Tra le tante notizie che si possono trovare in rete su Parigi 2024, mi ha colpito in particolare un trafiletto de Le Monde, pubblicato online i primi giorni di luglio.
Ebbene, la notizia è che la Società di Consegna delle Opere Olimpiche (Solideo), ente incaricato di curare la costruzione delle infrastrutture per i Giochi, non ha avuto bisogno di tutti i finanziamenti pubblici stanziati!
Possiamo allora già concludere che i Giochi di Parigi 2024 chiuderanno in attivo? Assolutamente no, ovviamente, però c’è un segnale in controtendenza con le ultime edizioni olimpiche.
Ma andiamo con ordine e vediamo di capire come sono finanziati i Giochi, quali sono gli apporti economici dei privati (raccolti dal CIO) e quali invece le voci di spesa che competono alla pubblica amministrazione dello Stato ospitante.

I GIOCHI SI FINANZIANO DA SOLI (O QUASI): ORGANIZZAZIONE E COSTRUZIONE DELLE INFRASTRUTTURE
Il budget per l’organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 è messo a disposizione quasi per l’intero dal settore privato, mentre quello per la costruzione delle infrastrutture è sempre a carico dello Stato ospitante (ossia delle casse statali – fondi pubblici).
La distinzione porta in sé una logica evidente: sarà lo Stato a provvedere all’edificazione delle opere necessarie allo svolgimento dei Giochi, che poi resteranno come eredità per tutta la collettività ( la famosa “legacy“…).
Fin qui, tutto chiaro, non scopriamo niente di nuovo, ma ora diamo un’occhiata a come vengono ripartite queste spese.

A) QUANTO COSTA L’ORGANIZZAZIONE DEI GIOCHI?
Il 96% delle somme necessarie per finanziate l’organizzazione dell’Olimpiade proviene dal CIO, dalle società partner, dalla rivendita dei biglietti e dalle varie licenze concesse a terzi.
Con il budget garantito da queste entrate viene coperto ogni aspetto riguardante la pianificazione, l’organizzazione e la riuscita dell’evento, incluso l’affitto di locali/location, la preparazione e il funzionamento delle strutture, l’organizzazione delle gare, l’accoglienza delle delegazioni nazionali, l’alloggio e il trasporto degli atleti, nonché la sicurezza negli impianti di gara.
Non ultime per importanza, anzi forse tra gli aspetti più “costosi”, abbiamo anche le spese per l’allestimento delle Cerimonie di Apertura e di Chiusura.
Inizialmente, il budget del Comitato Organizzatore previsto nel dossier di candidatura per Parigi 2024 ammontava alla cifra di ben 3,2 miliardi di euro, aumentati dal Comitato stesso a 3,8 miliardi di euro.
Si sono poi verificate delle ulteriore stime in aumento (3,98 mld a fine 2021) fino a far salire i costi alla somma di 4,40 miliardi di euro, coperti in questa maniera:
- € 1.2 miliardi dal CIO: di ben €750 milioni legati ai diritti televisivi ed altri €470 milioni proveniente dai TOP Partner/sponsor più rilevanti, di cui parleremo poco sotto
- € 1.4 miliardi proveniente dalla rivendita dei biglietti (€1.1 miliardi), dall’hospitality (€170 milioni) e dalle licenze (€ 127 milioni)
- € 1.2 miliardi, da partnership varie. Si tratta anche dei partner locali, come ad esempio il gruppo francese LVMH (Louis Vitton) per l’edizione 2024
- € 193 milioni, altri ricavi
- 4% di finanziamento pubblico da usare per l’organizzazione dei Giochi Paralimpici

FOCUS. IL TOP: THE OLYMPIC PARTNER PROGRAMME
Prima di passare al secondo aspetto della nostra trattazione, legato all’erogazione di denaro pubblico, mi permetto di fare un breve focus su una delle voci più interessanti del bilancio del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), ossia i proventi derivanti da un particolare programma di raccolta fondi.
Sin dai primi Giochi Olimpici moderni di Atene 1896 infatti, il CIO è stato supportato da contributi di partner commerciali per organizzare i Giochi e sostenere il movimento olimpico.
Oggi, il CIO genera entrate attraverso diversi programmi commerciali, tra cui la vendita dei diritti di trasmissione TV e il programma di sponsorizzazione mondiale denominato appunto “The Olympic Partner” (TOP).

Il CIO ha creato il programma The Olympic Partner (TOP) nel 1985 per “diversificare la base di entrate dei Giochi e stabilire partnership a lungo termine a beneficio del Movimento Olimpico”.
Il sostegno di questi sponsor contribuisce a garantire appunto la sicurezza finanziaria dell’intero Movimento Olimpico, tanto che il CIO dichiara di redistribuire il 90% di tutte le entrate per sostenere non solo i Giochi Olimpici, ma anche gli atleti e le organizzazioni sportive di tutto il mondo (Federazioni mondiali e comitati olimpici nazionali, come il nostro CONI).
Si è trattato di una astuta e lungimirante strategia commerciale per ottenere da una parte entrate sicure e a lungo termine e, allo stesso tempo, dei partner tecnici affidabili, che affiancano il CIO anche dal punto di vista logistico.
Ciascuno sponsor infatti, oltre all’apporto monetario, fornisce all’organizzazione i propri servizi e prodotti: Omega funge da cronometrista ufficiale, VISA le tecnologie per i vari pagamenti, Alibaba talune tecnologie e il cloud, ecc.
Come abbiamo visto sopra, il CIO, con questo stratagemma commerciale, unito alla rivendita dei diritti di trasmissione, riesce a finanziare quasi il 30% dei costi di organizzazione dei Giochi.

B) LE INFRASTRUTTURE: SOLDI PUBBLICI E LEGACY
Torniamo ora a trattare dell’altro grosso capitolo dei costi per i Giochi: la costruzione delle infrastrutture, che è ad appannaggio dello Stato.
La società, partecipata dallo Stato francese, incaricata a questo scopo è la Sociètè de livraison des ouvrages olympiques (Solideo): questa ha un bilancio totale di 4,4 miliardi di euro, di cui quasi 1,8 miliardi di euro di denaro pubblico – tra Stato, regione Ile de France, Parigi, Seine-Saint-Denis – destinati alle Olimpiadi.
Di fatto quindi il budget già speso per i Giochi di Parigi 2024, suddiviso tra il Comitato organizzatore dei Giochi olimpici (organizzazione – visto sopra) e Solideo, è stato di 8,8 miliardi di euro, due miliardi in più rispetto ai 6,8 miliardi previsti nel 2019.
Qui sotto un grafico riepilogativo dei costi sostenuti (ufficialmente) nelle varie edizioni delle Olimpiadi, per un paragone. Mancano i costi dei Giochi di Pyeongchang 2018 (13 mld $), Tokyo 2020 (10 mld $) e Pechino 2022 (3,9 mdl $). Magari su questo aspetto torneremo in un futuro articolo.

Solideo si è occupata della costruzione di circa 70 opere, tra cui le principali sono il Villaggio Olimpico, che verrà trasformato in zona residenziale (646 milioni di euro, di cui 542 milioni dallo Stato), la passerella tra lo Stade de France e il centro acquatico olimpico, le nuove piscine di Seine-Saint-Denis, ma anche ponti, strade e opere secondarie di vario tipo (per un dettaglio si può consultare direttamente il sito di Solideo).
Essendo Solideo, come detto, una società partecipata dalla pubblica amministrazione, per conoscere con precisione il costo totale del maxi evento sportivo internazionale, bisognerà aspettare il rapporto finale della Corte dei Conti francese, previsto non prima dell’autunno 2025.
LE OPERE PUBBLICHE SONO COSTATE DI MENO: RESTITUITI 39 MILIONI DI EURO ALLO STATO
Ma veniamo finalmente alla fatidica notizia da cui eravamo partiti in questo breve viaggio circa i costi dell’Olimpiade.
Soliadeo, durante il consiglio di amministrazione di mercoledì 3 luglio, ha deciso di restituire 39 milioni euro allo Stato.
Il comunicato stampa recita fieramente: “oltre alla consegna puntuale delle opere olimpiche, questa è la prima volta nella storia dei Giochi che le infrastrutture e gli impianti legati ai Giochi sono stati consegnati entro il budget stanziato”. Ciò non ostante la pandemia e la successiva crisi economica mondiale, con il conseguente rincaro delle materie prime.

L’importo dei finanziamenti pubblici è quindi diminuito da 1.721 a 1.682 miliardi di euro: Solideo ha così potuto restituire allo Stato e agli enti locali, appunto, ben 39 milioni di euro.
Il disavanzo andrà in parte a finanziare le opere di riconversione del villaggio olimpico in un quartiere residenziale e, per il resto, a coprire i bilanci delle prossime Paralimpiadi (ben 33 milioni di euro), endemicamente in perdita.
Va detto che rispetto all’enorme spesa di bilancio (4,4 mld di €), la cifra risparmiata rappresenta un’entità esigua, ma sicuramente significativa.

Al netto di quelle che potrebbero anche essere delle trovare “promozionali” pre Giochi (si sa che tutti i comitati organizzatori “lucidano l’argenteria” prima dell’inaugurazione per celebrare la bontà del loro operato), credo vada colto il “segnale” nuovo, in controtendenza con gli eventi olimpici del passato.
Si può quanto meno sperare e pensare a dei Giochi, ma anche ai grandi eventi in generali, che siano sostenibili, soprattutto dal punto di vista finanziario.
In un contesto, come quello attuale, di forti ristrettezze economiche, non si può ancora pensare all’organizzazione dei c.d. grandi eventi come ad un momento di sperpero di denaro, laddove vi sia un’apporto da parte della finanza pubblica.
In particolare, sotto questo profilo, le spese vanno necessariamente razionalizzate e focalizzate in investimenti che possano avere un ritorno per la collettività, sia dal punto di vista sportivo (nuovi e moderni impianti, utili a fungere da volano per la promozione e a visibilità di uno sport), che economico (organizzazione di eventi extrasportivi, concerti, ecc, che permettano di sfruttare e far fruttare gli impianti stessi).
Magari più avanti andremo a spulciare che ne sarà della famosa “legacy“, perché, appunto, i conti vanno fatti alla fine e, in questi casi, anche dopo. C’è tempo.
Anche qui su Sport in Media, abbiamo parlato di opere e budget olimpici, in particolare con riferimento ai prossimi giochi invernali di Milano-Cortina 2026: chissà che nel futuro non possiamo leggere qualche notizia simile legata anche al nostro evento di casa.
Purtroppo, ad oggi, sembra che alle nostre latitudini, in vista delle prossime olimpiadi italiane, non ci siano i presupposti per un risparmio… anzi.
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).