LA GIORNATA DI IERI E LO SKICROSS
Tredici giorni di titoli olimpici, dieci quelli in cui almeno un atleta italiano è riuscito a salire sul podio.
Ieri mattina ci siamo svegliati con la medaglia di bronzo di Federica Brignone nella combinata alpina femminile, la seconda medaglia di questa atleta nell’olimpiade attualmente in corso, la terza della sua carriera, decisamente soddisfatta e sorridente al termine della propria prestazione.
Spiace, invece, per la nostra Jole Galli, uscita nei quarti di finale del freestyle femminile, specialità skicross, in un’emozionante manche dove ha cercato in tutti i modi di tenere testa al temibile duo canadese Hannah Schmidt (poi medaglia d’argento) e Marielle Thompson (che ha chiuso al sesto posto), che, purtroppo, le hanno impedito di accedere alle semifinali.
L’altra italiana in pista, Lucrezia Fantelli, invece è uscita negli ottavi di finale dopo un errore nell’atterraggio a causa del quale è rimasta a lungo a terra, lasciandoci con il fiato sospeso per qualche minuto (si teme un infortunio al ginocchio: in bocca al lupo Lucrezia).
Decisamente spettacolare è lo skicross, una specialità nella quale più atleti scendono contemporaneamente lungo un percorso artificiale pieno di rampe, cunette, curve, che gli sciatori percorrono partendo in linea dai “cancelletti” per arrivare il prima possibile al traguardo.
Una disciplina, molto spettacolare e con un format gradito alle televisioni, che è stata introdotta ai giochi olimpici soltanto a partire dall’edizione di Vancouver 2010 nella quale le polemiche non mancano nonostante l’utilizzo anche in questa disciplina di un sistema di revisione delle immagini che consente ai giudici di valutare eventuali irregolarità da parte degli atleti.
Ma, come sempre accade, quando sono gli uomini a prendere delle decisioni le polemiche non mancano pur se adiuvati dalla tecnologia, com’è accaduto, ad esempio, proprio al termine della finale di ieri dello skicross femminile, con la svizzera Fanny Smith che si è sentita depredata di una medaglia a causa di una presunta irregolarità commessa dalla tedesca Daniela Maier.
LA STORIA (E IL RECORD) DI CANDE MORENO
Man a mano che ci si avvicina alla fine degli eventi è sempre più difficile individuare un’atleta di cui nessuno parla alle nostre latitudini sulla cui esperienza ricamare una “storia olimpica”.
Anche oggi sono stato fortunato, avendone scovata una, di un’atleta passata grazie all’impresa di ieri alla storia dello sport del suo paese.
Una piccola nazione, un principato, per l’esattezza situato nel bel mezzo dei Pirenei: Andorra.
Uno stato che partecipa senza soluzioni di continuità dal 1976 a tutti i giochi olimpici, estivi e invernali, che, tuttavia, non è mai riuscito a portare un proprio atleta sul podio.
Quest’anno ha schierato cinque atleti al via, due dei quali nello sci alpino.
Ed è proprio una di questi, Cande Moreno, che ieri ha stabilito un record.
Corre per Andorra, ma è nata in Argentina a Cordoba, 21 anni fa.
Ama andare in bici e sciare, ovviamente, combattendo con un problema alla schiena che l’accompagna da lungo tempo a causa del quale ha dovuto interrompere a più riprese la preparazione per la stagione di coppa del mondo, prima, e in vista delle olimpiadi, poi.
Ciononostante è riuscita non solo a partecipare ai giochi olimpici invernali (non portando a termine la discesa libera e arrivando trentesima nel supergigante), ma nella giornata di ieri è arrivata là dove una atleta femminile di Andorra non era mai riuscita ad arrivare ai giochi olimpici.
Dodicesima nella classifica della combinata alpina, battendo, e di molto, il precedente record detenuto da Mireia Gutierrez (diciottesima nella combinata di Sochi del 2014), che, a sua volta, aveva migliorato la migliore prestazione ai giochi olimpici di una sciatrice connazionale, il diciannovesimo posto di Vicky Grau nello slalom speciale di Nagano del 1998.
Non è mancato il tweet celebrativo della Federazione Andorrana di sci, che ci ricorda come il brillante risultato ottenuto ieri da Cande sia, in realtà, il secondo miglior risultato di un atleta andorrano ai giochi olimpici, in quanto qualche giorno fa Joan Verdù è stato in grado di chiudere lo slalom gigante maschile al nono posto.
Un’edizione, quindi, davvero storica per lo sci andorrano, quella attualmente in corso, che non poteva di certo non essere celebrata all’interno di questa rubrica!
Felicitats Cande!
LE GARA DA NON PERDERE SABATO 19 FEBBRAIO
Dopo la giornata di oggi, domani si svolgeranno le gare nelle quali gli atleti azzurri avranno le ultime possibilità di vincere una medaglia.
Iniziando all’alba (5,45) con il parallelo a squadre dello sci alpino, si proseguirà (dalle 7,00 in poi) con la gara più lunga dello sci di fondo, la 50 km a tecnica classica (chissà che Francesco De Fabiani non ci porti un’inattesa medaglia) per poi passare alle ultime gare del pattinaggio di velocità con Andrea Giovannini prima (dalle 9,30) e Francesca Lollobrigida poi (dalle 10) a lottare per l’ultima medaglia che un’atleta italiano può aspirare di vincere.
E chissà che colei che ha vinto per il nostro paese la prima medaglia non porti a casa anche l’ultima…
Stay tuned!
P.S.: è finita invece ieri l’avventura per le mitiche Garlic Girls, che hanno perso la partita decisiva contro la Svezia, non riuscendo così a centrare la finale del torneo olimpico come quattro anni orsono in Corea del Sud. Peccato!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.
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