Cari amici di SportInMedia, per questo nuovo appuntamento della rubrica, abbiamo avuto il privilegio di poterci confrontare con Matteo Pacor, qui in veste di responsabile dei progetti olimpici di Eurosport / Discovery WB Italia, che con estrema cortesia e disponibilità ci ha raccontato il dietro le quinte dell’organizzazione e della produzione televisiva dell’evento sportivo per eccellenza, le Olimpiadi.
È stata una bella chiacchierata, molto interessante e piena di spunti di riflessione anche sul modo di proporre lo sport in video (ha senso il 4K al giorno d’oggi? Ma su questo penso torneremo in un’altra puntata…) e sulla sua fruibilità da parte del pubblico.
Non manca poi una descrizione dell’offerta dedicata al pubblico italiano e sul taglio giornalistico del racconto che ci daranno gli amici di Eurosport.
Per chi non lo sapesse (pochi), Matteo Pacor ha collaborato con le principali reti televisive italiane, da TeleMonteCarlo, Mediaset, Sky, fino ad approdare appunto ad Eurosport, dove dal 2016 è responsabile a livello internazionale per gli sport invernali.
Molti lo ricorderanno al fianco di Bruno Gattai nelle mitiche telecronache di fine anni ’80, quando insieme ci raccontavano le imprese sportive di Alberto Tomba (ne trovate traccia anche nella splendida puntata di Viale delle Rimembranze #54, curata dall’amico Lucio Celletti).
COSA SIGNIFICA ESSERE PRODUTTORE ESECUTIVO
Iniziamo cercando di capire, qual è il ruolo del nostro interlocutore, che per Parigi 2024 sarà il produttore esecutivo del progetto italiano. Discovery infatti è costituita da un network internazionale, in cui ogni paese ha i propri responsabili di mercato e in molti c’è anche il responsabile del progetto.
“Insieme a Luca Stacul, responsabile di Eurosport in italia, e con i colleghi di Parigi e Londra, sono una delle persone che organizza il budget, sviluppa il progetto, verifica quante persone ci servono per realizzarlo. È un lavoro di executive producer, che guarda tanto agli aspetti di produzione, che di gestione dei posti. Ci dobbiamo preoccupare di fornire una “piattaforma” dove sviluppare i contenuti, che vengono creati dai vari team editoriali, telecronisti, studi, inviati, talent etc”.
“Non sono solo, ma chiaramente faccio parte di un team”, ci dice Matteo.
RICAPITOLIAMO LA QUESTIONE DEI DIRITTI PER PARIGI 2024
“Parigi 2024 fa ancora parte del ciclo precedente di diritti televisivi, partito con la trasmissione dei giochi di Pyeongchang, per cui oggi siamo detentori dei diritti complessivi, sia per quanto riguarda tutto il contenuto lineare, che per quello che riguarda la parte digital. Poi abbiamo dovuto rivendere parte dei diritti in alcuni paesi dove vi sono degli obblighi di esposizione in chiaro del Marchio Olimpico sui canali lineari free to air”.
È il caso dell’Italia, dove la trasmissione è operata dalla RAI.
Per quanto riguarda Milano-Cortina 2026, invece, e fino alle Olimpiadi di Brisbane, i diritti saranno detenuti in “coabitazione” con EBU (European Broadcasting Union), l’organizzazione dei vari broadcaster europei, che associa varie emittenti pubbliche e private, tra cui appunto la RAI.
LA PRODUZIONE DELLE IMMAGINI PER L’EVENTO OLIMPICO
Matteo mi dice che il segnale è prodotto dal CIO, “quello che facciamo è integrare il feed con il nostro contenuto. Abbiamo quindi le nostre telecamere, ogni paese ha le sue, e questo ci permette di fare le personalizzazioni come le interviste in lingua italiana, di registrare i pezzi di “colore” e i servizi da Casa Italia”. In questo modo Eurosport può integrarsi e sovrapporsi ai flussi inviati OBS, l’Olympic Broadcasting Services, che fornisce tutti i segnali.
LA LOGISTICA: QUALI MEZZI
Eurosport Italia non avrà la necessità di portare in Francia chissà quali mezzi, in quanto la produzione viene comunque gestita dal team centrale dell’azienda, che metterà a disposizione il necessario:
“Noi lavoriamo su di una infrastruttura condivisa fra tutti i team nazionali del gruppo Discovery. Abbiamo i nostri operatori, muniti di telecamere, che normalmente troviamo già sul posto. Tecnicamente non abbiamo molti altri “mezzi”, nel senso che non abbiamo necessità di avere regie o un centro di produzione lì, ma tutti i segnali vengono mandati a Milano e lì poi sono lavorati in una regia, nel centro di produzione di Cologno Monzese”.
LA TRASMISSIONE DELLE OLIMPIADI PARIGI 2024: EUROSPORT 2 IL CANALE DEGLI ATLETI ITALIANI.
Avendo ben a mente i numerosi commenti sentiti anche all’interno della nostra community, chiedo a Matteo se per questa edizione dei Giochi, la personalizzazione, rispetto a Tokyo, ci porterà ad avere un canale dedicato agli atleti italiani.
Molti infatti lamentavano l’assenza di un “contenitore”, com’è RAI 2 per la visione in chiaro, dove ci si possa focalizzare sugli eventi più importanti e sulle gare che coinvolgono atleti nostrani.
“Guarda, il canale Eurosport 2 è prodotto da noi a Milano e quindi sarà personalizzato proprio in quel senso. Eurosport 1, gestito dai colleghi di Parigi e Londra, proporrà il grosso dell’Olimpiade, mentre Eurosport 2, dal mattino alla notte, sarà il canale che ci permetterà di seguire tutto quello che riguarda i nostri azzurri, una sorta di spezzatino ragionato.
Anche perché alcuni sport hanno una scarsa diffusione in Italia, come ad esempio la pallamano, mentre all’interno di altri Paesi, come quelli del Nord Europa, Norvegia, ma anche Francia, Germania, Polonia, è uno sport molto importante. Viceversa per noi la pallanuoto è super importante e per gli altri che ti ho nominato è marginale”.
“Abbiamo anche un vantaggio forse rispetto alla RAI, nel poter avere una flessibilità maggiore rispetto ai passaggi di canale, ma ovviamente dovremo bilanciarci con il fatto che abbiamo un solo canale a disposizione” (e, aggiunge chi scrive, non ci saranno telegiornali ad interrompere eventualmente gli eventi – ndr).
L’APPROFONDIMENTO: SUL POSTO E CON GLI STUDI DEDICATI
L’approfondimento e gli studi saranno operati dall’Hotel Raphael, quartier generale Eurosport House di Parigi 2024, ma anche da Casa Italia, sede della nostra rappresentativa, dove si incontreranno gli atleti nostrani e festeggeremo le loro medaglie.
“Faremo uno studio al mattino di presentazione e uno studio serale da Casa Italia. Poi durante il giorno lavoreremo con molta flessibilità, molta dinamicità all’interno delle venues, oppure anche in giro per la città. Come Discovery, è la prima Olimpiade che noi viviamo a orari umani. Finalmente abbiamo un orario europeo e nella nostra città, perché comunque Eurosport è di Parigi.
Parigi poi offrirà degli scorci meravigliosi, saremo nella città della Belle Epòque e le gare si svolgeranno in luoghi iconici, sotto alla Tour Eiffel, in Place de la Concorde. Non scordiamoci poi la cerimonia inaugurale sulla Senna, che sarà un evento nell’evento.
Vorremmo poi cercare di farla vivere e di vivere in giro per le strade. Ci saranno tanti tifosi italiani, quindi magari li seguiremo quando vanno a vedere le gare, vanno a fare il tifo per i nostri, faremo un po’ il dietro le quinte delle loro emozioni. Vogliamo concentrarci su un racconto laterale anche perché, ovviamente, le immagini di OBS sono talmente belle che c’è poco da aggiungere”.
IL VALORE AGGIUNTO DELLA PIATTAFORMA DISCOVERY PLUS
Oltre al canale “lineare”, il vero cuore dell’offerta Eurosport per le Olimpiadi è chiaramente rappresentato dalla piattaforma Discovery Plus, che abbiamo imparato a conoscere già per Tokio 2020 (21). Ricordiamo che dopo un iniziale e necessario rodaggio (c’era stato qualche piccolo problema nella gestione dei flussi audio), l’app andò benissimo e fu una vera e propria rivoluzione nel modo di seguire i giochi olimpici.
C’era stata, è vero, una prima sperimentazione a Londra 2012, quando la produzione Sky (Matteo Pacor c’era) propose ben 12 canali dedicati, con anche una funzione chiamata “medal alert” per essere avvisati quando si stava per assegnare una medaglia. Già quella fu un’offerta ricca, ma ora c’è l’imbarazzo della scelta.
“È vero, oggi l’offerta è amplissima. Tutta l’Olimpiade è disponibile su Discovery Plus, cioè ogni pedana, ogni tatami, ogni partita, ogni attrezzo della ginnastica. All’interno della piattaforma ci sarà tutto! Poi, ovviamente, noi facciamo i nostri canali di Eurosport, il nostro studio, il nostro approfondimento, ma chi è super appassionato di una sola disciplina potrà estraniarsi e guardarsi, che ne so, il canale del badminton! Se vuoi non ti perdi un minuto, te lo puoi anche rivedere, perché dentro la piattaforma puoi rivederti tutto quello che c’è stato questa mattina, ieri, l’altro ieri, una settimana fa. In questo senso, è cambiato il modo di fruire lo sport in tv”.
Tra l’altro la piattaforma Discovery+ si è rivelata una risorsa anche per gli allenatori: “Ti racconto un aneddoto. Quando eravamo a Tokyo, un caso un po’ curioso, alcune delle federazioni, alcuni dei team, ci hanno chiesto il modo per accedere a Discovery Plus dal Giappone in modo da potersi riguardare le partite dell’avversario. Si facevano poi delle grandi sessioni di visione. È uno strumento straordinario”.
Oltre a Discovery+, sappiamo poi che l’offerta, tramite accordi con le altre piattaforme, si è allargata anche a Sky, DAZN e Timvision e, su questo, Matteo ci tiene a precisare che “tra l’altro, su Sky, noi siamo con l’abbonamento base, quindi non siamo nel pacchetto sport, e lo possono vedere tutti gli abbonati. Questo è un aspetto che dovremmo promuovere meglio, perché di fatto si allarga ancora di più la platea degli spettatori”.
OLIMPIADI E PROMOZIONE SOCIAL
Sappiamo come ci sia una grande attenzione da parte di Eurosport anche sul lato social della promozione dei propri eventi.
Sempre più spesso troviamo sui vari profili i cosiddetti “instant video”, cioè video di 30 secondi che vengono pubblicati poco dopo la fine della gara o di una particolare prestazione. Celebri sono poi i video con le reazioni dei telecronisti di Eurosport, che ci fanno sbirciare nei vari sgabuzzini di commento per carpire le loro emozioni a caldo.
“Abbiamo dei team che fanno proprio questo lavoro di mini-highlight, di spezzettamento, e durante le Olimpiadi anche questo sarà un bel plus. Diciamo che su questo penso siamo abbastanza forti”.
QUAL’E’ IL LAVORO DA FARE FINO ALL’INIZIO DEI GIOCHI?
“Adesso la nostra sfida è quella di studiarci bene i calendari, vedere dove, momento per momento, ci possono essere degli azzurri in gara, e quindi decidere dove mandare i nostri giornalisti. Il gioco poi diventa proprio quello del cercare di incastrare i tempi, posto che ogni decisione definitiva verrà poi presa sul posto un paio di giorni prima o la sera prima della gara.
A livello organizzativo, si tratta materialmente di dire a un giornalista di andare a seguire, che ne so, il judo al mattino e se quell’atleta si qualifica per le finali resti lì, altrimenti ti sposti a seguire un’altra disciplina. Poi anche in quei casi, ci vuole un po’ di fortuna perché alle Olimpiadi ci sono sempre medaglie inaspettate, però cercheremo di farci trovare preparati.
Ora dobbiamo seguire le qualificazioni, vedere gli azzurri dove si qualificano, cercare di capire con i nostri esperti quali sono i favoriti e poi cominciare a livello tre blocchi quotidiani (mattino, pomeriggio e sera) dove mandare le persone”.
Parlando di esperti, ci sarà anche Massimiliano Ambesi?
“Sarà a Milano, avrà il ruolo di esperto e analista, un po’ un battitore libero. Ci darà una mano anche un po’ per organizzare il palinsesto”.
Ti chiedo un’ultima cosa più per personale: vivrai tutte le Olimpiadi sul posto?
“Sì, sarò quasi sempre a Parigi, ma magari farò qualche giorno anche a Milano”
Un sentito grazie a Matteo Pacor per averci accordato questa bella intervista, nella quale abbiamo potuto approfondire un po’ di più “la macchina” che sta dietro alla produzione di un evento sportivo a livello televisivo.
Nel prossimo appuntamento sarà proposta la seconda parte, dove l’attenzione si sposterà sulle modalità di raccontare un’Olimpiade, sul ruolo dei talent e, infine, sull’evoluzione della tecnologia e la differente fruibilità dello sport in tv (con una chicca finale!).
A presto.
VEDI SECONDA PARTE INTERVISTA CON MATTEO PACOR
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).