguire le due file dei titolari mentre camminano verso il centro del campo, mentre Roberto Marabitti deve correre (con addosso una steadycam di un peso superiore a 25 kg) verso la linea mediana del campo, dove c’è un ragazzo che lo aspetta con un pallone in mano.
Verrà difatti mandato in onda quando i giocatori si avvicineranno al centro del campo, per far vedere il pallone in primo piano, i calciatori che camminano e, sullo sfondo, la coreografia dei tifosi di casa.
Tutta la scena, preparata in maniera meticolosa, purtroppo, però, a casa non verrà vista.
Un vero e proprio peccato.
Tuttavia, avendo l’opportunità di sedere in cabina di regia, ho la possibilità di vederla e, nel contempo, di filmarla per condividerla con i lettori di Ultra Slow Mo.
Se uno avrà la pazienza di vedere il filmato potrà vedere con i propri occhi ciò che ho cercato di raccontare con le mie parole, avendo cura di guardare (all’interno della monitoria) il monitor in basso a sinistra (relativo alle immagini provenienti dalla camera 4) e quello in basso a destra (con le immagini che arrivavano dalla camera 5), mentre nel grande al centro si vede il segnale che viene prodotto, che è quello che generalmente vediamo dalla privilegiata postazione del nostro divano di casa, ovviamente quando non sono in onda i vari (e sempre più lunghi) spot pubblicitari.
Un dietro le quinte a cui si lavora tanto prima di ogni partita di Champions League (con sfumature e modalità di realizzazione differenti), che, purtroppo, non tutti hanno la possibilità di apprezzare, e che non poteva non trovare spazio in una rubrica come Ultra Slow-Mo, nata proprio per raccontare questo.
Un grazie a Giorgio Galli, a Roberto Lettieri e a tutta la squadra di NVP e di Sky Sport per la solita accoglienza e ospitalità.
Stay tuned!
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Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.
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