Dura la vita del telecronista. Se ci metti entusiasmo rimpiangono Guido Oddo; se tieni i toni bassi spunta chi dice che fai dormire e che ogni volta bisognerebbe ispirarsi a Caressa che urla “Andiamo a Berlino, Beppe!”, proprio per raccogliere e rilanciare il “sentiment” del pubblico guardante. Per fortuna ci sono le donne. In senso assoluto, certo; ma ancor di più quando si tratta di commentare una discesa olimpica che era in possesso di tutti i crismi per rivelarsi la gara dell’anno.
Daniela Ceccarelli su Rai, Dada Merighetti su Discovery/Eurosport. Chi ha vinto? A voler proprio essere fiscali forse la Merighetti di qualche centesimo. Ma dipende dal tipo di umore con cui ciascun telespettatore ha affrontato la discesa di Sofia Goggia, la discesa che non avrebbe dovuto esserci e che invece c’è stata. Le due talent hanno affrontato la prova con accenti differenti: più coinvolta e coinvolgente la Merighetti, più (applausi) attenta alle sfumature tecniche la Ceccarelli, Cecca per gli amici.
Subito dopo il traguardo, quando è stato chiaro che la Goggia aveva realizzato un’impresa che tra qualche anno (anche fra qualche mese considerando il progressivo abbreviarsi dei tempi di consumo delle emozioni) sarà oggetto di storytelling, la Merighetti ha messo a segno il colpo migliore della sua giornata lasciando intuire (ce l’ha detto il suo partner Enrico Cattaneo) che una lacrima vera stava scivolando sul suo volto. Mai lacfima fu più sentita.
Ma il momento migliore in questa splendida giornata al femminile è arrivato quando la Suter ha battuto Sofia. E l’azzurra, rompendo finalmente lo schema zuccheroso e spesso difficilmente digeribile, dell’atleta battuta che scoppia in un applauso fragoroso, si apre in un sorriso smagliante e corre ad abbracciare colei che l’ha battuta, specie se è una connazionale, ha lasciato il podio provvisorio in preda di un altrettanto provvisorio desiderio di scorticare viva la svizzera. E’ stato in quel momento che sia Merighetti sia Ceccarelli hanno irradiato la nitida sensazione che pure loro avrebbero desiderato tanto far sparire la Suter dalla Cina e possibilmente anche dal globo. Così facendo, tramite loro, tutti abbiamo dovuto pagare dazio a quella stessa e misteriosa divinità che se prima ha insufflato nella Goggia la determinazione che ha permesso alla bergamasca, 23 giorni dopo l’infortunio di Cortina, di disputare una discesa olimpica, dall’altro l’ha privata della soddisfazione dell’oro. Accontentati, le ha detto. E noi, grazie a Dada e Cecca, abbiamo dovuto chinare il capo. E accontentarci. E questa è bella televisione.
PS A proposito di commentatori, talent e telecronisti. Un plauso a posteriori vada ai componenti del team che dà vita su DAZN a “Sunday Night Square”, il talk della domenica sera. Il dirigente dell’Atalanta Marino ha offerto una prova di rara arroganza rivolgendosi all’ex arbitro Luca Marelli (“meno male che lei non arbitra più”) e in pratica trattando gli astanti come degli imbecilli che nulla avevano capito degli episodi “caldi “ di Atalanta-Juve.
Marelli, Cattaneo (Marco) e gli altri hanno reagito con signorilità degna di miglior causa sottolineando così in modo impietoso l’atteggiamento del loro accusatore. Il quale non ha mai guardato in camera, spostava lo sguardo a destra e sinistra in un atteggiamento che il dottor Lightman di “Lie to me” avrebbe interpretato con il segnale di un atteggiamento del quale forse non era convinto nemmeno colui che ne era protagonista. Pensate se un intervento del genere fosse atterrato in un “Processo” condotto dalla buonanima di Biscardi: ci avrebbe costruito quattro puntate. Almeno.
PIERO VALESIO | È stato critico televisivo del quotidiano Tuttosport per oltre vent’anni. Come inviato ha seguito Olimpiadi, grandi eventi di calcio, tennis, Formula 1, Motomondiale e sport invernali. Dal 2016 al 2020 ha diretto il canale televisivo Supertennis e ha curato la comunicazione degli Internazionali d’Italia. Ha tenuto e tiene corsi di giornalismo e di comunicazione sportiva. Nel 2015 ha vinto il Premio Coni per la narrativa inedita con il racconto “Marcialonga Blues”. Ha scritto libri per grandi (“E vissero felici e lontani” con Antonella Piperno, Perrone editore) e piccini (“Cronache di Befa”, Biancoenero edizioni).
Recensisce in stile sportivo libri non sportivi per la newsletter “Lo Slalom”.