Il Super Bowl non è solo una partita di football, è un evento globale che genera miliardi di dollari attraverso sponsorizzazioni, diritti TV, pubblicità e merchandising. Ogni anno, le aziende fanno a gara per essere associate a questo spettacolo, sfruttando l’enorme visibilità e il coinvolgimento dei fan.
Il prossimo, il n. 59 (LIX nella numerazione romana adottata dall’NFL) è alle porte: il 9 febbraio 2025, al Caesars Superdome di New Orleans, i Kansas City Chiefs e i Philadelphia Eagles si contenderanno il titolo.
Ogni telepcsportdipendente che si rispetti non può restare indifferente di fronte alla portata mediatica di quella che non è solo una partita di football americano, ma molto di più.
Anche alle nostre latitudini infatti, molti magari non seguono il football NFL con assiduità ma, per una volta all’anno, si fermano ad osservare con un misto di curiosità e divertimento il SuperBowl (la partita sarà trasmessa dalle 00.30 in diretta tv in chiaro su Italia 1 e in streaming su DAZN).
Vediamo numeri e portata di questo evento planetario che però, a dispetto dei dati impressionanti che andremo a spulciare, rimane ancora molto confinato soprattutto negli Stati Uniti: ma l’NFL sta adottando delle politiche espansionistiche mirate a far crescere il proprio sport anche e soprattutto in Europa.

1. Il potere del brand Super Bowl: un’operazione di marketing perfetta
La NFL ha trasformato il Super Bowl in un “marchio di lusso”, capace di attirare sponsor e investitori disposti a pagare cifre astronomiche pur di farne parte. Alcuni numeri impressionanti:
• Più di 100 milioni di spettatori ogni anno, con picchi superiori ai 120 milioni.
• Sponsor ufficiali che investono centinaia di milioni: marchi come Pepsi, Budweiser, Gatorade, Verizon e Nike sono solo alcuni dei giganti che si contendono uno spazio.
• Un costo per spot pubblicitario di 30 secondi che ha raggiunto gli 8 milioni di dollari.
Le pubblicità del Super Bowl sono diventate un’istituzione culturale, parte dell’evento tanto quanto la partita stessa.
Gli anni ’80 hanno segnato un punto di svolta . Non si trattava più solo di riempire del tempo durante la partita. I marchi hanno iniziato a considerare l’evento come un’opportunità unica per distinguersi e così si ricorda il primo esempio in questo senso, ossia l’iconico spot “1984” di Apple, andato in onda durante il Super Bowl XVIII, costato $ 368.200 (circa $ 1 milione di oggi). Ma non era solo una pubblicità: era un’audace dichiarazione culturale, che riecheggiava il successo del libro di Orwell, ricordata come uno dei più grandi spot di tutti i tempi.
Dopo il 2000, la rivoluzione digitale ha trasformato il valore degli annunci pubblicitari trasmessi durante il SB. Le piattaforme di social media hanno amplificato la loro portata, rendendole parte di un più ampio ecosistema di narrazione del marchio. Aziende come Budweiser, Amazon e Doritos non si sono limitate a comprare il singolo spot, ma hanno creato campagne multipiattaforma che hanno reso i loro annunci impossibili da ignorare. Oggi, i marchi puntano su questo duplice impatto: raggiungere milioni di persone durante il live e creare contenuti che vivono in digitale.
La chiave del successo? Emozioni e coinvolgimento. Il Super Bowl non è solo una partita, ma un evento culturale, con uno storytelling che punta sulla passione dei tifosi, le rivalità, le storie dei giocatori e l’intrattenimento.
2. Il merchandising: un business multimiliardario
Oltre agli sponsor e agli spot TV, il Super Bowl genera un’enorme quantità di denaro grazie al merchandising ufficiale. E qui parliamo di un business che non riguarda solo il giorno della partita, ma inizia mesi prima e continua anche dopo.
Cosa comprano i tifosi?
⚫️ Maglie ufficiali delle squadre finaliste (con prezzi che vanno dai 100 ai 300 dollari).
⚫️ Cappellini, sciarpe, guanti e giacche a tema Super Bowl.
⚫️ Palloni da collezione e memorabilia firmati dai giocatori.
⚫️ Oggetti esclusivi in edizione limitata, come orologi, stampe e caschi autografati.
⚫️ Birre, snack e gadget brandizzati per i “Super Bowl Party” a casa.
I numeri del merchandising del Super Bowl
➡️ Oltre 3 miliardi di dollari in vendite di prodotti ufficiali ogni anno.
➡️ Le maglie delle squadre finaliste vanno sold out in pochi giorni.
➡️ L’80% delle vendite avviene online, con Amazon, Fanatics e il sito ufficiale NFL che dominano il mercato.
➡️ Boom di acquisti immediatamente dopo la fine della partita, con i tifosi della squadra vincente pronti a festeggiare con magliette e cappellini celebrativi.
3. Il fenomeno dei Super Bowl Party: marketing e vendite alle stelle
Il Super Bowl non è solo una partita da guardare in TV, è un evento sociale. Negli Stati Uniti (e sempre più nel mondo), milioni di persone organizzano Super Bowl Party a casa, nei bar e nei ristoranti. E questo genera un’ondata di consumi incredibile:
⚫️ 1,42 miliardi di ali di pollo consumate nel week end del Super Bowl.
⚫️ 50 milioni di casse di birra vendute solo negli USA.
⚫️ Un boom di ordini per pizze e fast food, con catene come Domino’s e McDonald’s che registrano il picco annuale di vendite.
⚫️ Pub e bar che vedono aumentare gli incassi del 200% rispetto a un normale weekend.
Le aziende lo sanno e sfruttano questa occasione con offerte speciali, campagne pubblicitarie mirate e promozioni esclusive.
L’America si ferma per il SB, ma i profitti no.

4. NFT e il futuro del merchandising per il Super Bowl
Negli ultimi anni, il Super Bowl ha iniziato a sfruttare anche il mondo degli NFT (Non-Fungible Tokens). Nel 2022, la NFL ha infatti lanciato biglietti digitali da collezione in formato NFT, dando ai tifosi la possibilità di acquistare versioni digitali esclusive dei ticket del Super Bowl.
L’obiettivo? Rivoluzionare il modo in cui i fan interagiscono con il football americano, creando memorabilia digitali unici e rendendo ogni Super Bowl (e non solo) un evento ancora più esclusivo.

Questo trend sta crescendo e in futuro potremmo vedere:
• NFT esclusivi delle giocate più iconiche del Super Bowl.
• Collezioni digitali di maglie e oggetti da collezione.
• Esperienze esclusive per i possessori di determinati NFT, come incontri con giocatori o accesso a contenuti premium.
Si tratta di dinamiche magari ancora “oscure” ai più, ma che evidentemente stanno riscuotendo grande successo, soprattutto nei confronti dei fans più giovani, tanto che questo sfruttamento delle blockchain oramai è usuale in tantissimi sport (calcio in primis). Magari ne parleremo in un approfondimento dedicato.

Conclusione: il Super Bowl è molto più di una partita
Il Super Bowl è il più grande evento sportivo e di marketing del mondo. Oltre alla partita, il vero spettacolo è nel business che ruota attorno: spot pubblicitari da record, merchandising da miliardi di dollari, sponsorizzazioni da capogiro e un impatto economico senza eguali.
E mentre le squadre si contendono il trofeo Vince Lombardi, le aziende si sfidano a colpi di creatività e strategie per conquistare il cuore (e il portafoglio) dei tifosi.
Perché al Super Bowl, chi vince davvero sono il marketing e il business.
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).