Molte volte nei precedenti articoli di questa rubrica ho cercato di mettere in risalto le piacevoli novità in termini di riprese televisive introdotte nella stagione della Serie A che si è appena conclusa.
Questa settimana ho avuto la possibilità di interagire con uno dei tanti Professionisti che ha lavorato (rectius: sta lavorando) per consentire a noi telepcsportdipendenti di vivere un’esperienza sempre più immersiva.
È con Federico Fazzini, questa volta, che ho il privilegio, prima ancora che il piacere, di chiacchierare.
Originario di Fivizzano, appassionato di cinema ma soprattutto di fotografia, Federico si è affacciato a questo mondo nel 1994, facendo negli anni successivi tutta la gavetta che lo ha portato dal ruolo di assistente alla regia in piccole emittenti locali (“una palestra fantastica per chi iniziava a fare questo lavoro, che, purtroppo, via via sta scomparendo”) a Sky, presso cui si occupa sia della regia personalizzata delle partite di Serie A, sia di quella per l’host broadcaster (cioè l’emittente che produce l’evento) delle gare di Champions League e di Europa League, oltre ad aver curato sempre per Sky la regia dei campionati europei che si sono tenuti la scorsa estate fino alla finale di Londra.
Nel suo curriculum annovera anche esperienze da regista di altri sport quali il basket (il giorno prima di sentirci Federico ha difatti guidato le telecamere della gara 2 dei Quarti di Finale tra Olimpia Milano e Reggiana), la pallanuoto, che ha praticato, l’atletica e persino la ginnastica artistica alle Universiadi:
“Non è stato semplice perché era una disciplina che non avevo mai seguito con la dovuta attenzione. Per prepararmi a quest’importante evento, quindi, ho chiesto consigli a un ex atleta che aveva praticato questo sport a livello agonistico, perché il regista non si deve limitare a mettere in onda delle belle immagini, deve essere in grado di offrire al telespettatore immagini funzionali all’evento che sta trasmettendo, e lo può fare solo se conosce i dettagli dello sport che trasmette”.
Nel mezzo, tante esperienze, tra cui anche il ruolo di operatore di ripresa, capotecnico e mixer video.
Federico fa parte del team di Sky che in questi anni ha lavorato senza soluzione di continuità per sviluppare nuove inquadrature e introdurre differenti modalità di ripresa in una partita di calcio.
E non lo ha fatto da solo ma grazie a una squadra di decine di Professionisti (la parola squadra, Federico, me la ripete molte volte nel corso della nostra chiacchierata) che raccolgono una serie di idee per cercare poi di trasformarle in realtà: una squadra fatta da varie anime coordinate dal direttore Federico Ferri, dai caporedattori (Alessandro Scipioni e Roberto Prini), dal capo regista Roberto Montoli, ad arrivare alla parte produttiva (Ferruccio Zanotti, Giorgio Antoniol, Stefano Brambilla e Giuseppe Valenzisi) e tecnica di Tommaso Martini, che si è posta come obiettivo quello di staccarsi dal passato, per cercare di “dare quel qualcosa in più mettendoci un qualcosa di nostro”.
Questo è il senso, ad esempio, dell’introduzione delle riprese mediante il gimbal (“che, Wenner, non è una telecamera, bensì un’attrezzatura che consente all’operatore di ripresa di bilanciare i movimenti e rendere il video stabile mentre si cammina”), testato nelle gare di Champions League (a partire da Atalanta-Manchester United, gara prodotta per la prima volta in Italia in 4K HDR) per poi sbarcare anche in alcune partite del campionato di calcio, oltre che nella Supercoppa italiana e in finale di Coppa Italia.
“Si tratta di una ripresa innovativa, pensata per avere una risorsa in più a disposizione, non per averne una alternativa rispetto alle altre. Ed è stata studiata in maniera che il telespettatore si possa subito rendere conto che quella telecamera è differente rispetto alle altre: in che modo? Ad esempio, a livello cromatico non è coerente con le altre telecamere, oltre a differenziarsi per la profondità limitata e per i diaframmi aperti che utilizza”.
In altre parole, prosegue Federico, “il gimbal non deve servire per riprendere la partita proprio in ragione della sua limitata profondità, in quanto per le riprese in movimento ci sono già le Steadycam, ma deve essere utilizzato per cogliere i particolari del riscaldamento dei giocatori, le espressioni del pubblico, la zona circostante la panchina durante una sostituzione, focalizzando l’attenzione su quello che capita in prossimità dell’operatore”.
E mi segnala che coloro che manovrano questa attrezzatura “sono operatori giovani, altamente specializzati, che hanno una particolare sensibilità, che permette loro di percepire la bellezza di un’immagine che cercano di esaltare, mossi dall’obiettivo di trasmettere le emozioni al telespettatore, per fargli sempre più vivere quella esperienza immersiva su cui tanto stiamo lavorando”.
Su di un gimbal viene solitamente montata una camera cine o una mirrorless con varie ottiche intercambiabili (“l’ideale è una 50 millimetri, ma mi è capitato di avere a disposizione durante Napoli-Barcellona di Europa League installata su di un gimbal una 80 millimetri che permette di avere una grande apertura, ecco perché si chiamano camere-fotografiche”), come, ad esempio, una Sony Alfa 7 Mirrorless, una camera maneggevole che permette all’operatore di ripresa di muoversi con agilità, perché a lui è affidato questo specifico compito.
E vediamole, allora, una serie di spettacolari immagini che sono state riprese proprio con il gimbal durante Napoli-Barcellona di qualche settimana fa.
Che SPETTACOLO!
Il gimbal, la cablecam (utilizzata nel nostro paese solo durante la Supercoppa del 2021, un sistema molto costoso), la robycam e le riprese tramite il drone devono essere complementari rispetto alle inquadrature classiche: per usare un esempio culinario, quanto viene servito a noi telepcsportdipendenti è una sorta di piatto di pasta al burro su cui il cuoco (nella specie il regista) ha la possibilità di grattare scaglie di un prelibato tartufo (le riprese per il tramite di queste nuove attrezzature), che non possono che rappresentare un prezioso plus per il prodotto finale.
Non mi resta a questo punto che chiedere a Federico cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro in termini di riprese televisive.
Appuntamento a lunedì prossimo per saperlo…
Stay tuned!
LEGGI LA 2^ PARTE DELL’INTERVISTA
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
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