Sono in corso di svolgimento a Belgrado i Campionati Mondiali Indoor di Atletica Leggera (18-20 marzo). Un evento di grande livello che assume ancora più rilevanza vista la presenza, tra gli altri, di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, i protagonisti di quegli indimenticabili 11 minuti olimpici.
La copertura televisiva dell’evento è a cura di Rai Sport, che trasmette i tre giorni di gare a modo suo, vale a dire un po’ su Rai Sport+HD – dopo il recente switch off si parla del solo canale 58 – e un po’ via streaming (canali Rai Sport Web).
Dal sito Fidal:
“Il palinsesto prevede dirette televisive sul canale 58 con i seguenti orari: venerdì dalle 09.30 alle 11.45 e dalle 17.10 alle 22.10, sabato dalle 18 alle 21.45, domenica dalle 16.45 alle 20.40. Negli orari non coperti dalla diretta tv è previsto lo streaming su RaiSport Web, con “finestre” televisive all’interno delle dirette di altri sport“.
Come scritto nel post sulla copertura di Rai Sport per Belgrado 2022: “Con un solo canale televisivo a disposizione e con i tanti eventi sportivi che si accavallano nel fine settimana, diventa difficile trasmettere un evento come quello di Belgrado in modo lineare e integrale. Così, ad esempio, la finale del salto in alto maschile, in programma domenica dalle 10.45, sarà trasmessa via streaming, con qualche incursione – sui salti di Gianmarco Tamberi – durante lo slalom maschile di Courchevel. Una soluzione per evitare tutto questo? Trasmettere uno dei due eventi su Rai 2. Cosa che, come visto durante i Giochi di Pechino, diventa sostanzialmente impossibile visto il palinsesto domenicale del secondo canale – evidentemente granitico – composto da Punto Europa-Tg2 Dossier-Tg Sport giorno (!) e Citofonare Rai2, varietà con Paola Perego e Simona Ventura“.
“IL CASO BRAGAGNA”
Non è questa, tuttavia, la questione centrale dell’articolo. Il tema riguarda quello che potremmo definire “il caso Bragagna“, oggettivamente uno dei migliori telecronisti di Rai Sport e dell’intero panorama italiano. Dopodiché, lo sapete, la materia dei telecronisti sportivi è altamente soggettiva e ci sarà sempre qualcuno che non ama le telecronache bragagnesche (personalmente ho sempre criticato la sua posizione intransigente nei confronti di Alex Schwazer e Sandro Donati, ma questo non sposta di un millimetro il giudizio sulla sua competenza e capacità). Al netto di gusti e simpatie o antipatie personali, penso sia pacifico definire le telecronache di Bragagna come un’occasione di arricchimento personale, a livello sportivo e culturale.
Dopo la sbornia olimpica, in cui il telecronista bolzanino ha accompagnato da par suo le imprese azzurre (alcune frasi resteranno scolpite nella memoria degli appassionati: “Marcelloooo. 9.79. Signore mio cos’hai combinato?!“, “Attenzione, sta per succedere una cosa…” o “37 e mezzo, non è febbre, è febbrone da cavallo“) sono successe alcune cose nel mondo di Rai Sport.
Quella più rilevante è stata il cambio di direttore, con il passaggio di testimone, lo scorso 18 novembre, da Auro Bulbarelli ad Alessandra De Stefano, anch’essa reduce dai successi olimpici de “Il circolo degli anelli”.
Al momento del suo insediamento – salutato con favore – avevamo auspicato alcuni cambiamenti/innovazioni. Qui avevamo raccolto alcuni commenti dei lettori sulle aspettative relative al nuovo corso.
Uno dei primi compiti per De Stefano riguardava la copertura giornalistica dei Giochi Invernali di Pechino. Tra l’altro, lavoro reso ancora più complicato dall’acquisizione last-minute dei diritti da parte della Rai (l’accordo con Discovery è arrivato solo il 17 dicembre). Alla vigilia dei Giochi, però, Sport in Media pubblica una notizia che spiazza gli appassionati di sport in Tv: per la prima volta da Nagano 1998 – al netto del tormentato rapporto Rai-diritti Tv dei Giochi Olimpici, con il punto più basso toccato a Sochi 2014 quando Viale Mazzini trasmise solo le finestre garantite dal diritto di cronaca – Franco Bragagna non avrebbe commentato le due cerimonie olimpiche. Al suo posto Luca Di Bella. Diciamo subito, a scanso di equivoci, che Di Bella è un signor professionista, seppur, oggettivamente, si collochi un paio di gradini sotto a Bragagna. Per questo, la scelta di non confermare Bragagna al commento delle cerimonie olimpiche è risultata discutibile, soprattutto considerando la cultura trasversale del telecronista bolzanino, ideale per il commento di un evento che fonde sport, storia, geografia, pronunce. Durante le due settimane di gare, poi, Bragagna è stato utilizzato al commento del “solo” sci di fondo, disciplina peraltro tra le più in difficoltà a livello di attrattiva e seguito (il biathlon ha messo la freccia da tempo). Insomma, alla prima occasione importante emergono alcuni segnali che fanno pensare a un ridimensionamento del ruolo di Bragagna.
Tuttavia, lo sanno tutti, la disciplina di Bragagna è l’atletica leggera e la cartina di tornasole per capire se quanto accaduto a Pechino 2022 fosse un semplice esperimento, anche in chiave futura, sarebbero state la scelte relative ai due appuntamenti più importanti di inizio stagione: Campionati Italiani Indoor di Ancona e Campionati Mondiali Indoor di Belgrado.
- Campionati Italiani Indoor di Ancona. Telecronista: Luca di Bella.
Qualche giorno dopo, Orlando Pizzolato rende pubblica, attraverso il gruppo Facebook “Franco Bragagna Fan Club”, una lettera che Luciano Barra indirizza ad Alessandra De Stefano:
2. Si arriva così ai Mondiali Indoor di Belgrado. Telecronista: Luca Di Bella.
Non solo. A quanto ci risulta, Bragagna, in concomitanza con i Mondiali Indoor di Atletica Leggera di Belgrado, avrebbe dovuto commentare i Campionati Italiani invernali di… nuoto sincronizzato (alla fine, però, non sarà a Riccione per le relative telecronache).
Insomma, l’ipotesi del “ridimensiomento del ruolo di Bragagna” trova ulteriori, e probabilmente definitive, conferme. In mancanza di comunicazioni o dichiarazioni ufficiali di Rai Sport, la situazione che si è venuta a creare ricorda quelle di Silvio Martinello (commentatore tecnico del ciclismo e spalla di Francesco Pancani) e di Paolo De Chiesa (storica seconda voce dello sci alpino maschile). In entrambi i casi, due commentatori tecnici di primissimo livello non furono confermati nei rispettivi ruoli (qui l’intervista del 2019 con Silvio Martinello).
Anzi, nel caso di Bragagna la non-conferma nel ruolo di telecronista principale e cantore dell’atletica leggera è probabilmente ancora più eclatante.
Facendo un parallelo a livello editoriale con le Pay-Tv (non è quindi un confronto sulla capacità/bravura dei singoli), è come se Sky, all’indomani dei Mondiali di Germania 2006, avesse sostituito Caressa nel ruolo di telecronista principale del calcio o come se i dirigenti di Discovery-Eurosport, dopo i Mondiali di biathlon del 2019 (quelli del cinqueeeee), non avessero confermato Dario Puppo al microfono. Impensabile e inimmaginabile.
In casa Rai, invece, queste decisioni che – viste da fuori – non hanno un’apparente base logica, si ripetono ciclicamente e con direttori diversi.
Banalmente, le eccellenze tele-giornalistiche andrebbero salvaguardate e valorizzate, perché in grado di elevare passione e conoscenza nei confronti delle diverse discipline. Quante persone si sono appassionate o avvicinate a un determinato sport grazie allla narrazione dei grandi telecronisti (Tommasi-Clerici, Tranquillo-Buffa, Raimondi-Munari, Puppo-Ambesi e via dicendo)? Ecco, Bragagna rientra in questa categoria.
Per questo motivo sarebbe auspicabile che Alessandra De Stefano intervenisse pubblicamente per fare chiarezza su questa vicenda. Sport in Media sarebbe ben lieto di ospitare una dichiarazione o un commento a tal riguardo.
INTERVISTA DI ALESSANDRA DE STEFANO AL CORRIERE DELLA SERA
Mercoledì 23 marzo è uscita sul Corriere della Sera un’intervista di Marco Bonarrigo ad Alessandra De Stefano. Nell’intervista sono emersi molti spunti interessanti sulla visione della nuova Rai Sport da parte della direttrice. Qui si può leggere l’intero articolo.
Questa, invece, la risposta di Alessandra De Stefano sulla questione Bragagna:
Anche per l’atletica leggera ci saranno cambiamenti?
«I mondiali indoor li ha raccontati Luca Di Bella con Stefano Tilli. Qualcuno si è scandalizzato per l’assenza di Franco Bragagna, che però commenterà quelli estivi e altre cose. Di Bella — che ha 46 anni ed è bravo — segue l’atletica da dodici anni: quanto tempo ancora doveva aspettare per avere un’opportunità? E quanti cronisti in Rai sono nelle sue condizioni?».
Ho un sospetto malizioso: sarebbe riuscita la RAI a tacitare Bragagna sul ridicolo boicottaggio diplomatico di USA & co. alle olimpiadi di Pechino o sull’assenza dei russi ai mondiali indoor di Belgrado? Potevano permettersi un telecronista che ragiona con la sua testa in un momento storico di pensiero unico e censura per chi parla fuor dal coro?
Questa mattina uno schifo di programmazione, praticamente, né sci, né atletica. Complimentoni.
Solo una cosa si può dire: VERGOGNA!
Ho praticato atletica leggera a livello agonistico da ragazzino per oltre 10 anni, con grande passione, fino a quando ho smesso terminata l’università…a Padova dove Bragagna era ben conosciuto…da allora seguo l’atletica in tv, a volume spento: le telecronache di questo giornalista sono inascoltabili. I protagonisti sono gli atleti, e io credo che chi commenta deve farlo in maniera discreta, asciutta, dando spazio al punto di vista dei tecnici e degli atleti. Bragagna si erge a protagonista (non solo quando commenta l’atletica), interrompe spesso gli intervistati, usa degli intercalari a dir poco ridicoli nella verbosità delle sue telecronache, gode nel sentirsi parlare specie nel pronunciare nomi stranieri (non credo basti dare un suono gutturale ad alcune lettere per far credere di pronunciare correttamente). Personalmente preferisco Luca Di Bella ampiamente, ormai dopo trent’anni Bragagna ha fatto il suo tempo…
Filippo, concordo pienamente con il suo giudizio su Bragagna. Sono arrivato al punto di azzerare l’audio pur di non sentirlo. Ovviamente come sento Bragagna giro su SKY SPORT o Eurosport.
Io faccio lo stesso… Ho pagato l’abbonamento a Discovery per questo.