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SPORTinMEDIA > Opinioni > Interviste > La verità di Silvio Martinello: “I direttori passano, Rai Sport rimane”. INTERVISTA ESCLUSIVA
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La verità di Silvio Martinello: “I direttori passano, Rai Sport rimane”. INTERVISTA ESCLUSIVA

Ultimo aggiornamento 2021/02/25 at 3:49 PM
Simone Salvador 6 anni fa
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Ho pensato a lungo quale potesse essere il modo migliore per inaugurare SportInMedia. Così, ho deciso di affrontare in modo diretto una delle questioni più calde e dibattute in ambito televisivo, vale a dire l’addio forzato a Rai Sport di Silvio Martinello. Una questione che, scommessa molto facile, tornerà prepotentemente d’attualità durante il Giro d’Italia 2019, al via sabato prossimo da Bologna. Molti telespettatori, soprattutto quelli che seguono in modo occasionale il ciclismo, si chiederanno per quale motivo Rai Sport abbia deciso di sostiture l’ormai storica e collaudatissima coppia formata da Francesco Pancani (“retrocesso” in moto) e, per l’appunto, Silvio Martinello. Per questo ho contattato il campione olimpico di Atlanta 1996, approfondendo una vicenda rimasta sospesa tra voci di corridoio e interpretazioni. Ne è uscita un’intervista ricca di spunti, non solo sui retroscena dell’addio a Rai Sport, ma anche sulla chiamata di Radio Rai e sull’evoluzione delle telecronache ciclistiche.

Buona lettura e benvenuti su SportInMedia!

L’ADDIO A RAI SPORT

Silvio, per te questo inizio di 2019 è stato un colpo di scena continuo. Hai cominciato commentando per Rai Sport la Coppa del Mondo di ciclismo su pista. Poi a febbraio la notizia, inaspettata, dell’addio alle telecronache e alla storica coppia formata con Francesco Pancani. Infine l’approdo a Radio Rai per seguire il Giro 2019. Hai vissuto periodi più tranquilli, immagino…

In effetti si tratta di un periodo decisamente movimentato, sono cose che possono accadere, confesso però che non me l’aspettavo.

Andiamo con ordine: Rai Sport. Quando, in che modo e da chi ti è stato comunicata la notizia che non avresti più fatto parte della squadra ciclismo di Rai Sport?

Ho parlato direttamente con il direttore Auro Bulbarelli, che mi ha esternato la sua volontà di cambiare, proponendomi di commentare eventi minori rispetto a quelli commentati negli ultimi anni. Ho dato la mia disponibilità a fronte di un adeguamento del contratto. Non essendoci la disponibilità all’adeguamento ho preferito comunicare la mia rinuncia. Sinteticamente si tratta della classica proposta che non puoi accettare, metodo collaudatissimo.

Mi è stata fatta la classica proposta che non puoi… accettare.

Metodo collaudatissimo.

Silvio Martinello

Avevi un contratto in essere per il 2019?

No, il mio contratto scadeva il 28 gennaio 2019.

In che rapporti eri con il nuovo direttore di Rai Sport, Auro Bulbarelli? Pensi sia stata sua la scelta?

Rapporti normalissimi, come lo sono tuttora, rispetto la sua scelta. Se fosse stata indotta da altri mi sorprenderebbe.

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Hai ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà e apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni. Quelli che ti hanno fatto più piacere?

Moltissimi, l’affetto è stato tanto. Ce ne sono alcuni che difficilmente scorderò. Giovani che mi comunicano il loro dispiacere, che si sono appassionati al ciclismo grazie alle nostre telecronache (indicando anche Pancani), costretti a fare le corse per tornare da scuola velocemente e godersi le tappe del Giro e del Tour …testimonianze di affetto vero.

Sei rimasto sorpreso dalla “retrocessione” in moto-cronaca del tuo compagno di mille telecronache, Francesco Pancani?

Sì, lo sono. le sue qualità sono indiscutibili.

Cosa ne pensi del nuovo prodotto ciclismo targato Rai Sport? A detta di molti, la qualità complessiva è scesa notevolmente…

Ritengo di essere il meno indicato a parlarne. lo faccio in modo costruttivo, mettendomi nei panni del fruitore, quale sono. Ritengo che i cambiamenti possano essere salutari, ma allo stesso tempo vadano preparati e pianificati. Per il ruolo di commentatore tecnico non è sufficiente aver corso. A mio avviso sarebbe stato più opportuno dare il tempo ai nuovi di fare esperienza, provarli, testarli, aiutarli ad entrare nel meccanismo televisivo, e successivamente lanciarli. Il sottoscritto ha iniziato nel 2003, e nel 2014 era pronto a rilevare il testimone da Davide Cassani, dopo aver fatto fino al 2013 più di 500 telecronache. Se qualcosa sorprende è che ad essere irruento nei cambiamenti sia stato un direttore che ha un’esperienza specifica. Ma tant’è, così sono andate le cose.

I cambiamenti possano essere salutari, ma allo stesso tempo vanno preparati e pianificati. Prima di rilevare il testimone da Davide Cassani ho fatto più di 500 telecronache. Se qualcosa sorprende è che ad essere irruento nei cambiamenti sia stato un direttore che ha un’esperienza specifica.

Silvio Martinello

L’APPRODO A RADIO RAI

Il 3 aprile hai annunciato che seguirai il Giro 2019 per Radio Rai. Una notizia accolta con grande entusiasmo da moltissimi tifosi (in tanti hanno scritto sui social che seguiranno il Giro in TV con audio spento e radiocronaca in sottofondo). Com’è nata la cosa e chi sono le persone che ti hanno cercato e voluto?

Sono stato contattato verso la fine di febbraio, sono stati molto determinati, io sinceramente avevo deciso di voltare pagine e dedicarmi ad altro, ma hanno insistito molto e mi dispiaceva deluderli. È una nuova esperienza, che comunque mi stimola.

Cosa pensi in generale del mezzo radio? Quali sono le differenze principali tra una telecronaca ciclistica e una radiocronaca?

Per me è un mezzo nuovo, dovrò abituarmi, cercherò di farlo il più in fretta possibile.

Giro d’Italia 2019 sulla Rai, tra retroscena e malumori

Un pensiero per Massimo Ghirotto che ti ha ceduto il testimone?

Massimo ha rinunciato per motivi personali, è stato così che si è aperta questa possibilità. Ci siamo sentiti, siamo amici da sempre, la sua assenza è solo temporanea, dal 2020 ritornerà al suo posto.

Prevale di più l’adrenalina per questa nuova sfida professionale o il senso di rivalsa per chi non ha voluto confermarti alle telecronache?

Nessuna rivalsa, semplicemente una nuova sfida da affrontare con la consueta determinazione e umiltà.

LINGUAGGIO E TELECRONACHE NEL CICLISMO

Ciclista, assistente alla regia/opinionista, commentatore tecnico. Hai potuto vivere e osservare il ciclismo da diversi punti di vista. In generale, secondo te, com’è cambiato il modo di raccontare il ciclismo in televisione negli ultimi 30 anni? Che ruolo hanno giocato/stanno giocando i social?

Il racconto è cambiato moltissimo, le telecronache sono lunghissime, anche il commentatore tecnico non si occupa solo di aspetti tecnici, ma svolge il ruolo di telecronista aggiunto.

In questi anni gli appassionati si sono spesso divisi tra le due tipologie di telecronaca ciclistica presenti sul mercato televisivo. La tua, più sobria ed equilibrata, e quella più immaginifica di Riccardo Magrini su Eurosport. Cosa pensi di questa diversità di stili?

Personalmente non apprezzo molto lo stile cabarettistico, ma capisco anche che ognuno prova a giocare al meglio le carte che ha a disposizione. Riccardo possiede questa dote naturale di saper intrattenere ed ha impostato il suo lavoro su questo metodo, evidentemente con l’ok da parte dell’editore. A Rai Sport credo non avrebbe potuto. In ogni caso è un metodo alternativo, il telespettatore ha in questo modo la possibilità di scegliere.

Più difficile tenere in piedi una telecronaca diretta di 5-6 ore – magari con i big che si controllano fino agli ultimi 3km – o affrontare un tappone dolomitico o pirenaico (soprattutto per un velocista come te)?

In entrambi i casi necessario preparare tanti argomenti da trattare, il segreto è quello. Per quanto mi riguarda l’approccio era sempre lo stesso: studio, concentrazione e attenzione a ciò che accedeva.

Un’ultima cosa. Dove hai guardato le Classiche: Rai Sport o Eurosport?

Mi piace fare zapping, soprattutto nelle fasi iniziali o nelle fasi dove non accade molto. Ma le fasi cruciali della gara le seguo su Rai Sport, una testata giornalistica a cui sono comunque legato moltissimo e dove conosco tantissimi bravi professionisti. I direttori passano, Rai Sport rimane.

Un doveroso ringraziamento a Silvio per la disponibilità e la franchezza dimostrate. Ovviamente, SportInMedia è aperto a eventuali repliche o commenti delle persone citate nell’intervista.

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TAG: Bulbarelli, Giro, intervista, Pancani, Radio Rai, Rai Sport, Silvio Martinello, Telecronache, Verità
Simone Salvador 25 Febbraio 2021 7 Maggio 2019
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5 commenti
  • Maurizio Dominici ha detto:
    8 Maggio 2019 alle 15:54

    Grande Silvio sei il numero 1 ho già sentito decine persone ripetere la stessa frase “TV accesa senza audio e Rai radio corsa a tutto volume”

    Rispondi
  • Simone Sighinolfi ha detto:
    16 Agosto 2020 alle 11:22

    Pancani cronaca, Martinello commento tecnico, Saligari in moto.
    Trio perfetto.

    Rispondi
  • Giovanna ha detto:
    31 Agosto 2020 alle 17:16

    TOUR de France,terza tappa,meravigliosamente commentata dal grande Francesco PANCANI,
    aiutato, bene,da Marco SALIGARI,con commenti storici dei luoghi di Fabio Genovesi (grazie)!
    Siete stupendi,ma,Silvio MARTINELLI e Alessandra DE STEFANO dove sono??
    Signori Auro BULBARELLI e Davide CASSANI,per favore,al prossimo GIRO d’ITALIA,a ottobre,
    potremo sentire il loro commento vocale??Grazie

    Rispondi
    • Giovanni ha detto:
      8 Aprile 2021 alle 21:11

      In realtà qui Cassani non centra nulla, non decide minimamente chi fa le telecronache su RaiSport.

      Rispondi

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