Quando ho avuto il grande privilegio di vivere il dietro le quinte di gara due dell’ultima edizione della serie finale scudetto di pallavolo femminile (LEGGI QUI LA PUNTATA 131 DI ULTRA SLOW MO), la mia attenzione si è più volte soffermata su di un giovane rappresentante di Lega Pallavolo Serie A Femminile che nel corso del pomeriggio-serata si occupava di una serie eterogenea di attività, in gran parte legate alla produzione televisiva del match, passando, difatti, dalla tribuna stampa alla cabina di regia, soffermandosi a parlare con l’addetta alle grafiche e curando il backstage dei vari collegamenti a bordo campo, senza farsi poi troppi problemi nel salire durante un time out su di una scaletta per cercare di ripristinare il collegamento della netcam.
Non era l’unico “poliedrico” rappresentante di Lega Pallavolo Serie A Femminile presente al Pala Wanny di Scandicci, sia chiaro, ma è stato colui con cui ho avuto più tempo per scambiare vis à vis qualche impressione sulla produzione televisiva del match, al punto da lasciarlo con la promessa di risentirci per approfondire le modalità in cui Lega Pallavolo Serie A Femminile ha prodotto gli interi campionati di Serie A1 e di Serie A2.
Un privilegio, pertanto, questa settimana, avere avuto la possibilità di chiacchierare con Alessandro Spigno, 32 enne giornalista di Genova, che lavora da tempo nell’Ufficio Stampa di Lega Pallavolo Serie A Femminile, con il ruolo, attualmente, di Digital & Project Manager.
“Fin da piccolo ho sempre avuto la passione per la televisione e la tecnologia, potendomi definire quello che adesso viene chiamato ‘nerd‘. Quando a casa nel 1998 entrò il primo personal computer dell’Olivetti, iniziai sì a giocare con i primi cd, ma, soprattutto, ero incuriosito dal cercare di capire come funzionavano i programmi. Una passione che ho sempre coltivato nel corso dell’adolescenza e durante i miei studi universitari, anni in cui sono cresciuto con l’idea di lavorare nel mondo della comunicazione, coltivando, quindi, il sogno di fare il giornalista. Ho quindi iniziato a collaborare per il Corriere Mercantile [un quotidiano locale con sede in Genova, che fu una delle più longeve testate italiane: n.d.r.] scrivendo qualche articolo sulle partite di calcio dei dilettanti, per poi approdare a Primocanale [una emittente televisiva italiana a carattere regionale: n.d.r.] per curare una trasmissione dedicata al calcio dilettantistico. È stata un’esperienza fondamentale per la mia crescita professionale, avendo difatti avuto la possibilità di collaborare o, meglio, vedere all’opera, fior fior di professionisti (uno su tutti Massimo Saperdi) che non si sono mai tirati indietro dal saziare le mie curiosità su quel mondo del dietro le quinte che mi ha da sempre affascinato, come la regia, i software di emissione e tutti gli annessi e connessi, insegnandomi pure qualche segreto del loro mestiere. Mi ricordo ancora lo stupore di quando vidi uno dei primi zainetti live tv che grazie alle 8 sim 3g in esso presenti era in grado di trasmettere un segnale in diretta da qualsiasi punto: fantascienza!”.
E come sei entrato a far parte dello staff di Lega Pallavolo Serie A Femminile?
“Dopo l’esperienza a Primocanale mi sono trasferito a Milano dove ho iniziato a lavorare a Sportitalia come giornalista, ma cercando sempre di dare una mano a quelle attività accessorie al lavoro del giornalista, curando gli aspetti tecnici di una produzione televisiva, creando qualche camera plan et similia. Per metà stagione 2014/2015 Sportitalia si aggiudicò i diritti per la trasmissione del campionato di volley femminile di Serie A e dalla stagione successiva iniziai a collaborare con Lega Pallavolo Serie A Femminile che, in maniera decisamente pioneristica, prendendo spunto da quello che stava succedendo all’estero, decise dal 2015/2016 di lanciare la prima piattaforma OTT (LVF TV), una scelta senz’altro lungimirante nell’epoca in cui c’era (solo) la ADSL. Mi è stata offerta l’opportunità di lavorare a tempo pieno su questo progetto, finalizzato alla produzione televisiva in maniera standardizzata di tutti gli incontri del campionato. Un’offerta che ho subito accettato con grande entusiasmo e motivazione”.
Un’esperienza, quindi, che si protrae da una decina di anni?
“Sì, con una parentesi in mezzo tra il 2018 e il 2020 in cui mi è stata data la possibilità di lavorare presso la Confederazione Europea di Pallavolo (CEV) in Lussemburgo, curando i progetti digitali e supportando il lavoro di assoluta qualità nelle produzioni televisive della CEV con il supporto del partner Infront, un’esperienza che mi ha permesso, ancora una volta, di lavorare a stretto contatto con professionisti di livello internazionale”.
Non posso pertanto lasciarmi sfuggire l’opportunità di farmi spiegare da Alessandro con quali mezzi vengono prodotte televisivamente le partite dei campionati nazionali di volley femminile.
“Si tratta di un piano che è variato nel corso degli anni: in questa stagione, ad esempio, abbiamo sviluppato 3 standard di produzione. Il primo, basico, che prevede la copertura del campo di gioco con 4 telecamere, destinato a quegli incontri che vengono trasmessi soltanto dal canale OTT “VBTV” di proprietà di Volleyball World, rightsholder di Lega. Per questo standard di riprese, a partire dalla stagione che si è appena conclusa, si è passati da una produzione locale con un piccolo OB Van a una remote production sviluppata da EMG Italy, uno dei nostri partner di riferimento. Per le partite, invece, che vengono trasmesse dai broadcaster licenziatari dei diritti televisivi, cioè RaiSport e Sky Sport, il numero di telecamere aumenta di uno, essendo, difatti, presenti la main camera, la close up (per i primi piani), una sul lato corto, una a bordocampo e la net cam. Agli eventi, quali finals di coppa Italia o serie finale scudetto, viene invece riservato un camera plan di assoluto riguardo, grazie alla presenza di camere speciali o di super slow motion per cogliere i dettagli (LEGGI QUI LA PUNTATA 124 DI ULTRA SLOW MO)”.
Questa è la copertura della Serie A1, mentre per la Serie A2?
“Consentimi, Wenner, di spendere qualche parola sulla produzione di questo campionato che Lega Pallavolo Serie A Femminile sta producendo dalla stagione 2020/2021 al fine di offrire un servizio a tutti gli appassionati che non avevano la possibilità di accedere agli impianti a causa delle restrizioni dipendenti dalla legislazione pandemica. Tutto il campionato viene prodotto nella sua interezza con una produzione standard, utilizzando una sola telecamera con operatore, produzione arricchita per alcuni eventi (finali playoff, gara premiazione regular season) da altre tre telecamere. Da questa stagione abbiamo sviluppato con i nostri partner di fiducia un sistema di play out in matrice cloud: la camera viene difatti collegata a un encoder sviluppato da Paiper e questo encoder trasmette il segnale alla matrice cloud che, in maniera automatizzata, si occupa di mandare in onda la sigla di apertura e di chiusura, i messaggi pubblicitari tra un set e l’altro, e, soprattutto, le grafiche sulla base del flusso dati scout a bordo campo che alimenta in maniera automatizzata la grafica televisiva. Ti assicuro, Wenner, che la parte ingegneristica che siamo riusciti a sviluppare non è di poco conto”.
Dalle parole di Alessandro traspare come i vari risultati che si ottengono sono possibili grazie a un lavoro di gruppo tra Lega Pallavolo Serie A Femminile e i vari partner di riferimento.
“Senz’altro Wenner, l’intesa con i nostri partner è elevata, frutto di un rapporto che si è consolidato nel corso degli anni. E’ un processo naturale che si sviluppa quando si ha la possibilità di implementare alcune idee con fornitori che rappresentano le eccellenze in ambito nazionale e internazionale e che ci teniamo ben stretti. Ma in tutto questo va tenuto conto anche del modo di lavorare che hanno le 10 persone che fanno parte dello staff di Lega Pallavolo Serie A Femminile, mosse da un comune spirito, proprio di una start up. Ognuna di noi si occupa di un settore specifico che cerca di sviluppare guardandosi intorno per sapere cosa accade nel mercato, quali sono le novità intervenute in altri contesti per verificare se le stesse possono essere adottate nel sistema del nostro workflow, confrontandosi di continuo con i nostri fornitori per cercare di portare un qualcosa di nuovo. Ti faccio un esempio: da un po’ di tempo abbiamo deciso di introdurre il premio alla MVP del mese, premiandola con un supporto stampato simile alla “Carta FUT”. Si tratta di un’idea a cui tutto lo staff di Lega Pallavolo Serie A Femminile ha lavorato ognuno apportando un qualcosa in vista del risultato finale: sembra semplice, ma Ti assicuro che c’è tanto lavoro per questa premiazione che può sembrare banale. Va, difatti, prodotta la carta, realizzato un video dedicato alla giocatrice premiata, va organizzata la ripresa della premiazione. Sono tutte attività complementari realizzate per lo sviluppo di un’idea con uno spirito di gruppo che rappresenta in comune denominatore”.
E in che cosa possono crescere le produzioni televisive delle partite di Lega Pallavolo Serie A Femminile?
“Occorre fare senz’altro un distinguo fra la produzione tradizionale e quella da remoto. Nel primo caso, vi potrebbe essere un’integrazione delle camere da utilizzare nella produzione di un numero sempre maggiore di partite, allargando, ad esempio il numero di incontri in cui utilizzare la superslowmotion, che permette di esaltare i gesti tecnico atletici delle giocatrici. Poi, ovviamente, impiegare anche più microfoni, più camere speciali, come Jimmi Jib, Cable Cam o camere con ottica cinematografica su di un gimbal, avendo, tuttavia, cura di non farsi prendere dalla frenesia di voler utilizzare qualche camera in più tanto per. Mi spiego meglio, sono camere capaci di fornire immagini bellissime, però, in taluni casi, il loro impiego può non rivelarsi perfettamente compatibile con lo sfondo del campo da gioco, di colore fucsia e sul quale sono presenti alcuni adesivi che non consentono alla camera speciale di dare quel plus che ci si attende dal suo utilizzo. Prendiamo, poi, le camere con ottica cinematografica: bellissime anche quelle, però, a nostro avviso, danno un valore aggiunto se impiegate per cogliere l’emozione dei tifosi. Insomma, si può lavorare per cercare di fornire un prodotto sempre più bello e curato. Quanto, invece, alle produzioni remotizzate, i margini di miglioramento possono essere esponenziali e rappresentano uno degli obiettivi a cui si sta lavorando anche in vista della prossima stagione. Logicamente, occorre tempo, ma, soprattutto una infrastruttura potente con fibra ottica che attualmente non abbiamo. I tecnici di EMG Italy hanno fatto un miracolo quest’anno nel mettere in piedi una produzione remotizzata in poco tempo senza alcun problema di rilievo. Usando il monocamera, ed eliminando tante piccole parti, siamo riusciti a portare in serie A2 la connessione in fibra con diverse tecnologie, come una FWA, ponti radio 5g con sim prioritizzate. Ingegnerizzando encoder quest’anno abbiamo sperimentato una tecnologia che esiste da tempo e che non avevamo mai sperimentato, che è quella dell’H265: mentre nella stagione precedente trasmettevamo a 6 mb/s in H264, quest’anno abbiamo trasmesso sempre a 6 mb/s ma in H265, aumentando sensibilmente la qualità del segnale, trasmettendo immagini di qualità”.
Non posso che ringraziare Alessandro per la quantità e la qualità di informazioni che ha messo a disposizione dei lettori di questa rubrica, e, soprattutto, confermare che la passione che lo muoveva da bambino è la stessa che mette tutt’ora nella sua poliedrica professione.
Lo si percepisce dall’entusiasmo con cui ne parla.
Grazie, Alessandro, ad maiora.
Anche il Tuo nome è annotato nel mio personalissimo cartellino.
Stay Tuned!
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