Lavora in una zona del mondo di cui si sente sempre più parlare, che sta investendo ingentissime risorse per portare i migliori professionisti nei propri campionati nazionali.
Non è l’Arabia Saudita, ma un piccolo stato che vi confina che tutti abbiamo conosciuto, avendo ospitato quello che nel 2022 è stato l’evento sportivo più seguito al mondo: il Qatar.
È con Filippo Bonazza che questa settimana ho avuto il piacere, prima ancora che, come sempre, il privilegio, di chiacchierare.

Marottese di nascita, Filippo si è laureato in scienze della comunicazione con tesi sul cinema documentario, per poi iniziare dapprima a occuparsi di montaggio (inizialmente con piccole produzioni e il montaggio di servizi per le news, poi collaborando anche con ONG per la creazione di documentari e reportage finalizzati alla raccolta di fondi per alcune missioni), dopo di che a dedicarsi a quelle che erano due sue grandi passioni, vale a dire lo sport e la cura della parte replay delle produzioni televisive, che è riuscito a intrecciare collaborando nel montaggio (attraverso l’EVS) dei servizi per 90° minuto delle partite interne della squadra della sua regione, vale a dire l’Ancona.
Una volta formatosi grazie a un apposito corso per operatori EVS (di questo ruolo ne ho parlato in questi due articoli un po’ di tempo fa con Giorgio Ausili) organizzato da una società specializzata con sede a Brescia, ha lavorato in Italia fino al novembre 2011, quando ha risposto all’annuncio della rete del Qatar che si occupa di sport (che aveva acquistato alcune regie dalla storica TeleRecord di Firenze) in cerca di tecnici specializzati disposti a trasferirsi a lavorare in loco.
È dalla fine del 2011 (con una breve parentesi di un anno tra il 2015 e il 2016 dove era rientrato in Italia e dove ha collaborato con Cinevideo di Pescara), quindi, che Filippo lavora come operatore EVS per Alkass Sports Channel.

“Una scelta senz’altro difficile, ma della quale, a distanza di tempo non mi sono affatto pentito. Anche qui è stato necessario fare della gavetta, ma l’impiego di un numero elevato di telecamere super e di ultra slow motion in ogni evento sportivo non può che avermi consentito di imparare a familiarizzare con questi mezzi con più rapidità e di riuscire a sfornare attraverso l’EVS replay di qualità con maggiore dimistichezza. Non è stata certo una scelta semplice mollare tutto e venire qui a Doha. Dal punto di vista professionale sicuramente è una situazione lavorativa stimolante rispetto alle tecnologie impiegate e alle produzioni alle quali partecipiamo: negli ultimi 10 anni il Qatar ha ospitato per due anni il Mondiale per club FIFA, la Coppa del mondo di Pallamano, Mondiali di Judo, Mondiali di Boxe ed ospita regolarmente eventi internazionali come una tappa di nuoto della Fina, WTT tennis tavolo e tanti altri che non ricordo più! Il prossimo anno ospiteranno i mondiali di nuoto Fina e la Coppa d’Asia di calcio, un evento che segue i mondiali del 2022 che si sono svolti qui e dove Alkass si è occupata delle integrazioni di tutte le partite che si sono svolte. Dal punto di vista personale è stato ancora più interessante visto che ho conosciuto qui quella che poi è diventata mia moglie e la madre dei miei due figli“.

Filippo è difatti uno dei 10 operatori EVS alle dipendenze della divisione sportiva della TV di Stato qatariota che curano i replay per gli eventi sportivi che si disputano nello stato del Qatar:
“Siamo in 10 operatori EVS e lavoriamo assieme ai 40 operatori di ripresa garantendo la copertura di ogni singola gara organizzata da queste parti. L’impegno è senz’altro rilevante in termini di competizioni da coprire, ma la possibilità di lavorare in uno stabile team di professionisti ci permette di conoscere gli uni le esigenze degli altri, in maniera tale da facilitare i rispettivi compiti e di affinare sempre di più le nostre prestazioni grazie all’affiatamento che si crea quando si lavora spesso con le stesse persone”.

Un team di operatori di varie nazionalità mi spiega Filippo:
“I registi che si occupano degli eventi sportivi sono di diverse nazionalità: ci sono un inglese, un francese, un portoghese, uno spagnolo e diversi qatarioti. mentre gli operatori arrivano un po’ da tutta Europa, in particolare da Portogallo e Spagna e sai perché?
Una chicca per i lettori della Tua rubrica: perché il primo OB Van per gli eventi sportivi Al Jazeera Sport lo acquistò da una società spagnola, cosicché iniziò la migrazione da queste parti di tecnici provenienti dalla penisola iberica che via via hanno iniziato a lavorare anche nei paesi confinanti, come, per l’appunto, il Qatar!”
Non mi posso lasciar sfuggire la possibilità di domandare a Filippo quante telecamere vengono impiegate per coprire una gara della massima serie del campionato di calcio qatariota:
“12 sono le telecamere che vengono utilizzate, tra cui ben 4 super slow motion e 1 ultra slow motion. Nella produzione, oltre al regista (che si occupa anche di assistenza alla regia e di mixer video) ci sono 4 operatori EVS e 2 al controllo delle camere. Ovviamente il numero di camere quasi si quadruplica per la finale della QSL, cioè la Qatar Star League (che quest’anno si chiama Expo Stars League in ragione dell’esposizione iniziata a ottobre e che si concluderà a fine marzo 2024). Ma lo sport, in Qatar, non è solo il campionato di calcio nazionale. Oltre alla Serie B e alle gare di Asian Champions League, vengono seguite con grande attenzione le competizioni ippiche, ma anche la pallavolo e la pallamano. Insomma il lavoro non manca nemmeno da queste parti”.

Un lavoro, però, prosegue Filippo, che permette a un tecnico come lui di passare più tempo con la propria famiglia rispetto a quel che trascorreva quando lavorava alle nostre latitudini:
“Il vantaggio di lavorare in uno stato di queste dimensioni è che, al massimo, l’impianto più lontano dista poco più di un’ora da casa, mentre in Italia, per uno come me, che non viveva a ridosso di città come Milano, Roma o Torino, era necessario passare ore e ore di viaggio ogni settimana, sacrificando tempo prezioso alla famiglia. Un qualcosa che ho fatto da giovane, che mi è piaciuto e che mi ha permesso di viaggiare, vedendo posti che probabilmente non avrei mai visto, ma che con il passare del tempo non può che essere sempre più difficile da coniugare a una normale vita familiare. Durante l’anno di pausa che mi sono preso dal Qatar e durante il quale sono rientrato in Italia mia mamma arrivò a dirmi ‘Ti vedo di più attorno a casa quando lavori in Qatar, che quando lavoravi qua!’”.
E grazie al lavoro di questi anni in Qatar, Filippo è stato capace di coronare un altro suo sogno, vale a dire partecipare, sempre quale operatore EVS, ai Giochi Olimpici:
“Ho avuto la fortuna di lavorare in due esperienze ai giochi olimpici, totalmente diverse tra loro: la prima a Rio nel 2016, quando sono riuscito a respirare l’aria del villaggio, mentre la seconda, a Tokyo nel 2021, quando a causa delle restrizioni causate dalla pandemia siamo stati costretti a vivere in una sorta di bolla”.

Ma non c’è due senza tre!
“Anno prossimo, difatti, avrò la possibilità di lavorare alla mia terza olimpiade, questa volta in Europa, a Parigi, venendo impiegato anche nel 2024, come nelle precedenti due edizioni, quale operatore EVS del torneo olimpico delle partite di pallamano”.
Un buon motivo, dunque, per vedere anche questo torneo dalla privilegiata postazione del nostro divano di casa, mi raccomando!
Grazie Filippo, anche il Tuo nome me lo sono annotato sul mio personalissimo cartellino.
Appuntamento a Parigi 2024…che, poi, la quarta vien da sé, ne sono certo!
Ad maiora.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.
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