Un’edizione straordinaria di Ultra Slow Mo, oggi, s’impone, dopo ciò che abbiamo visto in occasione della gara di gigante femminile che si è appena conclusa dei Mondiali di Sci Alpino che si stanno disputando a Courchevel-Meribel.
Che fosse una giornata particolare per le grafiche lo si è intuito subito fin dalla trasmissione della ricognizione del tracciato che è stata effettuata utilizzando (anche) il drone (che ci ha permesso di vedere il tracciato dall’alto) tramite immagini che hanno consentito alla regia di mettere in sovraimpressione alcune grafiche realizzate tramite la realtà virtuale, grazie alle quali veniva indicato un determinato punto della pista o colorato un particolare settore del tracciato.

Ma la vera novità della giornata (e credo, probabilmente, di questa edizione dei mondiali, o probabilmente, del 2023) è stata la grafica che è apparsa sul lato destro del teleschermo dalla discesa della terza atleta in poi nella prima manche.
Perché parlo di novità, perché pare sia stato portato a compimento quell’ambizioso percorso iniziato diversi anni fa dalla FIS, che si era posta l’obiettivo di rilevare a ogni porta il tempo di ciascuno sciatore, un paper del 2019 di cui ignoravo l’esistenza fino a qualche settimana fa e di cui mi ha parlato per la prima volta Alessandro, ossia un attentissimo membro della community di Sport In Media su Twitter.

Orbene, già da un paio di stagioni siamo abituati a vedere gli intertempi dei vari atleti nei diversi settori della pista, ma, per la prima volta nella giornata di oggi, dalla terza porta in poi, abbiamo avuto la possibilità di vedere in tempo reale il distacco porta dopo porta dell’atleta che stava scendendo rispetto alla sciatrice in quel momento in testa alla classifica (nella prima manche), ovvero il ritardo accumulato o il vantaggio guadagnato sulla leader della gara (nella seconda manche).
E nella specie il raffronto non era soltanto numerico, ma anche cromatico, dal momento che i vari settori della linea della pista si coloravano mano a mano dal colore verde (in caso di sciatrice in vantaggio rispetto al miglior tempo fatto registrare in quel determinato settore) a un (fantozziano) rosso pompeiano (in ipotesi di ritardo), con una serie infinita di pantoni di arancione e di rosso più tenue per le ipotesi intermedie.
Il futuro ci dirà se il distacco real time veniva calcolato attraverso fotocellule o mediante sistemi di rilevazioni “virtuali” (che, in tal caso, si sarebbero dimostrati decisamente affidabili), ma qual che è certo è che oggi abbiamo assistito a qualcosa di storico.
A memoria (ma non ho rinvenuto in queste ore una conferma in rete), è un qualcosa di simile rispetto a quanto era stato sperimentato da una grafica personalizzata di Sky in occasione di Giochi Olimpici di Vancouver nel 2010 (ma ci giocherei al massimo un copeco!).
Ma le novità non sono finite qua, perché sotto la linea della pista era presente anche un righello con un numero arabo che rappresentava momento dopo momento la proiezione dell’esatta posizione nella classifica finale ricoperta dall’atleta in quel momento (e ringrazio per avermelo chiarito Marco Castro).

Sono stati davvero tanti i commenti che ho ricevuto in queste ore: taluni mi hanno espresso il proprio entusiasmo per queste nuove grafiche, mentre altri ritengono che le stesse rischiano di ingenerare una confusione nello spettatore (impegnato nel difficile compito di districarsi da questa mole di dati che vengono sovraimpressi), ovvero di distrarlo dal gesto tecnico dell’atleta; fino a posizioni più sagge e intermedie, di chi preferisce attendere un po’ di tempo per “digerirle” prima di esprimere un giudizio.
Personalmente, penso che su di un’opinione non si possa non convergere: le grafiche degli eventi sportivi stanno sempre di più tendendo a somigliare a quelle dei videogiochi, il che non può che comportare un’overdose di dati a disposizione del telepcsportdipendente, che viene sempre di più messo nella condizione di poter seguire in autonomia un evento sportivo, rendendo nel contempo probabilmente sempre più complesso e difficile il ruolo del telecronista.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.
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