Dopo le strepitose prestazioni di Jannik Sinner nelle Finals di Malaga, che hanno permesso all’Italia di riconquistare la Coppa Davis, 47 anni dopo il trionfo in Cile, molti appassionati hanno presentato il conto alla Gazzetta dello Sport per quella famigerata campagna mediatica di settembre contro Sinner, reo, secondo l’accusa della rosea, di aver saltato il turno di qualificazione di Bologna. Tantissime persone, anche di una certa rilevanza in ambito giornalistico e mediatico, hanno ripostato copertine, titoli e parole utilizzate a settembre da Gazzetta e Sportweek per criticare aspramente Sinner.
Non torniamo su quella campagna, assolutamente incomprensibile nella sostanza e inaccettabile nei toni. Chiunque segua anche distrattamente il tennis, sa che quegli attacchi erano chiaramente privi di fondamento e di senso logico. Sinner aveva la necessità fisica e mentale di staccare dopo lo US Open per prepararsi al meglio per il finale di stagione. In linea di massima, si può dire che il tennista di Sesto Pusteria abbia avuto discretamente ragione… (vedi statistiche).
Domenica sera, dopo il trionfo in Davis di Malaga, con Sinner trascinatore della nazionale (ha vinto tutte le partite disputate, in singolare e in doppio, sconfiggendo due volte Novak Djokovic…) avevamo auspicato che, vista l’evidenza delle cose, lunedì mattina il direttore della Gazzetta Stefano Barigelli o il direttore di Sportweek (settimanale che ha affondato duramente il colpo con Giancarlo Dotto) Pier Bergonzi, scrivessero un articolo di scuse. A Sinner, al suo staff e a tutti gli appassionati italiani: “Scusate, abbiamo preso di mira ingiustamente un campione, patrimonio del nostro sport, che ha dimostrato con i fatti di tenere molto alla maglia azzurra, trascinando la nazionale a un titolo che mancava da 47 anni“. Semplice, diretto, apprezzabile.
Come prevedibile, invece, non solo non sono arrivate le scuse, ma in un passaggio del video-editoriale di commento al trionfo in Davis, il direttore Barigelli ha sostanzialmente difeso quella campagna, dicendo testualmente: “Abbiamo fatto bene a volerlo fortemente in Davis“.
Insomma, l’esatto opposto di quello che speravamo.
Per chiudere, a dimostrazione di come quelle parole e quei titoli siano stati comunque recepiti da Sinner e dal suo staff, ecco quello che ha dichiarato dopo la finale di Malaga Simone Vagnozzi, coach di Jannik: “Abbiamo deciso di non mandare Jannik a settembre a Bologna proprio per permettergli di arrivare in forma in questo periodo, lui ci teneva tanto alla Davis e ora abbiamo zittito qualcuno“.
Una risposta decisamente signorile.