Nel 2005 si celebravano i 20 anni dal Mondiale di SCI ALPINO a Bormio 1985, ora il tempo ci offre l’equidistanza di altri 20 anni, e tocca a noi celebrare proprio quel mondiale che la nomenclatura un po’ frettolosa attribuisce solo a Bormio, senza menzionare il pendio di Santa Caterina Valfurva che invece caratterizzò le prove femminili. Rievocheremo i mondiali attraverso 2 sessioni, la prima, caratterizzata dalle prove veloci, la seconda con le prove tecniche ed il finale con la prova a squadre innovativa, certamente un’iniziativa non felicissima almeno per quanto riguarda l’ideazione del format di una prova collettiva mista della quale, a nostro avviso, non se ne sentiva la necessità.
Partiamo con l’asciutta sigla che caratterizza quei campionati mondiali in televisione.
Cerimonia di apertura non particolarmente memorabile, sempre a nostro avviso. Ma va comunque vista.
Ed eccoci alle gare: al microfono per la Rai Carlo Gobbo e Paolo De Chiesa con Ivana Vaccari che abbiamo sentito per la cerimonia d’apertura, mentre Dario Puppo segue con Alfredo Tradati le prove maschili di Eurosport e Marcello Piazzano si occupa delle gare muliebri, come in tutta la stagione, del resto. Una premessa per questo capitolo: vi risparmiamo distacchi e tempi, proprio per invogliarvi a vedere il filmato dopo la lettura. Partenza con supergigante maschile e primo trionfo per Bode Miller, in un ordine di classifica imperiale che vede tre austriaci messi in fila: Walchofer, Raich e Maier. Lo statunitense era stato argento nell’edizione del 2003 a Saint Moritz, dove aveva vinto invece l’austriaco Eberharter che, nel frattempo, aveva abbandonato l’attività. Per gli States trattasi di ritorno al successo nella disciplina, quattro anni dopo la vittoria di Rahves a Sankt Anton.
Superg femminile dove arriva la prima medaglia italiana: la conquista Lucia Recchia che già abbiamo visto conquistare un secondo posto in Coppa del mondo ad Altenmarkt nella stessa stagione (in un nostro capitolo di dicembre). Per la Recchia un argento mondiale che incornicia la sua carriera: un risultato meritatissimo per la venticinquenne azzurra. A “guastarle”, la festa la svedese Anja Paerson, che conquista per la Svezia il primo oro mondiale nella specialità. La scandinava non aveva mai vinto in superg nelle prove di Coppa del Mondo, ma era stata seconda a Cortina in tempi recenti, entrando a buon diritto nel novero delle pretendenti al titolo. Nadia Fanchini e Isolde Kostner chiudono ai piedi del podio.
Spazio alla combinata maschile: noi abbiamo Giorgio Rocca che ovviamente, secondo la sua natura di slalomista, deve contenere i danni cronometrici nella prova veloce. La formula di allora prevedeva una manche di discesa e due di slalom. L’azzurro risale la china dopo la discesa ed è bronzo, alle spalle dell’austriaco Benjamin Raich, senza dubbio il più dotato polivalente, e del norvegese Svindal, superiore oltre ogni aspettativa in slalom. Per l’Austria, il primo posto di Raich rappresenta il ritorno all’oro in combinata, 14 anni dopo il successo di Ebeharter (nell’occasione l’argento fu di Kristian Ghedina).
Combinata femminile: null’altro che Kostelic e Paerson, le due sciatrici che stanno monopolizzando il mondiale, oro ed argento, rispettivamente. La Schild risale al terzo posto.
Ed eccoci alla discesa: come diceva Rolly Marchi inutile chiamarla discesa libera, semplicemente solo discesa, l’aggettivo suppletivo non ha senso di fatto. Vince l’oro maschile ancora Bode Miller; doppietta per lui nella velocità, ma non è il primo a realizzare l’accoppiata iridata discesa/superg. Ci era riuscito anche Herminator Maier nel 1999 ma allora un successo dei due (superg) era stato contrassegnato da un oro a pari merito. Torna sul podio Walchofer, bronzo, mentre Rahlves è d’argento completando il successo degli States. Uno statunitense oro in discesa, ci riporta ai fasti (non mondiali ma olimpici) di Johnson e di Moe (1984 e 1994, rispettivamente). Restando invece ai precedenti di Coppa del Mondo a Bormio, aveva vinto, fra gli americani a stelle e strisce, solo lo stesso Rahlves sul finire del 2002.
Un altro momento storico di quella edizione valtellinese, se vogliamo commovente e tenero nel ricordo della protagonista azzurra: la discesa donne ci regala il sogno di Elena Fanchini, la compianta sciatrice, allora non ancora ventenne che gareggiava sulle piste di casa. L’azzurra, a lungo in testa, finisce ad un passo dalla medaglia d’oro; il mitico Carlo Gobbo intuisce subito la portata della gara dell’azzurra e in cuo suo spera di poter descrivere al microfono il suo primo oro mondiale. Quando scende la campionessa Kostelic si risveglia il ricordo di quel superg delle Olimpiadi 2002 dove la croata insidiò il titolo olimpico sorprendente della Ceccarelli. Questa volta la fuoriclasse croata, in ritardo ad un intermedio, esce alla distanza e conquista il titolo iridato anche in discesa. Per Elena Fanchini un argento che sarà ripetuto anche nei mondiali juniores di Bardonecchia, venti giorni dopo, ma a vincere, in quell’altra occasione, sarà la sorella Nadia, di un anno più giovane. Quanto alla Kostelic, non è certamente un nome a sorpresa, la novità consiste nel trionfo in una specialità dove l’atleta della Croazia, non aveva ancora vinto. Ma in fondo già la discesa della combinata aveva mostrato quanto la ventitreenne di Zagabria fosse a suo agio sul pendio di Santa Caterina Valfurva.
Siamo giunti al termine della prima settimana e ci sono ancora da assegnare 5 titoli: gigante maschile e femminile, slalom maschile e femminile più la prova squadra che chiude il programma. Per Giorgio Rocca in slalom ci sono speranze molteplici ed egualmente possiamo giocarci la carta Blardone in gigante. Tra le ragazze staremo a vedere se continuerà la tirannide della Kostelic e della Paerson e se le ragazze austriache si riscatteranno. E poi c’ è la prova a squadre che occupa la domenica di chiusura e che assegna comunque medaglie mondiali. Ovviamente sappiamo come andava a finire ma noi ci diamo appuntamento per la prossima settimana allo scopo di rivivere le gare restanti del programma di Bormio. Avremo anche la necessità di occuparci di una figuraccia epocale per tutta l’Italia ad un anno dai Giochi.
Prima di salutarci, non prima di averlo ringraziato calorosamente, ecco la… rassegna della rassegna, grazie a March Moccia.




















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