Giovedì 16 febbraio 2023
Un giorno che sul mio “personalissimo taccuino” rimarrà per sempre evidenziato con un “circoletto rosso” (per usare un’espressione tanto cara a Salvatore Tommasi, più conosciuto come Rino, impiegata in un contesto del tutto differente, ma capace di sintetizzare la particolarità di ciò che ho avuto la possibilità di vedere coi miei occhi).
Un giorno particolare, perché per la prima volta, per celebrare i suoi primi due anni di attività Ultra Slow Mo, è stata invitata ad assistere nientepopodimeno che da una “cabina di regia” a un evento sportivo, nella specie a Juventus-Nantes, sfida valevole per l’andata dei playoff per l’accesso alla fase finale dell’Europa League.
Ma procediamo con ordine.
“Hey Wenner, Ti andrebbe di assistere a Juventus-Nantes al mio fianco?”
E’ tutto iniziato così, qualche settimana prima del 16 febbraio 2023, quando ho ricevuto questo messaggio da Federico Fazzini (un amico di Sport in Media, prima ancora che del sottoscritto), che avrebbe ricoperto il ruolo di regista host broadcaster del match.
Una domanda al limite del retorico, alla quale ho immediatamente risposto, pensando fra me e me “sia mai che cambi idea!”.
E così, inizio a pensare alla trasferta, desideroso, da un lato, di rivelarlo a quante più persone possibili (in realtà, con il passare dei giorni ho reputato opportuno raccontarlo soltanto al mio “direttore” (!) e a pochissimi altri eletti che si contano su di una zampa di gabbiano); sicuro, dall’altro lato, di avere la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile.
La trasferta a Torino inizia alle 13,06, quando salgo a bordo del treno e mi rendo conto di avere un po’ di tempo a disposizione per rispondere alle tante persone che mi avevano chiesto durante la mattinata un’opinione sulle grafiche innovative apparse per la prima volta in occasione della manche iniziale dello slalom gigante femminile dei Campionati del mondo di sci.
Dinanzi a così tante richieste (che lo confesso, mi hanno davvero lusingato) e con due ore e mezza di tempo davanti confeziono un’edizione straordinaria di Ultra Slow Mo, che riusciamo a pubblicare con il supporto di Simone (e con vicendevole soddisfazione) a tempo di record prima ancora che il treno sia arrivato a destinazione.
Un bel modo per ingannare l’attesa del piacere.
Il tempo di lasciare il bagaglio in hotel ed è già ora di fiondarmi all’Allianz Stadium, dove Federico e la sua crew sono già al lavoro (in realtà, per questi tipi di partite l’impegno professionale inizia già il giorno precedente l’incontro).
Arrivo all’impianto di gioco intorno alle 17:00, poco prima che il sole tramonti in una giornata dal sapore primaverile, mentre Federico sta ultimando la riunione pre-gara e vengo accolto a bordo di uno degli OB Van della flotta di NVP che, da fuori sembra un normale truck, ma che al suo interno non è dissimile da una navicella spaziale, almeno secondo lo stereotipo più comune.
Un vero e proprio gioiello della tecnologia, pieno di computer, monitor, pulsanti e luci sparsi in ogni direzione di quello che è il suo vano principale, vale a dire quello in cui lavorano il regista e i suoi assistenti, nonché gli operatori EVS, sotto lo sguardo attendo dei responsabili di produzione.
Sul lato sinistro del van ci sono invece due salette, una dedicata alla (eventuale) integrazione/personalizzazione della regia (occupata quel giorno da Sky), mentre l’altra riservata ai fonici e a coloro che controllano i flussi relativi alle varie sorgenti audio; sul lato destro, invece, un altro vano ove è ubicato il cuore pulsante della sala regia con i vari computer attorno ai quali trovano anche posto gli operatori che si occupano del controllo camere.
Mancano poco più di 3 ore al calcio d’inizio ed è ora di scendere in campo, o meglio, negli spogliatoi: la serata, che per me è già entrata nella storia, verrà ricordata anche perché per la prima volta in Italia (in esclusiva per Sky) verrà realizzata una ripresa mai fatta in precedenza.
Con il drone, difatti, verranno ripresi gli spogliatoi delle due squadre e il tunnel che conduce i giocatori in campo, simulando il percorso che di lì a poco verrà effettuato da quelli saranno i protagonisti della serata per accedere al terreno di giuoco.
Il compito, non facile, è stato affidato a un altro amico di Sport in Media Alessio Giacomo Farese (coadiuvato nell’occasione da Daniele Gavioli), in grado di far transitare il proprio DJI Avata senza sbavature di sorta nei corridoi dell’Allianz Stadium in un percorso a zig zag guidandolo con l’ausilio di un visore.
Il tutto senza aver effettuato alcuna prova in precedenza, sotto l’imminente controllo di una delegata dell’Uefa e di alcuni componenti dello staff delle due squadre: la pressione è una parola che Alessio non conosce, ma non è una novità per i lettori di questa rubrica.
Tra una cosa e l’altra, il tempo passa e bisogna ritornare in cabina di regia perché si avvicinano le 19:00, vale a dire il momento da cui inizia a essere prodotta la partita: gli ultimi minuti prima di salire sul van li trascorro assieme ad Alessio e Daniele che hanno allestito la loro postazione a ridosso dal camion regia, preparando, anche loro, in maniera meticolosa la loro flotta di droni e di batterie pronte per essere installate ogni volta che sarà necessario.
Le 19:00 sono da poco superate e il drone decolla in direzione della strada della Continassa per seguire le ultime centinaia di metri dei pullman che arriveranno di lì a poco allo Stadium.
È tempo di entrare in cabina di regia, cercando di non essere di intralcio ai vari professionisti che, a differenza del sottoscritto, hanno iniziato il loro lavoro.
La prima cosa che mi impressiona è che tutto è calcolato al secondo.
Federico ha davanti a sé un tablet nel quale scorre sia il tempo che è passato dall’inizio della produzione, sia quello che manca al momento in cui dovrà, ad esempio, essere lanciata una clip con i replay, oppure un’intervista pre-gara, oppure ancora dovrà fare parlare le immagini per raccontare l’evento, ciò che ama fare.
Arrivano le squadre all’impianto di giuoco, i giocatori entrano negli spogliatoi, poi in campo per il riscaldamento e, per una volta, ho la possibilità di vedere tutto ciò che accade in tempo reale, potendo difatti concentrarmi su di un monitor rispetto a un altro.
E mano a mano che si avvicina l’orario del calcio d’inizio il livello di attenzione cresce.
C’è una sinergia totale fra i vari professionisti che lavorano in sala regia e i vari cameraman, mossi dall’unico fine di erogare il miglior prodotto possibile: il regista è coadiuvato dall’assistente regista (che lo aiuta a rispettare la scaletta, ma, nel contempo, gli da una mano per confermargli, ad esempio, che un giocatore è ancora a terra o il gioco tarda a riprendere, in modo che può lanciare una sequenza di replay), dal mixer video (che è colui che materialmente mette in onda le telecamere chiamate dal regista, ce ne erano 16 a disposizione della regia, e le varie grafiche e che talvolta consiglia al regista di mettere in onda un’altra camera rispetto a quella che aveva chiamato) e dal capotecnico.
Dietro, alle loro spalle, gli operatori EVS, i quali mi stupiscono per la capacità di essere in grado di realizzare le clip dei replay che vediamo in onda in pochissimi secondi (Vi assicuro che uno si può realmente rendere conto della solerzia impiegata da questi solo se li si vede all’opera): in pratica dopo 2/3 secondi da un episodio ciascuno di loro è già in grado di fornire al regista uno o più replay di un contatto, di un gesto atletico o di un gol.
A ognuno di loro – come mi aveva spiegato Giorgio Ausili – è associata una lettera dell’alfabeto, che pronuncia ad alta voce per far comprendere di essere pronto con un determinato replay, da inserire nell’ambito di una sequenza che può poi variare: vuoi perché, molto spesso, ci si rende conto che il lavoro del collega è migliore rispetto al proprio (quindi si antepone senza problemi il replay del collega al proprio), vuoi perché subito dopo capita un qualcosa che rende inutile la proposizione del replay in precedenza realizzato, essendocene un altro da confezionare.
E così per tutta la durata dell’incontro.
Sinergia.
Così come alla sinergia contribuiscono gli operatori di ripresa, i quali sono pronti a esaurire nel giro di pochi istanti le richieste (talvolta particolari) del regista o di un operatore RVM di andare a inquadrare un determinato giocatore.
Impressionante, perché questi professionisti riescono a stringere in pochi secondi con la medesima abilità su un giocatore noto come Angel Di Maria, così come sul numero 4 del Nantes, che semmai è girato di spalle o non è immediatamente riconoscibile, seguendolo fino a quando non viene detto loro di fare altro.
E soprattutto ogni operatore, ha un ruolo ben preciso, al di là del quale non sconfina.
La partita scorre veloce e il primo tempo finisce senza particolari sussulti: ciononostante la concentrazione in cabina di regia rimane sempre a livelli altissimi senza che nessuno si perda nel guardare il match, un rischio che in realtà non sussiste dato che ci sono tante cose a cui pensare che il pensiero di adagiarsi sulla partita non è minimamente ipotizzabile.
Nella seconda frazione di gioco il gol del pareggio della squadra ospite rende ancor più complessa la scelta delle riprese dell’incontro.
Ma non solo, un altro aspetto che mi sono reso conto essere particolarmente complesso da gestire è il momento delle sostituzioni, specie se vengono cambiati più giocatori in un unico slot semmai da parte di entrambe le compagini: ma dinanzi a me ho delle “macchine perfette”, che non sbagliano un’inquadratura, una grafica o l’associazione tra la prima e le seconde.
Manca poco alla fine della gara e l’invito di Federico è quello di mantenere alta l’attenzione e di rimanere più possibile con le immagini live, perché potrebbe accadere qualcosa di decisivo da un momento all’altro, che non può essere “coperto” da un replay.
E difatti, nei minuti finali, l’episodio che farà parlare nel post gara al quale, in realtà, la squadra di cui per una sera ho fatto parte si era già preparata.
Difatti, prima che Alessio si lanciasse nelle riprese degli spogliatoi con il drone, e mentre eravamo a bordocampo in prossimità del monitor a cui l’arbitro si avvicina per rivedere le immagini, Federico mi aveva fatto presente che, in caso di richiamo da parte del Var, l’arbitro sarebbe stato seguito al monitor dall’operatore della Steadycam a RF (cioè quella non collegata con il cavo) che sarebbe stato “aiutato” da quello della 3 (chiamata anche “piattina”: controllata nell’occasione dal veterano Gianmarco Biancalana) soltanto in caso di necessità.
Quel qualcosa che era mi stato solo raccontato qualche ora prima è stato chirurgicamente realizzato poco prima delle 23:00.
C’è un filmato, in rete, che mostra l’arbitro portoghese mentre si avvicina al monitor inseguito dall’operatore della Steadycam, mentre il collega della piattina rimane concentrato a riprendere l’allenatore della squadra ospitante. E poiché dal punto di vista delle riprese tutto è filato liscio, l’operatore della camera 3 – a cui non è stato richiesto di “supportare” il collega – ha continuato a riprendere l’area della panchina senza lasciarsi distrarre dal passaggio dell’arbitro nelle vicinanze e dal capannello di giocatori che si era creato nelle vicinanze.
Subito dopo il fischio finale, Federico ringrazia dapprima in cuffia i vari operatori di ripresa, complimentandosi con loro per l’impegno profuso, dopo di che, personalmente, tutti coloro che erano fisicamente al suo fianco.
Si respira nell’aria la soddisfazione propria di coloro che sono consapevoli di avere lavorato bene grazie al contributo che ciascuno di loro ha saputo apportare al team di cui ha fatto parte, con il costante rispetto del lavoro altrui.
Ma l’attività in cabina di regia non è ancora terminata, in quanto ci sono ancora da mandare in onda le clip con le interviste alla flash interwiew (prima) e degli allenatori (poi), essendoci in buona sostanza ancora tanto da fare per un’altra oretta sotto l’immanente controllo dell’assistente alla regia.
Io tolgo il disturbo e mentre torno verso l’albergo annoto sul mio “personalissimo taccuino” alcune delle cose più significative che ho visto all’interno di una delle più belle regie in circolazione in una giornata.
Un’esperienza che, una volta metabolizzata, mi propongo di provare a raccontare in un articolo su questa rubrica, attingendo dagli appunti presi durante la trasferta.
Purtroppo, però, al rientro a casa il giorno successivo mi accorgo di avere smarrito da qualche parte il mio taccuino.
Peccato, ma penso di essere stato comunque in grado a raccontare questa giornata memorabile, forse perché quando uno realizza un proprio sogno lo può descrivere anche senza dovere riordinare degli appunti.
“Sono sicuro che Ti divertirai come un bambino a Gardaland” mi ha scritto il giorno prima della trasferta un altro amico di Sport in Media quando ha saputo che avrei visto la partita dalla cabina di regia.
Beh, io a Gardaland non ci sono mai stato, ma non penso che un bambino si possa divertire di più di quanto mi sono divertito io giovedì 16 febbraio 2023.
Grazie, di cuore, a Federico per l’invito, e alla disponibilità e ospitalità manifestata da Ferruccio Zanotti e Roberto Lettieri di Sky, oltre a quella di tutta la crew di NVP, grazie ai quali il sottoscritto è riuscito a coronare un sogno inimmaginabile quando lunedì 8 marzo 2021 si lanciò in questa avventura, prendendo spunto dalle immagini di una corner cam impiegata in un Bayern Monaco-Borussia Dortmund.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.