“UN SABATO (NON PROPRIO) QUALUNQUE, UN SABATO ITALIANO…”
Pechino, 5 febbraio 2022, ore 15,30 locali, un orario che rimarrà nella storia dell’edizione numero 24 dei giochi olimpici invernali, perché è quello in cui la norvegese Therese Johaug si è aggiudicata il primo titolo in palio, quello dello skiathlon femminile nella specialità 7,5 km + 7,5 km, una gara in cui la prima nostra atleta è stata la tolmezzana Martina di Centa, che ha chiuso purtroppo lontanissimo dal podio.
Fieno in cascina per le nostre tre esordienti in vista della prossima edizione di Milano-Cortina, ne sono sicuro.
Una gara durante la quale gli appassionati di riprese televisive e di grafiche hanno potuto apprezzare non solo l’utilizzo di una camera aerea sui binari, ma, soprattutto, il tracciamento in tempo reale degli atleti messo a punto dall’OBS, che permette a noi telepcsportdipendenti di percepire non solo la distanza tra i fondisti ma anche il punto esatto del tracciato in cui si trovano momento dopo momento.
Una regia, quella olimpica, che non ha lasciato indietro nessuno, men che meno l’atleta che ha chiuso la gara a circa tredici minuti di distanza dalla vincitrice della medaglia d’oro: l’ucraina, di cui nessuno oggi Vi parlerà, Yullia Anatoliyivna Krol, alla sua prima olimpiade, nata e cresciuta a Sumy, una regione dell’Ucraina nord orientale a pochi chilometri dal confine con la Russia, ma che ha preparato le olimpiadi in Italia, più precisamente al passo di Lavazé, nel comune di Varena (Trento).
Yullia fa parte della spedizione ucraina dello sci di fondo, che ha portato ai giochi olimpici 8 atleti, seguiti soltanto da due allenatori, che, a quanto pare, si occupano di tutto, dal portare gli atleti alla pista di fondo guidando anche per migliaia di chilometri alla sciolinatura dei materiali.
La differenza con la spedizione di biathlon è abissale, sol che si consideri che quest’ultima ha al suo seguito ben tredici tecnici al seguito, tra allenatori, massaggiatori e medici.
Con ogni probabilità, in patria nessuno oggi parlerà di Yullia e non di certo perché ha tagliato il traguardo da penultima, ma perché, purtroppo, in quelle zone in questi giorni si pensa ad altro, nella speranza, ovviamente, che la “tregua olimpica” possa reggere fino all’infinito.
Da ieri, Yullia ha un follower in più, e chissà che da oggi non ne abbia almeno un altro: brava Yullia, la Tua olimpiade, per me, l’hai vinta.
Un altro orario che invece rimarrà impresso negli annali dello sport italiano sono le 17,51 locali, quando la frascatana Francesca Lollobrigida non ha deluso le aspettative della vigilia, riuscendo a portare in Italia la prima medaglia di questa edizione dei giochi olimpici al termine dei quattro minuti senz’altro più lunghi della sua vita.
Altre emozioni, sono arrivate dalla Cina nella serata di sabato: alle 21,36 Arianna Fontana (assieme a Martina Valcepina, Pietro Sighel ed Andrea Cassinelli) hanno regalato alla nostra nazione il secondo argento (che è anche la storica nona medaglia olimpica di Arianna Fontana divenuta l’atleta più medagliata nello short track), mentre dodici minuti dopo (le 21,48) Amos Mosaner e Stefania Constantini hanno centrato la sesta vittoria di fila, qualificandosi per la SEMIFINALE del torneo misto di curling.
Evidentemente, il mese di febbraio parrebbe essere per lo sport italiano il 14mo mese del 2021!
LO SLITTINO
Sette sono le medaglie che verranno (o sono già state) assegnate nella prima delle tre domeniche olimpiche, tra cui quella dello slittino singolo maschile, per il quale nella mattinata di oggi sono programmate presso il centro scivolamento nazionale di Yanging (a 74 km a nord ovest di Pechino) la terza e la quarta discesa.
Forse non tutti sanno che lo slittino è alla sua sedicesima apparizione ai giochi olimpici, essendo stato introdotto nel 1964 a Innsbruck ed ha mantenuto l’attuale format per ben tredici edizioni consecutive, fino all’edizione di Sochi del 2014 nell’ambito della quale è stata inserita la competizione a squadre, in cui si assiste a un vero e proprio passaggio del testimone tra gli slittinisti, in quanto al termine della propria discesa l’atleta tocca un pannello che attiva l’apertura automatica del cancelletto, sì da consentire al compagno di squadra di partire.
Si tratta di una disciplina che ha dato tante soddisfazioni ai colori azzurri, essendo difatti l’Italia terza nel medagliere con ben 17 medaglie, di cui 7 d’oro, 4 d’argento e 6 di bronzo: sul gradino più alto del podio del singolo maschile sono saliti Paul Hildgartner (nel 1984) e Armin Zöggeler (per ben due volte consecutive, nel 2002 e nel 2006, medaglie, a cui aggiungere l’argento di Nagano nel 1998 e i bronzi di Lillehammer del 1994, di Vancouver del 2010 e di Sochi 2014…); Erica Lechner (a Grenoble nel 1968) e Gerda Weissensteiner (sempre nel 1994) nel singolo femminile; Paul Hildgartner con Walter Plaikner (a Sapporo 1972) e Kurt Brugger con Wilfried Huber (a Lillehammer nel 1994, edizione storica in quanto l’argento andò all’altra coppia italiana Hansjörg Raffl e Norbert Huber) nel doppio maschile.
E proprio un atleta italiano, Armin Zöggeler (soprannominato “il cannibale”) detiene un record (quello di sei medaglie olimpiche vinte nello slittino) che potrebbe essere eguagliato in questa edizione da Natalie Geisenberger (slittinista tedesca 34 enne di Monaco di Baviera, campionessa in carica, che 4 anni fa ha bissato il precedente titolo olimpico conquistato a Sochi), definita la più vincente nel circuito di Coppa.
CHI E’ DOMINIK FISCHNALLER
In questa edizione le speranze azzurre di medaglia nel singolo maschile sono riposte in un altro altoatesino, allenato dal cannibale, ossia il brissinense Dominik Fischnaller, sfortunatissimo protagonista nell’ultima olimpiade disputatasi nel 2018, edizione nella quale ha visto sfumare la medaglia di bronzo per soli due millesimi di secondo a causa di un errore nella prima manche (in pratico il tempo di ciclo della frequenza caratteristica della nota musicale La, utilizzata per accordare gli strumenti musicali).
Domink ha dalla sua 47 podi in coppa del mondo (34 nel singolo, tra cui 7 primi posti), 3 medaglie ai mondiali e 5 agli europei (con ben 2 ori) ed è rimasto coinvolto qualche mese fa in un episodio davvero singolare: a Sochi è stato costretto a gareggiare con la slitta di un compagno di squadra, semplicemente perché la sua è rimasta ferma in una dogana cinese!
Ieri, Dom (è soprannominato così) invece ha potuto utilizzare il suo slittino e, obiettivamente, i risultati si sono visti: dopo le prime due manches è infatti al terzo posto distaccato di tre decimi dalle prime due posizioni e con quasi un decimo di vantaggio su chi lo vorrebbe scalzare dal podio: dita incrociate e tutti sul divano oggi alle 14,15, mi raccomando, per accompagnarlo lungo l’ultima discesa!
LE GARE DA NON PERDERE DI LUNEDI’ 7 FEBBRAIO
Quali eventi non possiamo assolutamente perdere nella giornata di domani?
Domani si torna a lavoro, quindi siete giustificati se non puntate la sveglia alle 2,30 (nuovo orario) per assistere alla prima manche dello slalom gigante femminile (con l’Italia che schiera un’ammiraglia di campionesse: Marta Bassino, Federica Brignone, Elena Curtoni e Francesca Marsaglia), ma non potete assolutamente perdere la seconda manche in programma dalle 7,30 mentre si sorseggia il primo dei caffè della giornata (nel mezzo, Eolo permettendo, alle 5, dovrebbe svolgersi il recupero della discesa libera maschile in programma questa notte).
Dopo di che, la consueta lettura della puntata numero 6 di #undòujiāngdaPechino prima di immergersi nella giornata di lavoro fino alla pausa pranzo che passeremo tutti incollati davanti ai teleschermi (una volta si diceva così, adesso si parla di devices) per tifare Arianna Fontana, impegnata alle ore 13,46 nella sua gara preferita, i 500 metri di short track, gara nella quale deve difendere il titolo olimpico conquistato quattro anni fa per tentare di vincere la decima medaglia olimpica.
Nel frattempo, a metà mattina un’altra italiana avrà la possibilità di giocarsi una medaglia: ne parleremo domani nella puntata di #undòujiāngdaPechino.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.
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