Si torna a parlare di un argomento poco conosciuto dal pubblico che dalla privilegiata postazione del proprio divano di casa si gode delle produzioni televisive (in generale e in particolare) degli eventi sportivi, ossia il grande mondo dell’audio.
Questa settimana, infatti, ho avuto il privilegio, prima che, come sempre, il piacere, di scambiare quattro chiacchiere con Mauro Vanetti, che mi ha raccontato la sua esperienza che lo ha visto nel 2024 girare tutto il mondo al seguito del circuito WTA di tennis.
Innanzitutto non posso non chiedere a Mauro come è iniziata la passione per il mondo dell’audio:
“Ciao Wenner, un saluto a Te e ai lettori di Ultra Slow Mo. Dopo gli studi di elettrotecnico ho iniziato a svolgere il lavoro di tecnico di rete presso l’Eni di San Donato Milanese, dove ho imparato a conoscere da vicino i sistemi di rete, che mi hanno fin da subito affascinato. A dire il vero la passione per il mondo dell’audio è nata grazie alla musica, anche se, in realtà, quando guardavo da casa in televisione le partite di calcio rimanevo affascinato dagli effetti sonori del pallone. Sono entrato quindi a lavorare nel mondo dei broadcast facendo gavetta e specializzandomi nel settore dell’audio, nonostante la gran parte delle persone che vi lavorava già mi consigliava di specializzarmi nel settore degli operatori EVS, una mansione all’epoca molto più richiesta e meglio remunerata rispetto a coloro che lavoravano nel mondo dell’audio. Ciononostante, ho deciso di percorrere con determinazione questa strada, iniziando a fare l‘assistente audio per i vari network televisivi , fino alla prima opportunità, rappresentata dal programma televisivo “L’Isola dei Famosi”, per poi proseguire con piccole produzioni, come conferenze stampa, partite del campionato primavera o di calcio femminile ovvero convention aziendali”.
Con il passare degli anni, e grazie all’esperienza mano a mano accumulata, Mauro ha iniziato a lavorare nell’ambito di più articolate produzioni televisive di eventi sportivi:
“Dopo un po’ di tempo, ho curato per Eurosport gli studio relativi ai collegamenti per i Giochi Olimpici di Tokyo2020, per poi occuparmi anche dell’edizione di Beijing2022: l’esperienza in Eurosport mi è stata utile anche per conoscere sistemi innovativi per quanto riguarda i sistemi I.P., in particolare il sistema BNCS, utilizzato da tutte le piattaforme europee di Eurosport per scambiare dati audio/video con la miglior tecnologia avanzata in I.P. Terminata questa esperienza, ho iniziato una collaborazione con il service NVP, con cui collaboro attualmente”.
Ed è proprio questa l’esperienza che consente ai lettori di Ultra Slow Mo di entrare nel dietro le quinte della produzione televisiva del massimo circuito di tennis professionistico femminile, ossia la WTA.
“Come sai, Wenner, si tratta di un circuito che tocca tutte le nazioni del mondo, partendo a febbraio da San Diego fino arrivare a Riyad con le Finals. Come fonico, mi sono occupato della fly audio 1, che è una regia mobile che si muove tramite fly-case. Devi sapere che il team composto principalmente da persone di nazionalità italiana (a cui è affidata la fase del montaggio), si reca in loco il giovedì mattina della settimana precedente all’inizio del torneo. Il primo giorno, si inizia con lo scarico dei pallet (bancali), successivamente si provvede alla distribuzione del materiale tecnico per i vari container che formeranno la regia mobile, che è composta dal MCR (il cuore della regia) da dove partono tutti i segnali verso i vari dipartimenti, ossia il Vision mix (cioè la regia video dove siete il director o regista, vicino al quale siede il grafico e gli EVS per i tanti replay richiesti durante la partita), gli shader (cioè gli operatori al controllo camera), la production office che si occupa degli eventuali cambiamenti o delle problematiche durante il live, le “consegne” e il “delivery” (cioè coloro che trasmettono il segnale audio/video alla centrale addetta alla ricezione), ed infine la sound SCR (Sound Control Room), dove siedo, in cui svolgo la mia mansione di addetto agli intercom e al mixing dei suoni provenienti dal campo principale detto central court. In ogni tappa, poi, oltre alla gestione dei suoni provenienti dal central court, mi sono occupato di gestire pure l’audio che arrivava dai campi secondari, che solitamente sono un numero ricompreso tra 1 e 4, campi la cui parte video viene gestita da un’azienda esterna”.
Curioso come sono non mi posso far sfuggire l’opportunità di domandare a Mauro quanti microfoni deve gestire e da quante persone è composto il reparto media:
“Sono generalmente 15 i microfoni che mandano i segnali dal campo centrale, dovendo nel contempo gestire anche l’audio proveniente dal microfono dell’arbitro, quello che arriva dai tre microfoni utilizzati per le interviste, oltre al segnale-musica che viene sparata nei momenti di intrattenimento. Per quanto riguarda, invece, il numero delle persone che compone il reparto media, Ti posso segnalare come gli operatori sono all’incirca 11, 3, invece, gli addetti EVS, 2 coloro che si occupano del controllo camera per il campo principale, 2 i registi (che si alternano durante la giornata), 2 i capo tecnici, 1 macchinista, 1 assistente audio e 1 fonico, cioè io!”.
Una affiatata squadra di persone che lavora ogni giorno, per tante settimane di fila, lontano da casa e senza soluzione di discontinuità
“La giornata tipo inizia con i test giornalieri, ogni mattina quando riaccendiamo la regia, due ore circa prima della prima partita, facciamo questi test chiamati FACS, durante i quali tutti gli operatori provano le funzioni di ogni singola telecamera. Gli EVS si occupano dei segnali in entrata e in uscita delle loro macchine, ed il sottoscritto, quale fonico, controlla tutti i segnali, in entrata e uscita, dal mio mixer audio. Tenere alta la concentrazione non è semplice ma grazie al feeling che si respira all’interno del team le giornate volano. Sono molto contento di collaborare con persone provenienti da tutto il mondo. Per esempio, quando lavoriamo negli Stati Uniti vengono integrate nel team alcune persone locali e così uguale in altre parti del mondo. Mi affascina vedere modi diversi di lavorare e comunicare esclusivamente in inglese o in una lingua che non è mia. La cosa che mi piace di più di tutto è la calma e il self control inglese, che emergono anche nei momenti concitati e tesi, importanti per gestire al meglio la situazione”.
Per finire, chiedo a Mauro qualche curiosità che gli è capitata durante la stagione che si è appena conclusa:
“Quest’anno alla mia prima tappa del WTA ho festeggiato il mio compleanno a San Diego e, nonostante fossi arrivato in squadra solo da qualche giorno, la produzione WTA mi ha organizzato una piccola festa con tanto di torta di compleanno. E’ stato un gesto che ho apprezzato molto e che mi ha fatto sentire ben accolto nel team. Per restare sempre negli Stati uniti, a Charleston, il torneo si gioca in un impianto ubicato vicino a un lago popolato da alligatori, ai quali fortunatamente, piace poco il gioco del tennis!”.
Un impegnativo lavorativo in giro per tutto il mondo, anche se, in ogni impianto in cui ha lavorato, l’Italia era sempre presente:
“Secondo i calcoli di google, quest’anno ho percorso una distanza pari a 4 volte il giro del mondo. Ciononostante ho sempre avvertito la vicinanza del nostro paese in giro per il mondo, grazie alle persone negli spalti che sentivo parlare la nostra lingua in ogni tappa del circuito, ovvero alle canzoni italiane che venivano lanciate durante i momenti di pausa. Un viaggio lavorativo che quest’anno è finito in Giappone, un paese che avevo sempre sognato di visitare”.
Beh, un sogno, quello di Mauro, sfociato in un altro suo sogno.
“Arigatou gozaimasu, Wenner!”
A te, Mauro.
Anche il Tuo nome è ora annotato sul personalissimo cartellino del sottoscritto, oltre che dei lettori di Ultra Slow Mo, che sono sicuro che da oggi in poi, quando sentiranno l’audio di una partita del circuito WTA, non potranno non pensare a Te.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.