È stato uno dei primi che ha avuto la pazienza più di un anno fa di fare quattro chiacchiere con me, raccontandomi, tra le altre cose, l’emozionante finale che aveva appena vissuto a Cagliari da bordocampo, al termine di una rocambolesca partita di campionato ribaltata dai padroni di casa contro il Parma nel corso del recupero, mentre era in procinto di prepararsi per Milan-Benevento.
Lo ritrovo alla fine di una stagione decisamente intensa, nella quale è stato impegnato per ben 66 volte tra la Serie A, la Serie B, l’Europa League e la Conference League (“e se non vi fosse stato il covid di mezzo, Wenner, avrei superato con ogni probabilità quota 70 partite in una stagione”).
È Tommaso Turci che mi è tornato a trovare questa settimana.
Un Tommaso che ha lo stesso entusiasmo (forse ancor di più) della prima volta che l’ho sentito, pronto a rivelare ai lettori di questa rubrica in che cosa si è professionalmente concretata la sua stagione:
“Tanto bordocampo, quest’anno, Wenner, di partite di calcio della serie A di assoluta qualità, pur avendo comunque avuto la possibilità di cimentarmi nelle telecronache sia di alcune gare della serie cadetta, sia di alcuni incontri di calcio internazionale relativi a quelle competizioni di cui DAZN aveva acquistato i diritti. Inoltre, ho avuto l’opportunità di partecipare come ospite a diverse rubriche settimanali, realizzando inoltre in prima persona “Bordo Cam” (tra i tanti episodi mi ricorda quello prodotto assieme al fido videomaker Francesco Palma al termine della finale di Tirana: n.d.r.), che rappresenta l’evoluzione di “Senti qua”, visto che, fortunatamente, il pubblico è tornato negli stadi.
Una stagione senz’altro importante quella che si è appena conclusa nella quale ho avuto, da un lato, la possibilità di crescere come persona prima ancora che come professionista, grazie, ad esempio, al grande privilegio che ho avuto nel poter seguire da vicino lo strepitoso cammino della Roma in Conference League, dalla trasferta di Bodo, a quella di Leicester fino alla vittoriosa finale di Tirana.
Dall’altro lato, in parallelo, mi si è presentata l’opportunità di dare qualche consiglio ai tanti colleghi giovani che sono entrati a far parte della squadra di DAZN e che sono stati subito catapultati anche nelle partite della massima serie.
Penso che sia stato proprio questo il valore aggiunto di questa stagione: cercare di far migliorare chi ha meno esperienza del sottoscritto, e che, a differenza mia, non ha avuto l’opportunità di fare una lunga esperienza in ambito locale, in cui un eventuale errore non ha la medesima cassa di risonanza che può avere se commesso durante, o al termine, di una partita di serie A”.
Mi incuriosisce, e non poco, questo aspetto, motivo per cui chiedo a Tommaso qualche particolare in più al riguardo:
“Siamo qui per raccontare uno degli sport più belli del mondo e abbiamo il privilegio di avere dinanzi a noi uno o più protagonisti dell’incontro che si è appena concluso: il nostro compito è quello di porgli la domanda che gli vorrebbe rivolgere ogni tifoso.
Abbiamo quindi una grande responsabilità, perché dobbiamo toccare in pochi minuti diversi temi con la giusta dose di sensibilità.
Un lavoro che non si può di certo improvvisare e per cui abbiamo davanti a noi tutta la settimana per prepararci al meglio, anche attraverso il confronto con i colleghi con più esperienza di noi, i quali, ad esempio, ci possono suggerire il tono adatto per dialogare con un determinato interlocutore, il particolare contenuto da sviscerare, il tema da approfondire, e tanto altro ancora.
Sono questi gli aspetti su cui mi piace soffermare il confronto con il collega, cercando di motivarlo quando fa bene il suo lavoro e di dargli nel contempo qualche consiglio su alcuni aspetti su cui, a mio avviso, può lavorare per migliorarsi. Dare e ricevere feedback è fondamentale nel percorso di crescita di ciascuno di noi, così come è importante sviluppare un elevato senso di autocritica: io per primo, quando rincaso, mi riguardo per capire dove posso aver sbagliato, cercando di essere il più critico possibile con me stesso. Si trova sempre un qualcosa che si sarebbe potuto fare meglio nonostante l’impegno profuso per preparare la partita”.
Anche quest’anno, Tommaso rimarca nel corso della nostra chiacchierata l’importanza della preparazione della partita, che ogni giornalista cura a modo suo: lui, in particolare, è solito riempire il taccuino con i propri appunti (di cui, peraltro, è gelosissimo: n.d.r.), talvolta condividendoli anche sui social (seguitelo, se non lo fate ancora, su twitter o su instagram: porta i suoi followers in trasferta con lui, dal viaggio, all’arrivo nella città dove si svolge la partita, all’ingresso nello stadio fino in pratica allo spegnimento delle luci dell’impianto)
“Ogni volta che preparo una partita, come bordocampista, o come telecronista, ci metto la stessa passione che impiegai il 2 aprile 2015, quando mi fu data per la prima volta l’opportunità di fare la telecronaca di una gara valevole per il campionato di serie C, girone A: Mantova-Giana Erminio.
Pensa, Wenner, che avevo studiato così tanto i giocatori che a distanza di oltre 7 anni mi ricordo ancora le formazioni delle due squadre.
Ci tengo a fare un bel racconto, perché ritengo che l’obiettivo primario del giornalista sia quello di parlare degli altri, non di sé stesso. E mi preparo ogni settimana prendendo carta e penna e appuntandomi sul taccuino alcune caratteristiche di ogni giocatore, disegnando poi la possibile formazione sul mio bloc-notes. Logicamente la preparazione è diversa a seconda che debba fare una telecronaca, oppure un bordocampo: nel primo caso, difatti, tendo a privilegiare le statistiche e le peculiarità di un giocatore, non dovendo curare il post gara; nel secondo caso, invece, cerco di prefigurarmi maggiormente i temi da sviluppare nel post partita, dando meno spazio alle statistiche”.
Nell’ambito di una stagione così equilibrata e intensa, chiedo quindi a Tommaso qual è stato secondo lui il momento più emozionante:
“Non ce ne è uno in particolare, anche se sono il primo a riconoscere di avere avuto la fortuna di viverne diversi: senz’altro la vittoria della Conference League da parte della Roma è un evento che rimarrà nella storia del calcio italiano, ed io ero lì, a Tirana, per raccontare cosa accadeva a bordocampo avendo poi il privilegio di poter fare le domande a chi aveva riportato in Italia una coppa europea dopo tanti anni.
Così come ero a Roma quando Sandro Tonali ha realizzato il gol della vittoria della Lazio al 93° minuto, in momento in cui ho capito che si stava scrivendo la storia del campionato di calcio, gol cui hanno poi fatto seguito le lacrime del d.s. del Milan Fredric Massara, da solo, in panchina, a fare i conti con le proprie emozioni.
Così come particolare è stato vedere da vicino le lacrime dei giocatori dell’Inter in occasione dell’ultima giornata di campionato quando hanno capito che le speranze di scudetto erano definitivamente sfumate. E nel mezzo l’opportunità di seguire da bordocampo i derby di Milano, Roma e Torino…insomma non avrei potuto pretendere altro da questa stagione”.
E dopo una stagione così emozionante non mi posso immaginare cosa Tommaso si possa aspettare dalla prossima, ai nastri di partenza tra poco più di un mese:
“Mi sento Wenner al centro di un percorso di crescita con una gran voglia di migliorare, di mettermi in gioco, di rischiare per cambiare qualcosa per essere sempre più in linea con quelle che possono essere le pretese del pubblico a casa, quelle dei giovani ad esempio, che si rivelano sempre più attenti a tanti accattivanti particolari.
Sotto questo aspetto ho la fortuna di avere due fratelli più piccoli di me, da cui ricevo costantemente tanti piccoli input, che cerco poi di mettere in pratica.
Penso che il difficile sarà confermarsi, sia come giornalista che come spalla di tanti giovani colleghi, che cerco, per quanto possibile, di supportare nel loro percorso di crescita.
Quel che non mancherà anche la prossima stagione sarà la grande passione per quello che faccio, che, secondo me, è il mestiere più bello del mondo che mi consente di appassionare le persone appassionandoti.
Cosa ci può essere di più bello Wenner?!”.
Difficile rispondere a questa domanda, o, perlomeno, io non sono in grado, forse perché condivido il pensiero di Tommaso, che mi accingo a salutare, facendogli i miei migliori auguri non solo per la prossima stagione, ma anche per un altro “appuntamento” importante della sua vita.
E io mi auguro tra un anno di essere sempre qua, pronto ad aspettarlo, se vorrà, con il mio taccuino aperto, per raccogliere le emozioni che saranno rimaste nel suo setaccio al termine della prossima stagione, nella quale si avvererà un altro suo sogno, che mi ha sussurrato in un orecchio (uno di quei “sogni da bambino…”), che potrà raccontare in ogni dettaglio ai lettori di Ultra Slow Mo solo dopo averlo vissuto in prima persona…
Grazie Tommaso, ad maiora!
Stay tuned.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.