Da appassionato di media e di TV, ritengo Aldo Grasso il numero uno dei critici televisivi. Non tanto – o non solo – per l’acutezza e qualità delle sue recensioni, ma anche per la capacità di osservare e descrivere la costante trasformazione del mondo dei media. In un editoriale su 7 – Corriere della Sera del 4 aprile, Grasso parla di scenari e di evoluzione del mezzo televisivo, introducendo due espressioni molto azzeccate.
LA MULTIVISIONE
La TV e il nostro modo di guardarla stanno attraversando un periodo di grande cambiamento. Il totem che per molti ha rappresentato il punto focale delle nostre case si sta piano piano smaterializzando e ibridando con nuovi mezzi di comunicazione, con internet e le nuove piattaforme digitali. (…) Lo scenario attuale di trasformazione e convergenza tecnologica ha comportato anche una mutazione nell’identità del telespettatore, oggi virtualmente chiamato a dare vita a un’eterogeneità di pratiche e modalità di visione differenti. L’immagine del nuovo spetattore della “multivisione” appare oggi ancora sfuggente perché il vecchio e il nuovo coesistono, si intrecciano e si intessono l’un l’altro, sono ugualmente professionisti
L’EDITORIA DIGITALE
Stiamo assistendo a una specie di paradosso: il prodotto TV (parliamo di serie, di documentari, di show) assomiglia sempre più al libro. Si stanno formando delle enormi library da cui attingere in base a scelte personali: è l’editoria digitale.
Due espressioni – Multivisione ed Editoria Digitale – che descrivono molto bene la trasformazione che si sta compiendo in modo relativamente veloce nell’intrattenimento. Uno scenario ben concretizzato anche dai numeri del rapporto ITMedia Consulting.