Come da un po’ di anni a questa parte, l’ultima puntata della rubrica prima della pausa estiva viene dedicata alla disamina dalla privilegiata postazione del divano di casa della produzione televisiva della più importante corsa ciclistica a tappe che si disputa ogni anno nel mondo, vale a dire Le Tour de France.
Devo essere sincero, ma l’edizione conclusa ieri de la Grande Boucle a Parigi non è stata all’altezza delle mie aspettative (probabilmente esagerate) che mi ero prefigurato in ragione di quanto avevo avuto modo di apprezzare nelle ultime edizioni.
Senza voler cadere in nazionalismi di sorta, devo ammettere che a livello di grafiche il gap tra Giro d’Italia e Tour de France si è praticamente azzerato, grazie allo sforzo messo in campo negli ultimi due anni dagli organizzatori della corsa rosa.
Poche le novità nelle grafiche rispetto all’edizione andata in scena dodici mesi fa, la principale delle quali è frutto dell’analisi in tempo reale elaborata dall’intelligenza artificiale (il cui utilizzo è stato senz’altro implementato rispetto al 2024), che ha permesso di mettere a disposizione del telepcsportdipendenti dati aggiornati in grado di mettere in risalto momenti chiave della corsa.

Altra piccola novità, che, in realtà, si è vista poco (nonostante, specie nella prima settimana, si sia presentata in più circostanze l’occasione per metterla in sovraimpressione), è la grafica con cui sono stati indicati i nominativi dei ciclisti coinvolti in una determinata caduta, utile per fare chiarezza anche in cabina di commento.

Ed ancora, il profilo della salita, in maniera da percepire quelli che erano i tratti più impegnativi di una determinata ascesa nonché la pendenza e la lunghezza del tratto più ripido (essendo stati invece rimossi sulla parte sinistra del teleschermo quei dati presenti 12 mesi fa, che permettevano ai cicloamatori di comparare le loro prestazioni sulle ascese con quelle dei campioni).

Per il resto, abbiamo assistito a un assestamento del pacchetto di grafiche (di livello, sia chiaro) utilizzate nella penultima edizione, con il tracker dei corridori durante le ascese, i nominativi dei ciclisti presenti nei vari gruppi (anche questa grafica, purtroppo, è andata in onda con il freno a mano tirato) e il riepilogo dei punti in palio in un traguardo volante ovvero in un GPM, prendendo spunto da ciò che abbiamo visto, anche di recente, nell’ultima edizione della corsa rosa.

Quel che è mancata, quest’anno, almeno secondo me, è stata l’assenza di quelle novità, in tema di grafiche, tali di far percepire il Tour De France come una corsa ciclistica un passo avanti rispetto a tutte le altre, essendo, di fatto, stato raggiunto dalle altre competizioni.
Non è semplice, me ne rendo conto, però, ad esempio, qualche idea mi è venuta in mente, guardando la corsa durante queste settimane.
Prendiamo a esempio la grafica con i distacchi tra i vari gruppi:

Potrebbe essere interessante alternare il distacco in termini di tempo, con il distacco in metri lineari tra i vari gruppi di ciclisti (posto che inserire entrambi i dati contemporaneamente potrebbe in effetti “affollare” troppo lo spazio all’interno del riquadro leggendo illeggibili entrambi i dati), presenti sì, ma non in maniera continua sul teleschermo, in quanto di tanto in tanto relegati nella sua parte bassa a destra.
In alternativa, potrebbe scendere da una tendina il distacco in metri lineari dal battistrada, ovvero, ove necessario, quello da un determinato punto del percorso (come ad esempio un GPM, ovvero), già oltrepassato dal ciclista in testa, prendendo spunto, ad esempio, da quel che si è visto in occasione degli ultimi campionati italiani di ciclismo su strada.

Ed ancora.

I ticker (un po’ troppo ingolfati di dati…) ci permettono di individuare gli atleti da tenere sott’occhio all’interno di un determinato gruppo, del quale, tuttavia, sarebbe opportuno conoscere anche i nominativi degli altri componenti, un’indicazione che potrebbe essere ad esempio riportata in un banner nella parte bassa del teleschermo, oppure in un menu a tendina in corrispondenza del riquadro ritraente la distanza che separa i ciclisti in testa dall’arrivo.
Mi rendo conto che si tratta di idee, probabilmente di difficile realizzazione, tenendo conto della necessità di far occupare alle grafiche meno spazio possibile all’interno del teleschermo per non oscurare le immagini che vengono mandate in onda, però, sognare non costa nulla!
Una spanna superiore rispetto al resto delle altre gare ciclistiche, invece, le riprese effettuate attraverso gli elicotteri (due al seguito della corsa per tutta la durata della tappa, ognuno dei quali dotato di due telecamere, una grandangolare e la classica wesley).
Per quale motivo le ritengo superiori rispetto al resto delle altre corse a tappe?
Per la loro capacità di raccontare la corsa con quel tocco artistico tale da far venire la voglia di rimanere incollati al televisore in attesa della successiva messa in onda delle immagini dall’alto.
Appuntamento all’edizione 2026….e a settembre con il prossimo numero della rubrica.
Stay tuned!

Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.
TUTTE LE PUNTATE DI ULTRA SLOW MO
TUTTE LE PUNTATE DI ++BREAKING NEWS ULTRA SLOW-MO++
TUTTI GLI ARTICOLI DELLA RUBRICA DEDICATA A PECHINO 2022