Qualche considerazione sull’Australian Open trasmesso da Eurosport.
- Il match di Berrettini contro Monfils si è ammantato (e non è la prima volta) di mistico. A causa dei micro sfalsamenti temporali (in qualche caso nemmeno tanto micro) di cui spesso sono vittima i segnali video il telecronista Federico Ferrero e l’eccelsa talent Barbara Rossi hanno indossato i panni di maghi di Harry Potter svelando di continuo l’esito dello scambio in corso con un leggerissimo ma avvertibile anticipo sulla conclusione dello scambio stesso. Questione di battiti di ciglia. Ma attimi capaci di infondere nel telespettatore il dubbio: che bravi che sono questi telecronisti, vedono tutto prima. Il che li rende certamente dei marziani ma forse li allontana (di un microsecondo, certo) dal telespettatore che si può sentire sminuito nelle proprie capacità sensoriali. E farsi venire il dubbio: mamma mia come sto invecchiando.
- Detto questo si sottolinei ancora una volta il ruolo regale che Barbara Rossi occupa nella squadra di talent che commentano il tennis. Non una delle sue considerazioni è scontata o banale. Non una. Magari non ha poteri soprannaturali nel prevedere l’esito dei match ma sempre capisce e rivela a chi ascolta se una certa scelta è stata corretta e se non lo è stata perché. Non per tutti è così e ne riparleremo.
- La regia internazionale di Eurosport opta ormai di default per un maxi replay (che sarebbe più opportuno definire uno show replay) immediatamente dopo i punti più spettacolari. Per intenderci: lo scambio, o almeno la sua parte conclusiva, viene riproposto subito dopo che il punto si è concluso con immagini girate da telecamere più basse e altre personalizzate sui volti dei giocatori. Il problema è che (come si diceva una volta quando a qualcuno venne in mente di inserire dei commercials durante i film) si interrompe l’emozione. Stai esultando o ti stai deprimendo ma non fai in tempo e esprimere queste emozioni che già il frullatore delle immagini è ripartito. E se ti sei distratto puoi anche non capire che si è usciti dal live e vivere un certo sfasamento temporale. Il surplus di immagini non sempre contribuisce al godimento emotivo di un evento. Almeno fateci il tempo di respirare…
PIERO VALESIO | È stato critico televisivo del quotidiano Tuttosport per oltre vent’anni. Come inviato ha seguito Olimpiadi, grandi eventi di calcio, tennis, Formula 1, Motomondiale e sport invernali. Dal 2016 al 2020 ha diretto il canale televisivo Supertennis e ha curato la comunicazione degli Internazionali d’Italia. Ha tenuto e tiene corsi di giornalismo e di comunicazione sportiva. Nel 2015 ha vinto il Premio Coni per la narrativa inedita con il racconto “Marcialonga Blues”. Ha scritto libri per grandi (“E vissero felici e lontani” con Antonella Piperno, Perrone editore) e piccini (“Cronache di Befa”, Biancoenero edizioni).
Recensisce in stile sportivo libri non sportivi per la newsletter “Lo Slalom”.