Che mondo sarebbe senza abitudini, senza tradizioni. In questo circolo ciclico la prima domenica “aprilina”, sovente in coincidenza con quella appena precedente alla Pasqua, ci propone il Giro delle Fiandre. È la corsa per eccellenza del pavé fiammingo, le stradine strette, le pietre sconnesse, le banchine occupate, il meteo mai scontato.
Per ripercorrere la storia della corsa belga abbiamo utilizzato lo stesso criterio che facemmo due settimane fa per al Sanremo; il web è molto fornito e noi vorremmo “intrufolarci” con vari criteri, pur con qualche eccezione:
- le immagini che riteniamo più rare o meno rinvenibili
- le vittorie meno scontate
- gli episodi curiosi
- gli italiani protagonisti
- le gare con commento italiano
Vorremmo cominciare con il leone delle Fiandre, Fiorenzo Magni, offrendovi stavolta il trittico di affermazioni (1949-1950-1951) in unico video. La prima volta in volata, poi due vittorie con un uno stesso copione.
L’edizione del 1958 vede la vittoria del belga Derijcke (cacciatore di classiche) che correva per un gruppo sportivo italiano, la Carpano. Al terzo posto Angelo Conterno, coequipier del vincitore.
1961: il secondo posto di Nino Defilippis al Fiandre. Una volata fantasma a due contro SIMPSON, il vento si è portato via il telone d’arrivo, c’è solo una linea bianca che a malapena si vede. Defilippis, superate le tribune, si rialza convinto di aver vinto ma il traguardo deve ancora arrivare e il britannico lo beffa senza neanche volerlo.
1964: si aggiudica la corsa con oltre 4 minuti di distacco RUDY ALTIG, fuggitivo ad oltre 60 km. dal traguardo. Un successo per il possente germanico, che correrà in seguito in Italia, reduce in quel periodo da un lungo stop dovuto ad un’ernia. Il secondo posto è del belga Beheyt, l’iridato del 1963, quando vinse “tradendo” Rik Van Looy.
1967: fausta giornata del ciclismo italiano con DINO ZANDEGÙ che precede in volata il belga Noel Forè. È lui stesso che racconta, sulle immagini, la sua grande giornata.
1971: EVERT DOLMAN, purtroppo scomparso prematuramente, era un vigoroso olandese che nel 1966 si era imposto fra i dilettanti al mondiale del Nurburgring. Da professionista si era altresì affermato in un campionato nazionale. Appare sostanzialmente “impronosticato” nell’edizione che stiamo per seguire allorché si aggiudica la classica con un colpo di mano, anticipando il plotone che è preceduto dal belga Kerremans.
1974: altro tulipano vincente. Si tratta di CEES BAL, un gregario di Pouldor alla Gan Mercier che s’impone con azione isolata. Immagini senz’audio. Il vincitore olandese non era un carneade ma il palmares di vertice del corridore olandese (a posteriori) si ferma proprio qui.
1980: Le immagini della beffa di Francesco Moser. Mentre il trentino guarda Raas, il belga POLLENTIER, quello dalla pedalata sgangherata, s’impone nella lunga volata a tre, sorprendendo anche l’olandese. Le immagini sono conosciute ma stavolta per la volata finale ci siamo avvalsi del commento radiofonico di Giacomo Santini. Un ringraziamento speciale a Fabio Stellato ed un invito a ricrearsi visitando il bellissimo canale YouTube denominato Fabstel.
1987: Abbiamo inserito in compilation questa vittoria di CRIQIUELION, con commento olandese, non solo per la vittoria del compianto corridore vallone ma anche per mostrare, all’inizio delle immagini, il grottesco comportamento dell’automobile dell’Organizzazione direttiva di gara, che sentendosi braccata dagli inseguitori “preferisce” farsi spazio ai danni del malcapitato danese Skibby, fuggitivo in difficoltà sulle rampe del Koppenberg, travolgendo, senza farsi troppi complimenti la sua bicicletta.
1989: la prova ebbe un particolare valore storico, un po’ evaporato oggigiorno. Erano le prime gare della Coppa del Mondo di ciclismo, rassegna che intendeva seguire le classifiche analoghe dell’automobilismo o degli sport invernali ma che ebbe vita sostanzialmente breve. Ad imporsi con un colpo di mano il belga VAN HOOYDONCK che poi si ripeterà nel 1991. Fasi finali desunte da TeleCapodistria con audio finale (di Beppe Conti), disturbato da rumori ambientali fragorosi.
1993: edizione che seguiamo con una video-staffetta tra i due De Zan (Adriano e Davide) e con immagini miste Rai-Tmc. La vittoria va al belga MUSEEUW sull’olandese Maassen. Il veneto Dario Bottaro anticipa gli inseguitori per aggiudicarsi il terzo posto.
1995: ancora il belga MUSEEUW con azione solitaria. Per i ciclisti italiani il secondo posto con Baldato che precede l’ucraino Tchmil nella volata a due fra gli inseguitori. Commento di Davide De Zan.
Un salto nel 1997 dove Ballerini è in fuga con il francese Moncassin e il danese SOERENSEN. Quest’ultimo, per evitare la scomoda presenza del transalpine anticipa gli altri due fuggiaschi e si aggiudica la corsa, mentre per l’indmenticato futuro CT azzurro ci sarà il terzo posto.
Commento di Adriano De Zan con Davide Cassani.
Nel 2000 vittoria con azione solitaria del belga naturalizzato TCHMIL mentre il secondo posto è del fiorentino Dario Pieri. Un pò di malinconia nel ricordare che è stato l’ultimo Giro delle Fiandre di Adriano De Zan (sempre insieme a Davide Cassani)
SECONDE VISIONI
Dal Giro delle Fiandre ad un’altra classica di tradizione, la Freccia del Brabante, per ricordare ARNALDO PAMBIANCO, vincitore dell’edizione 1964. Dalle rampe romagnole di Bertinoro ai muri del Belgio, dopo aver anche il Giro d’Italia. L’amico Wenner Gatta ci ha richiamato alla mente come in un post commemorativo il noto giornalista forlivese Marino Bartoletti ha ricordato come Pambianco fosse chiamato Gabanì (“giacchettina”, in dialetto romagnolo), perché da adolescente era talmente povero che l’unica giacca che possedeva sembrava rimpicciolire mentre lui cresceva.
CONTROVIALE DELLA MEMORIA
Ancora un passo indietro che in realtà è un richiamo all’attualità dei nostri giorni. Domenica 26 marzo 2023, un francese è tornato a vincere la Gand-Wevelgem, a ventisei anni di distanza dal successo di GAUMONT nel 1997 che possiamo rivedere con il commento di Adriano De Zan e Davide Cassani.
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