Mentre siamo tutti presi dalle vicende olimpiche vale la pena di soffermarci su due programmi che sono andati in onda nella settimana precedente all’inizio dei Giochi ma che con essi hanno molto più a che fare di quanto si poteva presupporre.
I due programmi in questione sono la replica di “100 minuti” (spazio di giornalismo investigativo di La7 curato da Corrado Formigli e dal suo team) e un docufilm intitolato “Generazione di fenomeni” andato in onda su Rai 2, disponibile su Rai Play e dedicato alla Nazionale italiana di pallavolo guidata da Julio Velasco che ha stupito il mondo negli anni ’90 conquistando tre volte il titolo mondiale.
Il legame con i Giochi non è solo dovuto al fatto che lo stesso Velasco guiderà in questi giorni la Nazionale femminile alla conquista di una medaglia olimpica, obiettivo mai raggiunto dalle nostre ragazze. Ma la visione congiunta dei due programmi induce ad una riflessione magari dolorosa ma pure doverosa. Eccola.
Lo speciale di Formigli &C. si occupava (mi ero perso il primo passaggio, lo confesso) della vicenda di Massimo Bochicchio, il Bernie Madoff dei Parioli che ha truffato decine di persone sottraendo grandi somme di denaro a numerosi personaggi pubblici fra cui anche star del mondo del calcio: Antonio Conte e Marcello Lippi. Ora: che una vicenda del genere possa essere legata alla storia di una fantastica squadra come quella di volley può sembrare azzardato ma non lo è. Questione di linguaggio soprattutto. Nello speciale volley compaiono i personaggi che furono protagonisti di quell’avventura: e tutti sorridono. Il tempo è passato anche per loro ma la gioia per essere stati parte di quella storia (Zorzi, Fefè De Giorgi, Bernardi, Bracci, Lucchetta, lo stesso Velasco) traspare dai loro volti, dall’equilibrio delle loro parole, dalla scelta delle medesime. Sono uomini (nessun intento di santificazione, per carità) che trasmettono in misura forte quello che con un po’ di generalizzazione viene definito lo spirito olimpico: gioia di far parte di un gruppo, senso della misura, piedi ben piantati nella terra della realtà.
E qui casca l’asino nel senso che è esattamente qui che c’è il punto di contatto con i protagonisti (anche loro malgrado) dell’inchiesta di Formigli. Tra tutti gli intervistati di quello speciale (compresa la moglie di Bochicchio, il quale è morto schiantandosi da solo in morto a Roma sulla salaria, incidente strano e mai dei tutto chiarito) gli unici ad esprimersi come narcos colombiani sono i calciatori e membri del loro entourage. A Lippi l’intervistatore domanda come mai non abbia denunciato Bochicchio quando si è reso conto della truffa aggiungendo “Perché l’ha fatto? Qualcuno potrebbe pensare che quei soldi erano quelli guadagnati in Cina e non dichiarati al fisco italiano…”. La risposta nella bagarre è nel più puro stile italico quando si pongono domande sui denari: “Non rompere i coXXXni! La pianti di rompere i coXXXni? Togliti dalle paXXe!”. Al telefono con il figlio Davide lo stesso risponde all’interlocutore così: “Ti devo trattare male? Ti devo attaccare il telefono in faccia?”.
Con Conte ancora peggio: rispondendo alle stesse domande (con il solito contorno di mani sulla telecamera etc etc) tutto un fiorire di “Hai rotto il caXXo! Togliti dalle paXXe!”. Non esattamente un linguaggio da Accademia della Crusca.
Ora il punto è che è impossibile non farsi venire in mente lo schiaffone di Nanni Moretti a Mariella Valentini in “Palombella rossa”: “Le parole sono importanti! Chi parla male pensa male!”. E sentire fortissima la differenza fra i due linguaggi e i due mondi. Non è dato sapere se i pallavolisti abbiano conti offshore alle Isole Cayman: ma il loro atteggiamento e le loro parole lo fanno apparire meno probabile che per gli altri. Viva lo spirito olimpico.
PIERO VALESIO | È stato critico televisivo del quotidiano Tuttosport per oltre vent’anni. Come inviato ha seguito Olimpiadi, grandi eventi di calcio, tennis, Formula 1, Motomondiale e sport invernali. Dal 2016 al 2020 ha diretto il canale televisivo Supertennis e ha curato la comunicazione degli Internazionali d’Italia. Ha tenuto e tiene corsi di giornalismo e di comunicazione sportiva. Nel 2015 ha vinto il Premio Coni per la narrativa inedita con il racconto “Marcialonga Blues”. Ha scritto libri per grandi (“E vissero felici e lontani” con Antonella Piperno, Perrone editore) e piccini (“Cronache di Befa”, Biancoenero edizioni).
Ha pubblicato a giugno 2023 il libro “Chi ha rapito Roger Federer?” (Absolutely Free).
Collabora con il quotidiano Domani, cura per Sport in Media la rubrica “La Nuca di McKinley” e durante i Mondiali di calcio 2022 ha realizzato la video-rubrica “Qatarinfrangenze“.
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