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SPORTinMEDIA > Ultra Slow Mo > Una chiacchierata con Andrea Basso (RCS): alla scoperta della produzione televisiva del Giro Next Gen 2025
Ultra Slow Mo

Una chiacchierata con Andrea Basso (RCS): alla scoperta della produzione televisiva del Giro Next Gen 2025

Ultimo aggiornamento 2025/07/21 at 7:58 AM
Wenner Gatta 3 mesi fa
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Si torna a parlare di una produzione televisiva di una corsa di ciclismo, non quella sulla bocca di tutti in questo momento (che, come di consuetudine, verrà trattata in questa rubrica nell’ultima puntata prima della pausa augustana), bensì quella andata in scena qualche settimana fa lungo le strade della nostra penisola, che hanno ospitato l’edizione numero 48 del Giro Next Gen.

E lo si fa grazie al contributo di Andrea Basso (Senior Project Manager – TV Production & Media Rights in RCS, che ha rivestito il ruolo di Producer & Director al Giro Next Gen), un amico di Ultra Slow Mo, che ha vissuto in prima linea il dietro le quinte (anche) di questa edizione, oltre che della numero 108 del Giro d’Italia e di quella del Giro d’Italia Women conclusosi domenica 14 luglio 2025 a Imola.

“Lavorare al racconto e alla produzione del Giro Next Gen è sempre un’esperienza stimolante, perché occorre contemperare la necessità di realizzare una copertura televisiva di livello all’altezza della corsa che viene trasmessa con il budget a disposizione, naturalmente inferiore rispetto a quello stanziato per il Giro d’Italia dei professionisti”.

Una produzione che nelle ultime tre edizioni si è evoluta, mi spiega Andrea:

“Nel 2023 le riprese in movimento del Giro Next Gen erano affidate a due telecamere posizionate sulle moto e una su di un elicottero, che non è stato impiegato nell’edizione successiva, durante la quale sono state impiegate tre moto ripresa. Quest’anno sono ritornate le immagini dall’alto, grazie all’utilizzo di un drone geostabilizzato, che ha affiancato il racconto della gara in movimento affidato alle 3 moto”.

L’utilizzo del drone ha rappresentato una novità dell’ultima edizione del Giro Next Gen con un differente utilizzo nel corso della kermesse:

“Siamo partiti nella Tappa 1 con il suo impiego lungo un tratto rettilineo di circa un chilometro e mezzo dietro i corridori nel corso della cronometro“.

“Dopo di che è stato poi utilizzato in Tappa 3 lungo l’ascesa finale verso l’arrivo situato al Passo del Manvia, salita che è stata ripresa dal pilota del drone in movimento, essendo infatti salito sulla moto 3“.

“La medesima modalità avremmo voluto impiegarla anche nella Tappa 7, tuttavia impossibile a causa della foratura della moto in cui sarebbe dovuto salire il pilota, il che, comunque, non ha precluso l’utilizzo del drone, con un collegamento cablato, per riprendere l’arrivo a Prato Nevoso”.

Una resa, quella del drone, che è stata apprezzata dalla produzione, prosegue Andrea:

“Il risultato è stato senz’altro soddisfacente ed ha permesso di garantire riprese dall’alto, pur in assenza dell’elicottero, non solo della corsa, ma anche del territorio attraversato dalle varie tappe. Mediante il drone, infatti, è stato possibile valorizzare al meglio sia la località di partenza, sia i vari punti di interesse dislocati lungo il percorso, anche al fine di garantire la giusta visibilità al territorio lungo il quale si è sviluppata la corsa”.

“Il drone, inoltre”, aggiunge Andrea, “ci ha permesso di garantire una transizione più fluida tra il segnale proveniente dalle telecamere sulle moto ripresa, collegate in 4G, e quello che arrivava dalle camere fisse all’arrivo, tenendo conto che il ritardo di segnale delle prime è superiore rispetto a quello delle seconde”.

Un’altra, però, è stata la novità introdotta in questa edizione:

“Quest’anno infatti abbiamo utilizzato in aggiunta alla connessione in 4G il servizio di internet satellitare globale Starlink grazie al quale è stato possibile garantire una copertura in diretta di tutte le tappe senza che i cosiddetti ‘sganci’ di segnale andassero a inficiare il racconto sportivo della gara”.

Un buon banco di prova (non solo) per l’utilizzo del drone in più punti lungo il percorso in vista di un suo analogo impiego anche in una più prestigiosa corsa a tappe:

“È senz’altro in cantiere l’idea di esportare questo utilizzo in una delle prossime corse a tappe organizzate da RCS, in maniera da poter impiegare il drone per coprire un’estensione maggiore di territorio rispetto a quanto fatto finora. Non sarà affatto semplice perché dietro le quinte c’è un importante lavoro organizzativo di rilascio dei permessi per poter volare, ma confido che si possano raggiungere i medesimi risultati ottenuti nel corso dell’ultima edizione del Giro NEXT Gen anche in quelle corse in cui le riprese dall’alto vengono garantite dagli elicotteri, in maniera che il drone si possa ritagliare un proprio spazio tale da differenziarsi da questi ultimi”.

Non mi resta che ringraziare Andrea per la consueta disponibilità nei miei riguardi e rimanere incollato al divano per scoprire dalla sua privilegiata postazione quando e come verrà impiegato il drone nella ripresa di una prossima importante corsa di ciclismo organizzata da RCS.

Stay tuned!

Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.

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TAG: Andrea Basso, Drone, Drone nel ciclismo, Giro Next Gen, RCS, Riprese Giro Next Gen
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