Una nuova stagione calcistica in Spagna è ormai alle porte (tra poco meno di un mese Almeria e Rayo Vallecano incroceranno i loro destini nella partita di esordio della massima serie iberica) e il 3 luglio la Liga ha annunciato il cambio di nome (e di logo) in seguito all’ingresso di un nuovo partner strategico per le prossime cinque stagioni, una nota azienda produttrice di videogiochi, che sponsorizzerà anche la Liga 2 e la Liga Promises (equivalente della nostra Primavera).
Le aspettative di noi telepcsportdipendenti sono decisamente elevate, dato che, secondo quanto preannunciato durante la presentazione, questa nuova partnership porterà un cambiamento rivoluzionario nel modo di produrre il calcio in televisione grazie, a mio modo di vedere, anche al core business del nuovo sponsor.
È difatti innegabile che una società che produce videogiochi non può non mettere a disposizione della Liga (in questo caso) la propria pluriennale esperienza per supportare la produzione televisiva delle partite, che, di fatto, non potrà che avere sempre più punti di contatto con quanto si vede nei videogiochi.
Una disamina, anche superficiale, della homepage del sito ufficiale de la Liga ci consente di percepire fin da subito questo nuovo taglio grafico molto simile a quello dei videogiochi, taglio che si estende alle nuove grafiche (alle vecchie dedicai qualche mese fa questo articolo), che subiscono una decisa innovazione a livello cromatico prima di tutto.
Si passa, difatti, da un colore più neutro (un nero-grigio predominante con la scritta di colore bianco) a un rosso (pur tenue) associato a uno sfondo bianco vivace, combinazione intorno alla quale sono state realizzate tutte le principali grafiche, alcune delle quali hanno subito leggere variazioni sullo schermo.
Mi riferisco, in particolare, alla grafica in onda dopo il calcio d’inizio o in seguito a una marcatura (la quale occupa una parte più compatta e ristretta dello schermo, dando nel contempo maggior risalto ai nomi e agli stemmi delle due squadre), ma, soprattutto, all’ormai classico riquadro in alto a sinistra con punteggio e minuto (in gergo: scoreboard): la differenza rilevante (almeno in fase di prewiew) è la scomparsa delle abbreviazioni delle due squadre per lasciar posto al solo logo delle due compagini (un qualcosa che non ricordo aver mai visto in altra grafica del calcio) fino al momento del gol, quando viene sovraimpresso in via esclusiva il logo della squadra che ha segnato con la successiva indicazione del cognome e del numero del marcatore.
Più compatte paiono essere inoltre le grafiche che riassumono le statistiche del giocatore che ha segnato, mentre sono confermate (pur con un diverso carattere) le grafiche tridimensionali con realtà aumentata che permettono di vedere proiettate sul terreno di gioco statistiche sviluppate per il tramite dell’intelligenza artificiale aggiornate in tempo reale (sempre grazie alla collaborazione con altro leader mondiale del settore dell’informatica).
Ma le novità non dovrebbero limitarsi alle grafiche, in quanto l’obiettivo che si è prefissata la Liga è quello di mostrare nuove prospettive e angoli di ripresa, che, abbinati alle informazioni che arriveranno dalle grafiche, dovrebbero consentire a noi telepcsportdipendenti di vivere un’esperienza sempre più immersiva.
Ne discende, pertanto, un probabile ritocco del locale più che dettagliato regolamento per le produzioni audiovisive (ad oggi ancora in vigore, ma predisposto in vista della stagione 2018/19: rimando alla sua lettura coloro che volessero approfondire la tematica, ma, anche da una scorsa superficiale, ci si può subito rendere conto di come nella penisola iberica gli standard produttivi fossero decisamente elevati già cinque stagioni fa).
Partiamo da una piccola curiosità: 4 sono gli standard produttivi utilizzati fino a oggi per le riprese de la Liga, il primo dei quali (denominato A+) viene impiegato esclusivamente per le riprese delle gare che si disputano al Camp Nou e al Santiago Bernabeu, ove possono essere collocate rispettivamente fino a 39 e 42 telecamere (un approfondimento sul camera plan dell’ultimo El Clasico lo trovate qui).
Una copertura che non ha nulla da invidiare a quelle delle più importanti finali delle competizioni internazionali per squadre e/o per club.
Tre, invece, sono i camera plan utilizzati per le produzioni degli incontri di calcio che si giocano negli altri stadi: produzione A, con 19 telecamere, produzione B, con 14 telecamere e produzione C, con 12 telecamere: sotto questo aspetto, pertanto, sussiste una qual certa analogia con quel che si vede alle nostre latitudini in quanto gli standard iberici corrispondono a grandi linee con quelli presenti nella nostra penisola.
Una prima differenza rilevante, tuttavia, è l’impiego della aereal camera (spider cam o roby cam, che dir si voglia) in ogni partita della Liga, una camera che nel campionato di calcio italiano non la vediamo impiegata quasi mai, o, perlomeno, solo in occasione di taluni big match (ci fu in periodo nel passato, in Italia, in cui tramite un servizio interattivo era possibile selezionare questa telecamera per vedere i derby di Milano); una seconda, invece, meno rilevante, è l’utilizzo di microcamere posizionate dietro le due porte, che in Italia, purtroppo, non vediamo più utilizzate da un po’ di tempo.
Non ci resterà, quindi, che attendere i prossimi giorni per capire in che cosa si concreteranno esattamente le preannunciate nuove prospettive e angoli di ripresa delle partite de La Liga, anche se, obiettivamente, nelle ultime stagioni abbiamo avuto la possibilità di vedere impiegati una serie di mezzi per le riprese del calcio iberico (peraltro dislocati in ogni punto del campo) tali per cui è veramente difficile riuscire a immaginare in cosa possa essere ulteriormente migliorato il racconto delle partite della Liga.
Azzardo?
Un utilizzo sempre più spinto del drone acrobatico…
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.