Come alcuni affezionati lettori di questa rubrica sanno, in questi giorni non sono riuscito a seguire come avrei voluto le tappe del Tour De France, visto il tour de force lavorativo di queste settimane.
Dopo questa agghiacciante freddura, che mi rendo conto essere simile (per bruttezza) a quelle che trovavamo stampate negli anni ’90 su di alcuni biscotti-gelato, avete due possibilità: cliccare la X in alto a destra (o il pulsante rosso in alto a sinistra, se avete un Mac). Vi capirei; oppure proseguire in maniera impavida la lettura di questo articolo su cui ho iniziato a lavorare mercoledì sera dopo aver assistito alla replica dell’undicesima tappa de il Tour de France, quando ho visto passare sulla TV posizionata dinanzi alla privilegiata postazione del mio divano di casa la seguente (secondo me bellissima) immagine, proveniente da una delle telecamere posizionate su uno degli elicotteri al seguito della corsa.

E spinto anche da un messaggio ricevuto da Vincenzo, un attento lettore dell’articolo avente a oggetto la chiacchierata con Antonello Renna, ho cercato qualche dettaglio in più sugli elicotteri (e sulle telecamere sugli stessi installate) che volano sulla testa dei corridori per oltre tre settimane.
Innanzi tutto, è bene sapere che i mezzi che curano queste riprese fanno parte della flotta di HDF (Helicopteres de France) che utilizza dei AS355 (che in gergo vengono chiamati “elicotteri leggeri”, oltre che “scoiattoli” per la loro agilità) a cinque passeggeri, ognuno dei quali monta una telecamera grandangolare Cineflex giroscopica stabilizzata a cinque assi sul “naso” e una telecamera a ottica lunga su di un lato della cabina, telecamere racchiuse in appositi contenitori creati per interferire il meno possibile con l’aerodinamica del veicolo.

Come avranno sicuramente notato coloro che hanno visto almeno una tappa di questa edizione de Le Tour de France, gli AS355 portano gli spettatori incredibilmente vicino ai corridori: generalmente le immagini ci arrivano da un’altezza di poco meno di 150 metri dal suolo, ma possono elevarsi ed abbassarsi con grande agilità fino a volare secondo le loro specifiche tecniche un’altezza di soli 30 cm dal suolo con una separazione laterale dai corridori che può arrivare sino a 150 metri.
Tre sono i piloti a disposizione di HDF specializzati in questo tipo di manovre, a cui si aggiungono cameraman altrettanto qualificati, capaci in pochi istanti di individuare da 150 metri di altezza un corridore il cui nome viene pronunciato dal telecronista andandolo a cogliere in mezzo a decine di corridori, ma anche di catturare immagini pittoresche come quella che mi è rimasta impressa di quello stambecco immortalato sul cucuzzolo di una montagna mentre alcuni ciclisti stavano imboccando la salita che li avrebbe portati da Valloire al Col Du Galibier una delle salite Hors Categorie (ovvero quelle estremamente difficili, come diceva Adriano De Zan in cabina di commento, “quelle al di sopra di ogni categoria…”).
Un lavoro, quello dei piloti e dei cameraman, che inizia generalmente sei/sette mesi prima dell’inizio della Grande Boucle, per localizzare i campi di atterraggio, valutare le autorizzazioni di sorvolo, i percorsi più adatti, le manovre e le eventuali procedure di emergenza, senza lasciare nulla al caso.
Sulla campagna pianeggiante i piloti non solo devono mantenere la posizione corretta, ma devono fare attenzione alle linee elettriche ad alta tensione, mentre in montagna si devono confrontare con venti imprevedibili e temperature che possono andare a ridurre le prestazioni del motore e del rotore, sorvolando inoltre nel corso delle tre settimane centrali nucleari, edifici governativi, parchi naturali, nonché diverse città dotate di aeroporti internazionali nelle vicinanze, la cui presenza, tuttavia, non preclude la realizzazione di spettacolari immagini.
Basti pensare a quelle particolari riprese dall’alto degli Champs-Élysées che vedremo domenica prossima nonostante il traffico aereo in prossimità degli aeroporti di Parigi sia tutt’altro che insignificante.
TOUR DE FRANCE FEMMINILE – Per una edizione, quella maschile che finirà a Parigi, sempre dalla Ville Lumiere partirà tra sei giorni l’edizione de le Tour de France Femmes avec Zwift, che si concluderà il 31 luglio ai 1140 metri de La Super Planche des Belles Filles.
Un’edizione, come spiega nel comunicato stampa NTT (da 8 anni partner tecnologico ufficiale del Tour de France) in cui verrà garantita ai fan la medesima esperienza coinvolgente riservata all’edizione maschile:
“NTT renderà ancora più appassionante l’esperienza dei fan e darà risalto a questa occasione significativa grazie al tracciamento in tempo reale dei ciclisti, Race Center, e alla sua strategia di modellazione predittiva per supportare la competizione. Il modello include anche @letourdata ovvero contenuti data-driven che contribuiscono ad arricchire la cronistoria della gara attraverso i social media e le trasmissioni televisive. I profili delle cicliste e delle squadre offriranno informazioni uniche sul gruppo delle professioniste femminili”.

Al riguardo, “i fan della corsa femminile, così come quelli della competizione maschile, hanno la possibilità di godere: del Digital Human, ossia il chiosco interattivo sviluppato da NTT caratterizzato da un avatar umano realistico, generato dall’intelligenza artificiale, addestrato per fornire informazioni turistiche e sulla competizione. Questa tecnologia è stata utilizzata nello store ufficiale dei tifosi presso il Grand Depart di Copenhagen e nel Technical Truck di NTT alla fine di ogni tappa; di un Digital twin migliorato rispetto a quello dell’anno scorso, edizione in cui NTT aveva creato il ‘digital twin’ dell’evento per permettere allo staff operativo di ottenere una visibilità in tempo reale e, sostanzialmente, di ottimizzare le operation per assicurare continuità e resilienza alla gara. Quest’anno, la tecnologia è stata ulteriormente migliorata per operazioni più intelligenti, consentendo di prendere decisioni più rapide e ponderate in un ambiente altamente complesso e dinamico; di una partnership con Strava: il canale live di storytelling di NTT, @letourdata, in collaborazione con Strava, sta offrendo confronti in tempo reale tra i dilettanti, i professionisti e King of the Mountain (i tempi migliori) sui social media e trasmessi durante la competizione”.

Un’esperienza, dunque, sempre più immersiva, che abbiamo la possibilità di vivere dalla privilegiata postazione del nostro divano di casa, confidando, un giorno non troppo lontano, di fare quattro chiacchiere anche con chi destreggia questi elicotteri e con chi manovra queste telecamere…
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa.
Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti.
Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”.
Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.
Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.