Dopo avere rivelato in esclusiva ai lettori di Ultra Slow Motion qualche inedito dettaglio del dietro le quinte che caratterizza la mansione di colei che si occupa del controllo camere, Sarah Volpi ci è tornata a trovare questa settimana per mettere a nostra disposizione altri suoi appunti dei viaggi broadcast, dando vita alla seconda puntata di TechSportVision.
Prima di leggerli, non ci resta, come sempre, capire come le è nata la passione per il mondo dell’audio, del quale parliamo oggi.
“Il mio approccio con il mondo della musica risale al periodo in cui frequentavo la scuola media, durante il quale utilizzavo in casa, i fustini dei detersivi di mia mamma, ricoprendoli di carta stagnola per tentare di riprodurre il suono della rullante della batteria. Mi ha sempre affascinato l’audio che trasmette un suono, specie se associato ad una connotazione e denotazione filmica. Questa onda analogica che si propaga nell’aria e che percuote i nostri timpani, dandoci equilibrio e forma sonora alle cose che vediamo. Con il passare degli anni ho studiato un po’ di batteria e poi mi sono avvicinata alla chitarra acustica ed elettrica, fino ad arrivare al basso elettrico ed in ultimo al contrabbasso, di cui ho conseguito di recente, la laurea magistrale”.
Alla passione, sono seguiti gli studi frequentando alla scuola del cinema di Milano, il corso di “Audio e presa diretta” per poi approfondire la tematica con apposite masterclass (Luciano Rorato; Bruno Pupparo – Miglior Fonico per la Presa Diretta ai David di Donatello 2007 per il film “Mio fratello è figlio unico” Regia di Daniele Lucchetti), che permettono a Sarah di guidarci – con l’entusiasmo proprio di chi esterna una passione – dietro il mondo dell’audio delle produzioni televisive di eventi sportivi.
I microfoni
E quando si parla di audio è doveroso iniziare da una disamina dei microfoni che vengono impiegati, a seconda delle produzioni da realizzare.
“Partiamo, Wenner, dal dire che ogni camera è corredata dal suo audio; microcamere a parte, è difficile avere una camera sorda. Da qui puoi già capire la quantità estesa di microfoni che andiamo a gestire.
Angolo basso di destra, retro porta, angolo alto destra e tutto replicato simmetrico anche per la parte sinistra. A centro campo il Sound Field, di forma tonda o ovale che comprende più microfoni per il pubblico, gli allenatori, le panchine, i giocatori in campo. Poi ci sono le postazioni dell’arrivo pullman, della flash, della mix, gli spogliatoi, il bordo campo.
Possiamo identificare diverse tipologie di microfoni: da quelli più comuni che vediamo spesso in televisione, vale a dire i microfoni dinamici cardioidi (che prendono il nome dal fatto che il loro diagramma polare del suono è a forma di cuore), che identifichiamo spesso, grazie all’antipop, posto sopra di loro, ove è solitamente impresso il logo del network televisivo che ha commissionato la produzione.
Questi microfoni vengono utilizzati per avere un audio intellegibile e chiaro, evitando buona parte dei disturbi che sono al di fuori dell’angolo di fuoco principale.
In questa categoria ci sono, oltre le versioni a cavo, i radiomicrofoni, detti anche radio gelato, che si tengono in mano e sono gestiti dal giornalista inquadrato a mezzo busto, per un commento dall’interno stadio, o dagli spogliatoi o sempre più spesso a bordo campo, senza ausilio del cavo per potersi muovere liberamente.
Un secondo gruppo di microfoni, che vediamo negli eventi sportivi, sono i microfoni a condensatore detti fucili (o shotgun in inglese), che vengono collocati generalmente al bordo del campo, con la loro protezione esterna e l’antivento, per cogliere l’audio ambientale, come le scivolate sul terreno di gioco, il rumore del calcio al pallone o lo sfioramento dell’erba ed anche la palla in rete. Sono microfoni in cui la peculiarità è di mettere a fuoco l’audio con un angolo di campo preciso, per cui si ha la percezione ben definita del singolo suono che si cattura.
Un terzo tipo di microfoni a condensatore, che vediamo generalmente in una produzione televisiva in studio sono i lavalier; ossia quei microfoni dotati di una piccola capsula a clip (molletta) da fissare sul bordo di giacca, cravatta, camicia, maglietta o indumento che porta la persone di cui si vuole registrare la voce. Dotati di una membrana più sensibile, le cui prestazioni sono gestite e ottimizzate per ambienti chiusi, come, ad esempio, gli studi da remoto”.
Il fonico
Orbene, all’interno di una produzione televisiva di un evento sportivo, tutta la componente audio è gestita e di responsabilità della figura del fonico, del microfonista e dell’assistente all’audio.
“All’interno di ogni produzione televisiva, sportiva e non, la gestione delle sorgenti audio relative alla messa in onda, in diretta e non, è svolta dal fonico, che, assieme al suo reparto, si occupa degli aspetti tecnico artistici dell’audio, per garantire la qualità e la continuità della trasmissione del suono”.
Da un punto di vista pratico, mi chiedo, però, cosa fa il giorno dell’evento il fonico che gestisce l’audio all’interno di una produzione broadcast televisiva su di un OBVan.
Sarah, grazie all’esperienza maturata negli anni di lavoro, e al bagaglio di conoscenze che possiede, è senz’altro la persona adatta a rispondere al mio quesito:
“La prima cosa che il fonico fa, ancor prima di arrivare sul posto, è il controllo delle attrezzature. Questo al fine di verificare che tutto funzioni regolarmente. Partendo dalla richiesta dettata dal committente, controlla la quantità di cavi necessari ai collegamenti, il mixer, gli auricolari, i microfoni necessari, l’intercom, le cuffie per le comunicazioni interne (cameramen a regia OBVan), i connettori (affinché non siano sporchi, storti oppure privi dei blocchi di sicurezza), i radiomicrofoni, le radiofrequenze (per essere certi che siano accoppiate in maniera corretta, in modo da evitare sganci nella trasmissione dell’audio tra trasmettitore e ricevente), il livello di carica delle batterie all’interno dei microfoni, dei ricevitori e dei trasmettitori, connettori, prolunghe, aste per microfoni e tanti altri accessori che sono curati dal microfonista.
Un altro controllo affidato al fonico è quello relativo alla sussistenza di un idoneo materiale di scorta e di consumo, quali batterie, cavi, ruzzole, da utilizzare per i collegamenti e in caso di criticità o al fine di eventuali richieste extra sul luogo dell’evento.
Oltre a questi controlli, il fonico deve disporre i microfoni, a seconda del tipo dell’utilizzo che deve essere fatto, in ragione delle diverse location dove vengono posizionati; fare un test audio per regolare con lo slider (cursore) del mixer i dB (unità di misura con cui si misura audio) da assegnare, settare i parametrici per una corretta equalizzazione dell’audio (gestione delle frequenze alte, medie e basse).
Il fonico, poi, assieme al suo assistente partecipa a tutti i vari test di sincronizzazione e di allineamento dei vari segnali audio-video che si tengono nel pre partita, sia per l’emissione broadcast che anche per il VAR, fondamentali per la buona riuscita dell’evento, curando altresì i vari collegamenti e patch al banco mixer all’interno dell’OBVan, in maniera tale che a un determinato pulsante e led luminoso corrisponda la relativa sorgente audio”.
A grandi linee, questa è una prima parte che cura il fonico prima dell’inizio dell’evento, ma, ovviamente, la sua attività non si arresta al fischio di inizio, anzi:
“Naturalmente, il fonico presidia costantemente i vari segnali audio nel corso della gara, controllando che non vi siano problemi riguardo le varie sorgenti, settando il sistema a seconda delle varie esigenze e dialogando costantemente con l’assistente fonico sul campo per eventuali regolazioni e/o spostamento dei microfoni e con la produzione per le eventuali richieste”.
E finita la gara, quando termina il lavoro del fonico?
“Uno dei miti da sfatare, Wenner, è che, finita la gara noi professionisti che lavoriamo in questo settore ce ne andiamo a casa come fanno gli spettatori. Invece no, rimaniamo impegnati in loco ed è proprio in quel momento che inizia la seconda parte del lavoro. Ad esempio: dopo la gara ci sono le interviste in campo, a bordo campo, in flash, quindi il fonico è impegnato a regolare i diversi audio parlati dei giornalisti e dei calciatori e allenatori sportivi.
Inoltre cura che i collegamenti audio dallo studio per far sì che i giornalisti in sede possano fare le domande attraverso gli earpiece (auricolari) agli ospiti; dopo aver terminato la parte di recording, deve seguire gli invii degli “scarichi” del materiale e assicurarsi che al termine il materiale audio sia giunto correttamente.
Come vedi Wenner, c’è tanto lavoro e competenza applicata anche qui.
La terza parte è per il fonico, al pari degli altri operatori a “rimettere tutto a posto”, cioè scollegare e smontare i cavi, pulirli, asciugarli per il caso in cui abbiano preso umidità o siano stati a contatto con l’acqua, ricollocare il tutto in ordine nelle scatole e nei vari alloggi e scomparti dedicati all’interno del OBVan. Ciò per consentire a chi li utilizzerà il mezzo, dopo di noi, di poter “tirare i cavi” e trovare il materiale in maniera più agevole possibile.
Riordinare la bagagliera e i connettori delle fibre e dei cavi cannon XLR”.
In effetti, il mondo dei broadcaster non dorme mai, in quanto gli eventi si susseguono senza soluzione di discontinuità…
Grazie Sarah…alla prossima!
Stay tuned!
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Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.