Il 26 luglio 2025 segna il primo anniversario dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, un evento che si è presentato come modello di sobrietà, sostenibilità e rigenerazione urbana.
Una promessa ambiziosa, sostenuta da un budget controllato e da una visione orientata al lungo termine. Ma a dodici mesi dalla cerimonia d’apertura sulla Senna, è tempo di bilanci: quali effetti ha realmente prodotto questa Olimpiade per l’economia parigina? Che ne è delle infrastrutture costruite e del lascito sul piano turistico e sociale?
Dei costi e dell’organizzazione di Parigi 2024 avevamo parlato in una delle prime puntate di questa rubrica. Oggi cerchiamo di indagare sul lascito (legacy) dei XXXIII Giochi Olimpici.
Intanto, nel Giardino delle Tuileries è ritornato l’aerostato con la Torcia Olimpica, anche se il regolamento del CIO lo vieterebbe…
Vediamo di capirci qualcosa di più.
Un’Olimpiade sobria (sulla carta): analisi del budget e della spesa reale
Parigi 2024 ha puntato fin dall’inizio a rompere con l’eccesso delle edizioni precedenti, come Pechino 2008, Sochi 2014 o Rio 2016. Il motto non scritto era: “Più impatto con meno cemento”.
Il budget complessivo ha sfiorato i 9 miliardi di euro, un valore relativamente contenuto nel contesto olimpico, ma che ha comunque rappresentato uno sforzo considerevole per il sistema pubblico e privato francese.
Voce di spesa | Costo stimato (mld €) | Note |
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Comitato Organizzatore (COJO) | 4,4 | Coperto per il 60% da sponsor, biglietti, merchandising |
Infrastrutture (Solideo) | 3,5 | Costruzione e rinnovamento di impianti e villaggi |
Sicurezza e logistica | 0,5 | Coinvolgimento di forze dell’ordine e nuove tecnologie |
Altri costi pubblici | 0,5 | Campagne di comunicazione, trasporti pubblici straordinari |
Una spesa oculata, ma non priva di criticità. Alcuni progetti infrastrutturali, come il Centro Acquatico Olimpico e il Villaggio Media, hanno superato i costi preventivati. La Corte dei Conti francese ha infatti evidenziato discrepanze tra obiettivi dichiarati e risultati effettivi nella gestione finanziaria.

Un utile di 76 milioni di euro, come verrà redistribuito?
Il comitato organizzatore di Parigi 2024 ha registrato un profitto finale di 76 milioni di euro (86,8 milioni di dollari), così come dichiarato in occasione della sua ultima riunione del consiglio di amministrazione del 17 giugno.
In prima battuta, a fine 2024, era stato annunciato che le Olimpiadi avrebbero avuto un utile finale pari a 27 milioni di euro, ma quel numero è ora quasi triplicato.
I ricavi finali ammontano a 4,49 miliardi di euro (per la quasi totalità coperti da diritti TV. sponsor e biglietti), rispetto a circa 4,41 miliardi di euro di spese, di modo che il disavanzo è stato appunto di 76 milioni.
Si ricordi, come avevamo visto già lo scorso anno, che l’importo delle spese inizialmente preventivate, nel documento di presentazione della candidatura, era pari a 3,2 miliardi di euro, poi rivisti nel 2018 e portati a 3,8 miliardi di euro, riflettendo un progetto in costante espansione ed economicamente più impegnativo con l’avvicinarsi dell’evento.
Ciò nonostante, in controtendenza con i più recenti eventi olimpici, Parigi ha generato un guadagno. E già questa è una “notizia“.
Con riferimento a come saranno redistribuiti i profitti, il 60% – ha affermato Tony Estanguet, capo dell’organizzazione dei Giochi – andrà al fondo di dotazione di Parigi 2024 “per finanziare progetti nello sport francese“, con il restante 40% diviso equamente tra il comitato organizzatore stesso e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
Una parte potrebbe quindi essere destinata a finanziare anche le Olimpiadi invernali del 2030, che si svolgeranno nelle Alpi francesi.
Estanguet ha poi dichiarato: “Questa è un’ottima notizia.. Questi soldi vanno allo sport ed è un’eredità estremamente importante in un clima [finanziario] in ambito sportivo che sappiamo essere impegnativo“.
Turismo sportivo: effetto “wow” a breve termine, ma eredità da consolidare
Durante il periodo olimpico (luglio-agosto 2024), Parigi ha registrato il suo massimo storico di arrivi turistici: +15% rispetto al 2019, ultimo anno di normalità pre-Covid. Il 55% dei visitatori internazionali ha dichiarato di aver scelto Parigi per assistere agli eventi sportivi o per vivere l’atmosfera olimpica.
Anno | Arrivi internazionali (luglio-agosto) | Spesa media per turista (€) |
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2019 | 3,9 milioni | 1.200 |
2024 | 4,5 milioni | 1.530 |
2025 | 4,2 milioni (stima) | 1.400 |
Tuttavia, l’effetto volano sul turismo “post-Olimpiade” appare meno potente. La stagione 2025 mostra un buon livello di attrattività, ma non un incremento strutturale. La sfida per Parigi è ora mantenere viva l’attenzione globale sulla città, valorizzando gli investimenti fatti e proponendo un’offerta sportiva e culturale integrata.
Infrastrutture: tra buone pratiche e zone grigie
Uno degli elementi più innovativi del progetto Parigi 2024 è stato il concetto di “Olimpiadi a basso impatto infrastrutturale”: solo il 5% degli impianti è stato costruito ex novo, mentre il resto era già esistente o composto da strutture temporanee.
Ma cosa ne è oggi di quegli impianti? Qualche esempio
Struttura | Investimento (€) | Situazione attuale | Prospettiva futura |
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Villaggio Olimpico (Saint-Denis) | 1,5 miliardi | Riconversione edilizia avviata, prime assegnazioni in corso | Quartiere misto, con edilizia sociale e residenziale |
Centro Acquatico Olimpico | 175 milioni | Aperto al pubblico, usato da scuole e club | Polo sportivo metropolitano |
Arena Porte de la Chapelle | 138 milioni | Già in funzione per eventi sportivi e culturali | Nuovo hub multifunzionale del nord di Parigi |
Villaggio Media (Dugny) | 120 milioni | In parte inutilizzato, conversione rallentata | A rischio di sotto-utilizzo |
Grand Palais Éphémère | Struttura temporanea | Smantellato come da progetto | Area destinata a esposizioni itineranti |
La società pubblica incaricata di costruire le infrastrutture olimpiche (SOLIDEO) non ha concluso il proprio incarico con la fine dei Giochi: rimane infatti responsabile di assicurare la conversione dei siti olimpici e paralimpici.
Le opere utilizzate sono state progressivamente riconvertite in luoghi aperti al pubblico, alloggi e uffici per garantire l’eredità dell’evento. Ad esempio, il Centro acquatico Camille Muffat è accessibile al pubblico da diversi mesi, il villaggio dei media ha accolto i suoi primi abitanti a fine 2024. Venti opere saranno consegnate nel corso dell’anno 2025, tra cui il villaggio degli atleti, che sarà convertito in quartiere residenziale, con l’ingresso dei primi abitanti e negozi previsto in autunno.
La torcia olimpica: un’installazione che ritorna “a furor di popolo”
Simbolo indimenticabile dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, la vasca con la torcia olimpica ha fatto il suo grande ritorno anche questa estate: dal 21 giugno al 14 settembre, sempre nello stesso posto, i Jardin des Tuileries.
Evidentemente l’installazione è piaciuta tantissimo ai turisti ed ai cittadini, tanto che si è pensato di rimetterla in funzione. Un bel modo anche per mantenere vivo e vivido il ricordo dell’evento.
Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha annunciato che ne farà un appuntamento annuale: “Tornerà ogni estate, fino ai Giochi di Los Angeles 2028“.

Secondo France Info, il costo della rimessa in funzione del dispositivo è stimato in 2,5 milioni di euro“, in parte coperti dalle eccedenze del bilancio del COJOP, di cui si è detto sopra, come gesto simbolico dell’eredità dei Giochi.
Interessante notare come secondo il regolamento del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), la fiamma non può brillare al di fuori del periodo dei Giochi, ma il CIO stesso ha autorizzato il comune di Parigi a illuminare nuovamente l’anello-fiamma, 100% elettrico, a condizione che il dispositivo non sia presentato come la “fiamma olimpica”. Inoltre, la luce della fiamma è di colore bianco, mentre era gialla durante le Olimpiadi…
Il caso della Senna: depurazione e realtà post-Olimpiade
Tra le questioni più controverse legate a Parigi 2024 vi è stata senza dubbio la promessa di restituire la Senna ai parigini, rendendola balneabile per la prima volta da oltre un secolo. Non solo una suggestione simbolica, ma anche una sfida ingegneristica e ambientale senza precedenti.
Il progetto: nuotare nella Senna come gesto di rinascita urbana
L’obiettivo dichiarato era duplice:
- ospitare gare ufficiali di triathlon e nuoto in acque libere direttamente nel fiume (nelle aree di Pont Alexandre III e vicino a Île Saint-Louis);
- aprire la Senna alla balneazione pubblica dal 2025, creando tre aree attrezzate per i cittadini.
Per raggiungere questi obiettivi, il Comune di Parigi, la Métropole du Grand Paris e l’Agenzia dell’Acqua hanno investito circa 1,4 miliardi di euro in un ambizioso piano di riqualificazione idraulica e depurativa, che includeva:
- potenziamento degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane;
- costruzione del vaso di ritenzione Austerlitz, un enorme serbatoio sotterraneo (50.000 m³) per contenere le acque piovane miste;
- miglioramento della rete fognaria e dei sistemi anti-sversamento.
Un anno dopo: la Senna è balneabile?
A giugno 2025, la risposta è sì… ma non sempre. Il livello di inquinamento microbiologico (in particolare la presenza dell’ormai celeberrima Escherichia coli) risulta altalenante, fortemente influenzato da:
- eventi meteorologici (forti piogge = acque troppo inquinate per la balneazione);
- sversamenti accidentali o controllati ancora presenti in alcuni tratti;
- lavori infrastrutturali ancora in corso nella rete secondaria.
💬 “L’obiettivo è ancora valido, ma richiede una manutenzione costante e un monitoraggio quotidiano per garantire la sicurezza dei bagnanti” – ha dichiarato Anne Hidalgo, sindaca di Parigi.
In base ai test effettuati tra aprile e giugno 2025:
Località sulla Senna | Media Escherichia coli (UFC/100ml) | Stato balneabilità |
---|---|---|
Pont Alexandre III | 600 – 800 | Idonea in condizioni normali |
Île Saint-Louis | 1.100 – 1.600 | Variabile, spesso non idonea |
Quai de Bercy (futura spiaggia) | 800 – 900 | Tendenzialmente idonea |
⚠️ Il limite europeo per le acque balneabili è di 900 UFC/100ml per E. coli.
Il tema della Senna non è solo simbolico, ma rappresenta una prova concreta della legacy ambientale di Parigi 2024. Se da un lato è stato fatto uno sforzo ingente e tecnicamente sofisticato, dall’altro la fragilità del sistema urbano-idraulico e gli effetti del cambiamento climatico (piogge torrenziali sempre più frequenti) mettono a dura prova il mantenimento degli standard di qualità.
Parigi ha dimostrato che un progetto urbano e ambientale integrato è possibile, ma anche che la balneabilità dei fiumi metropolitani è un obiettivo dinamico, soggetto a variabili non sempre prevedibili. La Senna è tornata a essere un simbolo vivo della città, ma perché diventi una vera risorsa pubblica permanente, sarà necessaria una manutenzione tecnica e politica costante, molto oltre la vetrina dei Giochi.
Parigi 2024, un’eredità per “rinnovare il legame tra cultura e sport”
Nell’ambito delle Olimpiadi Francia sono stati promossi più di 400 progetti culturali, che traevano spunto e pretesto dall’evento sportivo per sviluppare per iniziative legate anche all’arte.
Mostre, manifestazioni artistiche che mescolano lo sport alla danza, al circo, alla musica, al teatro e alle arti visive: gli eventi organizzati a margine dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 hanno permesso di fondere sport e cultura, di “creare sinergie nuove” e di avvicinarsi “a nuovi utenti, in particolare a un pubblico giovane, meno incline all’ambito culturale”, questo quanto dichiarato dal Ministero della Cultura.
L’attenzione proprio all’aspetto culturale si è notata fin dalla concezione dei Giochi sulla Ville Lumiere: ad esempio nelle scelte architettoniche del villaggio degli atleti o ancora nell’ambizioso progetto delle venti scuole nazionali superiori di architettura, che hanno costruito all’interno del parco della Villette non meno di venti padiglioni dedicati ai giochi.

Non ultimo dato, la rete dei Musei Parigini ha riscontrato nel 2024 un aumento delle visite pari al 6,79% rispetto agli anni precedenti.
Si tratta di un aspetto, per certi versi, secondario rispetto a quello sportivo e finanziario, di cui più ci occupiamo in questa rubrica. Non va però sottovalutato come un evento di portata mondiale come le Olimpiadi possa e debba essere sfruttato anche per fungere da volano per altri ambiti, come quello culturale.
Anche questo aspetto rientra sicuramente nell’ampio concetto di “legacy“.
Dove il modello non ha funzionato (fino ad ora)
Nonostante la narrazione ottimista pre-Giochi, alcune criticità sono emerse:
- Sovrapprezzo degli affitti durante i Giochi, con effetto espulsivo per famiglie e studenti in aree vicine ai siti olimpici.
- Ritardi nelle riconversioni immobiliari, specialmente nei quartieri periferici dove erano stati promessi miglioramenti rapidi.
- Scarso ritorno per alcuni sponsor secondari, che hanno denunciato una visibilità inferiore alle attese.
- Mancata comunicazione coordinata sul “post-Giochi”, che ha generato percezioni distorte sull’efficacia del progetto.
Lezioni per il futuro: tra utopia e pragmatismo
Parigi 2024 ha cercato di dimostrare che è possibile organizzare un’Olimpiade senza megalomania. Un anno dopo, il bilancio è positivo, ma ancora in divenire. Se da un lato si è evitato il disastro finanziario di altre edizioni (Atene 2004, Rio 2016), dall’altro è evidente che l’eredità olimpica richiede tempo, governance locale e visione urbana duratura.
L’Olimpiade parigina rappresenta una svolta culturale più che finanziaria: non più eventi pensati come manifestazioni autoreferenziali, ma come strumenti di trasformazione urbana e coesione sociale.
Il vero test non è ciò che è accaduto nell’estate 2024, ma ciò che accadrà nei prossimi 5-10 anni. E Parigi, con le sue luci e ombre, ha indicato una direzione possibile per il futuro del business olimpico.
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).