Martedì 5 novembre 2024 è un’altra giornata che cerchierò di rosso nel mio personalissimo calendario.
Già, perché dopo avere avuto la possibilità di vedere il dietro le quinte delle produzioni televisive di (ben) due partite di Europa League, di una partita del campionato di basket di Serie A e di una di LegaDue, di gara 2 della finale scudetto di pallavolo femminile e di una tappa del Giro d’Italia, per festeggiare le 150 puntate della rubrica settimanale UltraSlowMo ha avuto il privilegio di vivere il backstage della produzione televisiva di una partita della massima competizione europea per club, vale a dire la Uefa Champions League.
È la sera di Bologna-Monaco.
Sono attesi poco meno di 30.000 spettatori al Renato Dall’Ara di Bologna, impianto desolatamente (ancora) vuoto al mio arrivo, quando mancano ancora diverse ore prima del calcio d’inizio.
Non sono certo io il primo ad arrivare nell’impianto, non foss’altro perché le operazioni di montaggio audio/video, di installazione dell’impianto, del posizionamento e dell’interconnessione con il gruppo elettrogeno sono iniziate la mattina del giorno che precede il match day, così come i vari meeting previsti dal piano di produzione del match.
Quando arrivo mi accoglie Roberto Lettieri (amico di UltraSlowMo, il primo di tanti che avrò modo di incontrare di persona), che non posso che ringraziare pubblicamente per l’invito, Thomas De Luca Gambini e il team di Robedidroni di Torino (rappresentato nell’occasione da Alessio Giacomo Farese e Paolo Silvio Giachetto) con i quali facciamo quattro passi fino a pochi centimetri dell’incalpestabile terreno di gioco, in condizioni più che perfette.
A bordo campo sono presenti un paio di desk (uno di Sky Sport, mentre il secondo di Canal Plus) per i collegamenti live con gli studi delle emittenti durante il lungo pre-partita.
Le 17 telecamere che riprenderanno la partita per l’host broadcaster sono già posizionate e piano piano arrivano i vari operatori di ripresa in vista della riunione con Federico Fazzini, il regista che curerà la regia internazionale (altro storico amico di questa rubrica) del match, il cui entusiasmo e passione per il proprio lavoro si percepiscono non appena lo si intercetta.
Il drone è già in volo, poiché occorre prendere le misure con l’impianto di gioco, confidando di riuscire a girare qualche particolare ripresa della città e dei suoi dintorni, purtroppo impossibile a causa della nebbia che inizia a calare nei dintorni dello stadio.
Prima di entrare in cabina di regia c’è il tempo per visitare il punto in cui sono state posizionate la main camera e la close up (due delle telecamere che saranno perlopiù in onda), sulla quale è montato un obiettivo broadcast con risoluzione in 4k, con una portata dello zoom 122x (in grado di mostrare alla perfezione il più piccolo dettaglio sulla tribuna opposta a quella principale), capace di una messa a fuoco per riprese di eccezionale nitidezza.
Scorre il tempo e ci si avvicina alle fatidiche due ore e due minuti che precedono il calcio d’inizio, vale a dire il momento da cui in cabina di regia occorre rispettare al secondo il MRO (ossia il Multilateral Running Order) che è uguale per tutte le partite di una competizione, in questo caso la Champions League.
Entra nel vivo il lavoro dei vari professionisti a bordo del truck: le clip preparate con i tifosi nei dintorni dello stadio iniziano a “girare”, mentre si attende l’arrivo delle squadre all’impianto di gioco, che il drone, dall’alto, riesce a intravedere prima di tutti, volando in un’atmosfera ovattata a causa dell’elevata umidità.
Lì, ad attenderli, c’è un’operatore di ripresa, pronto a cogliere le espressioni dei giocatori che scendono dal pullman, mentre al termine del tunnel che li conduce nella pancia dello stadio c’è una steadycam che li precede facendo qualche passo assieme a loro.
Mano a mano che ci si avvicina alle 21 l’attività diventa sempre più frenetica perché le cose da mandare in onda sono sempre di più e ognuna di loro ha una durata sempre più ridotta, il tutto fino al calcio di inizio.
Mi godo uno spettacolo (il backstage) all’interno dello spettacolo (che, per una sera, non vedo dalla privilegiata postazione di casa), avendo l’opportunità di vedere all’opera una macchina che funziona, praticamente, alla perfezione.
L’ultimo quarto d’ora lo trascorro a bordocampo in prossimità della Curva Bulgarelli nella speranza di vedere da vicino uno storico goal per la squadra locale, che, purtroppo, non arriverà.
Il freddo è pungente, l’umidità entra nelle ossa e vicino a me ci sono gli operatori della 10 e della 12, lì, fermi, al lavoro, da più di tre ore, un lavoro di cui non parlerà nessuno (o quasi), ma che è indispensabile per la buona riuscita di una produzione televisiva, come del resto quello di ogni singola persona che lavora in questo enorme “carrozzone” itinerante.
Già, perché mentre cala il sipario sulla partita ed a Bologna è già notte fonda, ognuno di loro sa già quello che deve fare nelle ore successive, quale città deve raggiungere, molto spesso lontano da casa, per lavoro, quel lavoro che per la gran parte di loro rappresenta una enorme passione, che ci permette, in pratica, ogni giorno di vedere dalla privilegiata postazione del nostro divano di casa un evento sportivo (e, ovviamente, di ascoltare i relativi suoni).
Un grazie anche a tutta la squadra di Sky Sport e di NVP per l’ospitalità.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.