Siamo nel classico periodo estivo denso di eventi sportivi rilevanti (Euro 2024, Tour de France, Wimbledon, senza dimenticare Formula Uno, Motomondiale e altro ancora). In aggiunta a questo, manca sempre meno all’inizio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, che Sport in Media coprirà in modo ampio e specifico come accaduto a Tokyo 2020. Insomma, per gli appassionati di Sport, si tratta di una fase esaltante, un mix meraviglioso di emozioni e attesa per il Grande evento olimpico, il tutto condito da picchi clamorosi (vedi record del mondo nel salto in alto femminile, battuto dopo 37 anni dall’ucraina Yaroslava Yaroslava Mahuchikh).
Ebbene, nonostante questa serie notevolissima di eventi sportivi di primo livello, con campioni e campionesse capaci di gesti tecnici straordinari (solo domenica 7 luglio si possono citare Paolini, Sinner, Bagnaia, Hamilton, Pogacar&Evenepoel, la stessa Mahuchikh, la kenyana Faith Kipyegon che nello stesso meeting di Parigi ha battuto il record dei 1.500 metri), alcuni dei principali media italiani, giornali in primis (salvo rare e meritevoli eccezioni), dedicano quotidianamente i loro spazi principali al… calciomercato.
Una deriva inarrestabile, una tendenza inesorabile che dura ormai da un decennio abbondante.
In queste situazioni, tra gli appassionati di Sport (≠ dai tifosi calcistici) torna in auge il consueto dibattito sulle motivazioni che spingono i media sportivi italiani a dedicare più spazio a un non-sport come il calciomercato – spesso intriso di bufale, fake news, sparate e titoloni acchiappaclick – rispetto allo sport giocato, anzi, in alcuni casi rispetto addirittura al calcio giocato (Euro2024).
Insomma, perché molti media sportivi dedicano più spazio e tempo alle trattative, vere o presunte, di calciomercato rispetto a eventi sportivi di primissimo livello? La risposta è da un lato semplice e immediata, dall’altro complessa perché riguarda la natura stessa dei mezzi d’informazione.
Perché molti media sportivi dedicano più spazio e tempo alle trattative, vere o presunte, di calciomercato rispetto a eventi sportivi di primissimo livello? La risposta è da un lato semplice e immediata, dall’altro complessa perché riguarda la natura stessa dei mezzi d’informazione.
L’argomento è trattato ampiamente nel libro “#siamoquesti – Viaggio tra i paradossi dello sport italiano“, che va a fondo di tutte le contraddizioni del nostro sistema sportivo, dedicando un intero capitolo (il più lungo) alla questione mediatico-sportiva e diverse pagine a quella legata al calciomercato.
Di seguito alcuni passaggi del libro proprio sulla questione calciomercato e media sportivi italiani (in fondo link per sfogliare indice e altre pagine del libro, disponibile sia in versione cartacea sia in ebook).
CALCIOMERCATO E MEDIA SPORTIVI IN ITALIA (ESTRATTI DAL LIBRO #SIAMOQUESTI)
CAPITOLO 1.3 | CULTURA SPORTIVA COME CONOSCENZA DELLO SPORT IN SENSO LATO
È risaputo che (quasi) tutti i mezzi d’informazione sono delle società private (qui si può inserire un asterisco alla voce Rai & Servizio Pubblico, di cui ci occuperemo ampiamente), delle aziende che devono fare utili. Il loro interesse primario, quindi, è quello di avere più lettori, telespettatori, abbonati possibili, aumentando così anche gli introiti pubblicitari. Pertanto, non c’è da stupirsi se i principali mezzi d’informazione sportiva dedichino gran parte dei loro spazi al calcio, in tutte le sue forme, anche quelle che c’entrano poco o nulla con gli aspetti prettamente agonistici (leggi alle voci calciomercato, polemiche arbitrali e gossip). Ciò avviene perché la domanda, vale a dire la richiesta e l’interesse della maggior parte del pubblico, statistiche alla mano, va in questa direzione e i media, proprio per le ragioni commerciali di cui sopra, hanno l’obiettivo di intercettare questo interesse, non di indirizzarlo o plasmarlo. Una volta esaurito il dovere “aziendale”, tuttavia, sarebbe comunque auspicabile che, visto il loro ruolo, questi mezzi d’informazione si preoccupassero anche di svolgere una basilare attività di divulgazione sportiva, di avvicinamento e sensibilizzazione del pubblico nei confronti dello sport. E questo sia dal punto di vista della multisportività – dare spazio e visibilità e quindi dignità a diverse discipline nel corso della stagione, non solo in occasione dei Giochi Olimpici, una volta ogni quattro anni – sia del modo di raccontarle, cercando di illustrare regole, format di gara, storia, atleti, diffusione geografica di quella disciplina, possibilmente con competenza e passione. Insomma, non si può mettere in discussione la preminenza degli obiettivi commerciali su quelli divulgativi/culturali, ma ciò non significa rinunciare a priori a una minima opera di promozione e supporto delle varie discipline sportive. Facendo un paragone, si potrebbe citare l’imprenditore che ha come obiettivo primario il raggiungimento di determinati obiettivi di fatturato e utili, ma che parimenti presta particolare attenzione – pur non essendone strettamente obbligato – a ulteriori benefit e servizi per i dipendenti, alla comunità locale o alla sostenibilità ambientale (non per motivi di greenwashing), andando quindi oltre il mero ruolo imprenditoriale. In generale, quindi, la possibilità che i mezzi d’informazione svolgano (anche) un ruolo di divulgazione e sensibilizzazione multisportiva è demandata essenzialmente a un loro senso di responsabilità, di dovere morale, di passione per lo sport che travalica il mero aspetto professionale. Purtroppo, però, (…)
CAPITOLO 5.4 | IL CALCIOMERCATO
Ormai da qualche anno il calciomercato è diventato un argomento centrale nel panorama mediatico. Analizzando i dati a disposizione, si può notare come l’interesse del pubblico verso questo tema sia cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, con un salto di qualità notevole a partire dal 2015 . Da diverso tempo i media sportivi trattano il calciomercato alla stregua di una vera e propria disciplina sportiva, anzi, si può dire che solo il calcio giocato, includendo in questa definizione anche tutti i vari risvolti polemici legati a moviole e inchieste, ottenga più spazio rispetto a trattative, voci e indiscrezioni. A volte, addirittura, il calciomercato riceve maggiori attenzioni rispetto a eventi sportivi di grande rilevanza mondiale. Un piccolo esempio ci aiuta a capire le dimensioni raggiunte da questo fenomeno mediatico. Sabato 28 maggio 2022 è una giornata da circoletto rosso per lo sport internazionale. Si gioca la finale di Champions League tra Real Madrid (e “c’era anche un po’ d’Italia”, visto che l’allenatore dei blancos era Carlo Ancelotti) e Liverpool, al Giro d’Italia si disputa la tappa decisiva con l’arrivo sulla Marmolada, nei motori ci sono il GP di F1 di Montecarlo e quello del Mugello nel Motomondiale e al Roland Garros scendono in campo quattro italiani, tra cui Jannik Sinner (il quale, tuttavia, a 20 anni non ha ancora vinto un titolo Slam e quindi non merita ancora particolare visibilità…). Ebbene, quel giorno tutti e tre i quotidiani sportivi dedicano i 2/3 delle loro prime pagine alle indiscrezioni di calciomercato . Del resto, lo abbiamo già visto nel capitolo sulla cultura sportiva, anche la conquista di alcune medaglie olimpiche a Tokyo 2020 non è bastata per scalzare il calciomercato dalle aperture dei giornali.
Insomma, già da qualche tempo si è arrivati a una specie di ribaltamento della realtà sportiva, una sorta di cortocircuito per il quale non solo le discipline olimpiche, non solo gli sport con un certo seguito, ma a volte anche il calcio giocato e addirittura una finale di Champions League (!) finiscono in secondo piano rispetto alla “Lista di Maldini”, al “Trasloco di Koulibaly” o a chissà quale altra indiscrezione.
In realtà, questo spazio abnorme dedicato al calciomercato – da tutti i media – è la prova più tangibile del meccanismo essenzialmente commerciale-imprenditoriale alla base del sistema mediatico. Tutti i numeri a disposizione dei vari mezzi d’informazione, in particolare quelli web legati a visualizzazioni di pagina e ricerche, dimostrano un interesse spasmodico verso questi temi. Non è un caso, quindi, se siti come calciomercato.com, tuttomercatoweb.com e gianlucadimarzio.com siano tra i più visitati – in senso assoluto! – in Italia. Negli ultimi anni è diventato più problematico misurarne i dati perché, molto spesso, questi siti così popolari finiscono per essere inglobati, insieme ad altri portali molto cliccati, in alcuni macro-gruppi. Ad esempio, il sito di Gianluca Di Marzio “contribuisce all’audience di skysport.it”, così come, fuori dall’ambito sportivo, il famosissimo sito di Salvatore Aranzulla rientra nel gruppo messaggero.it. Questi accordi sono legati a questioni pubblicitarie, perché i siti-gruppo, inglobando alcuni siti che generano molto traffico, aumentano il loro appeal commerciale verso agenzie e inserzionisti pubblicitari. Da aggiungere come, sulla scia del successo dei portali di calciomercato, siano nati a ruota innumerevoli siti che si occupano specificamente di un singolo club, con notizie e aggiornamenti costanti e grande spazio, ça va sans dire, per le indiscrezioni di calciomercato. Questi siti sono l’evoluzione web della pagina dedicata alle singole squadre da Mediavideo e poi Televideo, con una differenza sostanziale: le pagine dei teletext producevano un aggiornamento al giorno, essenzialmente su allenamenti, partite e interviste. Questi siti, invece, pubblicano quotidianamente anche 15-20 nuovi contenuti (pagine), con ampio spazio per il calciomercato. Si tratta di una classica strategia web, utilizzata da diversi portali, non solo calcistici, che punta alla pubblicazione massiva di notizie per aumentare i volumi di traffico e i click.
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#SIAMOQUESTI | SINOSSI, TEMI E STRUTTURA DEL LIBRO SUI PARADOSSI DELLO SPORT ITALIANO
#siamoquesti è un viaggio inedito nei meandri dello sport italiano. Una trattazione originale in cui si analizzano a fondo pregi e difetti del sistema sportivo italiano e in cui si cercano delle risposte a un quesito apparentemente senza spiegazioni:
Come fa l’Italia a essere una delle nazioni più forti al mondo in tantissimi sport, nonostante gli enormi problemi nel rapporto scuola-sport, malgrado una popolazione tra le più sedentarie al mondo, un’impiantistica inadeguata, una cultura sportiva limitatissima e un sistema mediatico-sportivo più attento a click e interazioni che a divulgazione e racconto?
#siamoquesti prova a rispondere a queste domande attraverso casi concreti, numeri e documenti, analizzando a fondo i 5 ambiti che dovrebbero essere alla base di ogni sistema sportivo virtuoso, approfondendo le dinamiche dello sport d’élite e individuando i motivi alla base di questa competitività, apparentemente inspiegabile.
sinossi #siamoquesti
#siamoquesti prova a rispondere a queste domande attraverso casi concreti, storie, numeri e documenti, analizzando a fondo i 5 ambiti che dovrebbero essere alla base di ogni sistema sportivo virtuoso, approfondendo le dinamiche dello sport d’élite e individuando i motivi alla base di questa competitività, apparentemente inspiegabile.
CULTURA SPORTIVA – Un concetto spesso fumoso o utilizzato in modo retorico che #siamoquesti definisce in modo concreto e multiforme, tra ossessione verso gli arbitri, cultura dell’alibi, cultura della sconfitta, rispetto per gli avversari, conoscenza dello sport in senso lato, doping e hate speech.
PRATICA SPORTIVA – Come si spiegano vittorie e trionfi, in molti casi ottenuti da ragazze e ragazzi sotto i 24 anni, se si prendono in esame gli ultimi dati OCSE che relegano l’Italia all’ultimo posto per attività fisica svolta dai bambini?
SPORT&SCUOLA – Come riesce l’Italia a ottenere dei risultati straordinari in tante discipline sportive, nonostante un sistema scolastico che non ha mai considerato l’educazione fisica/motoria come una materia fondamentale e in cui, in molte Regioni, mancano palestre e strutture adeguate?
IMPIANTI – Come riescono i nostri atleti a primeggiare in così tante discipline malgrado un’impiantistica tendenzialmente carente e obsoleta, se non proprio assente? L’organizzazione e l’eredità dei grandi eventi del passato (…), quelli del futuro e un approfondimento sui casi paradigmatici del ciclismo su pista e del pattinaggio velocità.
MEDIA SPORTIVI – Com’è possibile che l’Italia riesca a sfornare in modo costante campioni e medagliati in sport che non trovano spazio sui principali media, talvolta nemmeno in occasione dei Giochi Olimpici? Come funziona il sistema mediatico-sportivo e come si è evoluto nel corso della storia fino ad arrivare ai giorni nostri?
SPORT D’ÉLITE – Un capitolo interamente dedicato a organizzazione, governance e finanziamento dello sport di vertice in Italia e nel mondo, con focus sulle Federazioni sportive, sui Gruppi Militari e su alcuni casi di successo (Norvegia in primis).
I SEGRETI DEL MIRACOLO SPORTIVO ITALIANO – Il capitolo finale è incentrato sui 5 motivi (+1) alla base dei successi sportivi italiani, nonostante tutte le problematiche evidenziate nei capitoli precedenti.
La versione cartacea di #siamoquesti è formata da 270 pagine, suddivise in 7 capitoli.
Ovviamente viene dato grande spazio all’ambito mediatico-sportivo, con una ricostruzione tra storia, attualità e futuro di un mondo decisivo per la crescita di popolarità dello sport.
CLICCA QUI PER SFOGLIARE LE PRIME PAGINE DEL LIBRO
INDICE COMPLETO #SIAMOQUESTI
Ecco l’indice completo del libro:
- LA CULTURA SPORTIVA: COS’È?
1.1 CULTURA SPORTIVA COME ETICA DELLO SPORT E COMPORTAMENTI
1.1.1 AVVERSARI
1.1.2 ARBITRI
1.1.3 HATE SPEECH
1.2 CULTURA SPORTIVA COME INSIEME DELLE COGNIZIONI TECNICHE E SPECIALISTICHE
1.3 CULTURA SPORTIVA COME CONOSCENZA DELLO SPORT IN SENSO LATO
1.4 CULTURA SPORTIVA COME OBBLIGO DI NON USARE ARTIFICI O INGANNI – DOPING E TRUFFE
1.5 CULTURA DELLA SCONFITTA, DEGLI ALIBI E FALLIMENTO NELLO SPORT - LA PRATICA SPORTIVA
2.1 UN PAESE SEDENTARIO
2.2 LO SPORT COME VOLANO PER ECONOMIA E OCCUPAZIONE
2.3 FEDERAZIONI SPORTIVE E TESSERATI
2.4 SOCIETÀ SPORTIVE E ASSOCIAZIONI - IMPIANTI E INFRASTRUTTURE: IL GRANDE PARADOSSO
3.1 IL PARADOSSO DEL CICLISMO SU PISTA E DEL PATTINAGGIO VELOCITÀ
3.2 I GRANDI EVENTI DEL PASSATO…
3.3 …E QUELLI DEL FUTURO: MILANO-CORTINA 2026
3.4 LE INFRASTRUTTURE SPORTIVE: POCHE E DA AMMODERNARE
3.5 L’INDICE TERRITORIALE DI ACCESSIBILITÀ ALLO SPORT - LO SPORT A SCUOLA E IN FAMIGLIA
4.1 SCUOLA ITALIANA: IL CONTESTO
4.2 IL RAPPORTO SPORT-SCUOLA IN ITALIA E IN EUROPA
4.3 INSEGNANTI E MATERIE COLLEGATE
4.4 LICEI SPORTIVI, TALENTI E GENITORI - IL RUOLO FONDAMENTALE DEI MEDIA
5.1 L’EVOLUZIONE STORICA DELL’INFORMAZIONE (SPORTIVA)
5.1.1 I GIORNALI
5.1.2 LA RADIO
5.1.3 LA TV PUBBLICA
5.1.4 LE TV PRIVATE
5.1.5 LE PAY-TV
5.1.6 INTERNET E SOCIAL MEDIA
5.2 LA CRISI DEI GIORNALI E LA QUESTIONE DELLE PRIME PAGINE
5.3 LE TELECRONACHE
5.4 IL CALCIOMERCATO
5.5 DOVE SI INFORMANO GLI ITALIANI OGGI
5.6 CONCLUSIONI - LO SPORT D’ÉLITE IN ITALIA E NEL MONDO
6.1 POPOLARITÀ E COMPETITIVITÀ
TABELLA 1 | MEDAGLIERE TOTALE TOKYO+PECHINO
TABELLA 2 | RAPPORTO MEDAGLIE/POPOLAZIONE
TABELLA 3 | INDICE DI COMPETITIVITÀ OLIMPICA
6.3 IL CASO NORVEGIA
6.4 IL FINANZIAMENTO DELLO SPORT IN ITALIA
6.5 I GRUPPI SPORTIVI MILITARI
6.6 FEDERAZIONI, ELEZIONI E MANDATI PRESIDENZIALI
6.7 IL CASO DEL TENNIS
6.8 GOVERNANCE E FINANZIAMENTO DELLO SPORT NEL MONDO
6.9 CONCLUSIONI - I “SEGRETI” DEL MIRACOLO ITALIANO
7.1 MOTIVI OGGETTIVI, PECULIARI E IMPONDERABILI 242
7.1.1 POSIZIONE E CLIMA
7.1.2 TRADIZIONE E LOCALISMO
7.1.3 ASSOCIAZIONISMO E VOLONTARIATO
7.1.4 PROFESSIONISMO DI STATO
7.1.5 ORGANIZZAZIONE SPORT D’ÉLITE E TECNICI
7.2 L’INGREDIENTE FINALE
7.3 EPILOGO | #SIAMOQUESTI
LEGGI UN ESTRATTO DI #SIAMOQUESTI | IL LIBRO SUI PARADOSSI DELLO SPORT ITALIANO
DOVE ACQUISTARE #SIAMOQUESTI
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