Il 23 maggio 2025, la più grande corsa a tappe italiana, seconda nel mondo solo al Tour de France, è arrivata a Vicenza, la mia città. Una gara bellissima, coronata dalla zampata finale di un maestoso Mads Pedersen sulla salita di Monte Berico.
Quale modo migliore per “festeggiare” il numero tondo di questa rubrica, arrivata a 30 uscite, che raccontare come si prepara una città ad ospitare il Giro?
Ogni anno, il Giro d’Italia attraversa decine di città italiane, trasformandole per un giorno in palcoscenici dello sport internazionale. Ma cosa comporta, dal punto di vista organizzativo ed economico, ospitare una tappa della Corsa Rosa? Dietro il passaggio degli atleti e delle carovane, si muove una macchina complessa, fatta di logistica, investimenti pubblici, ritorni economici e d’immagine.
Vicenza già da qualche anno può vantare un eccellente comitato organizzatore che, sulla spinta di un azzeccatissimo percorso proposto per il Giro del Veneto, ha dapprima tentato di ottenere anche l’organizzazione di un Mondiale dei professionisti e poi ottenuto il prestigioso arrivo di tappa del Giro di quest’anno.
Vediamo di capirci qualcosa in più.

I costi per portare il Giro in città: un investimento impegnativo
Ospitare una tappa del Giro non è un evento a costo zero.
Le città che desiderano accogliere la partenza o l’arrivo di una tappa devono versare un contributo a RCS Sport, società organizzatrice dell’evento. Questo contributo varia in base alla tipologia della tappa: si stima che una partenza possa costare tra i 70.000 e i 100.000 euro, mentre un arrivo può arrivare a superare i 200.000 euro.
Alle cifre indicate sopra vanno poi aggiunti i costi indiretti: sistemazione del manto stradale, allestimenti temporanei, illuminazione, personale di sicurezza, transenne, servizi igienici mobili e pulizia straordinaria. Anche l’accoglienza per la stampa, le squadre e i tecnici comporta un esborso non trascurabile.

Come si finanzia la spesa? Il Brand “Tappa dei Berici”
Per coprire questi costi, viene adottata una strategia mista.
Da un lato, si utilizzano fondi derivanti dal bilancio comunale (o dei comuni coinvolti), destinati alla promozione del territorio o a eventi sportivi. Dall’altro, si cercano sponsor locali (aziende, consorzi turistici, banche) disposti a contribuire in cambio di visibilità.
Spesso viene costituito un comitato promotore composto da attori pubblici e privati per ottimizzare la raccolta fondi e gestire l’organizzazione.
Non mancano i finanziamenti regionali o statali, soprattutto se la tappa ha una rilevanza turistica e può contribuire alla promozione del territorio. In certi casi, le città ottengono un co-finanziamento da parte della Regione o partecipano a bandi europei destinati agli eventi sportivi.
Nel caso del capoluogo veneto, la responsabilità economica era in capo al Comitato della Tappa dei Berici, presieduto dall’industriale Mario Carraro: si stima che la spesa da affrontare si sia aggirata intorno ai 250 mila euro.
Il Comune di Vicenza ha quindi coinvolto altri tredici comuni dell’hinterland, attraversati dal percorso, che si sono impegnati a contribuire ciascuno con una somma, inferiore al capoluogo.
Nello specifico le cifre precise non sono note, tuttavia si è potuta reperire quanto meno una determina del Comune di Vicenza, datata fine 2024, con la quale venivano stanziati inizialmente € 20.000 euro, da destinare al costituendo comitato, una volta siglata la convenzione con RCS.
Va rimarcato come l’intera operazione, che coinvolge appunto Comitato, Comune e sponsor, sia sapientemente riunita sotto l’ombrello di un unico brand, denominato “Tappa dei Berici”, con tanto di sito internet e web app.

Le sfide logistiche
L’arrivo del Giro comporta importanti sfide logistiche: la città sede di tappa deve garantire strade chiuse e sicure, spazi adeguati per la carovana pubblicitaria e le aree riservate alle squadre.
Le restrizioni al traffico, seppur temporanee, possono creare disagi ai cittadini e alle attività commerciali. È quindi fondamentale un piano di comunicazione efficace, che preveda incontri pubblici, distribuzione di volantini informativi e aggiornamenti in tempo reale sui canali ufficiali. Il coordinamento con le forze dell’ordine, la Protezione Civile e i volontari è essenziale per evitare criticità.

Anche la gestione dei parcheggi, il trasporto pubblico e la ricettività alberghiera devono essere pianificati in anticipo: la presenza di migliaia di persone tra addetti ai lavori, tifosi e turisti può mettere a dura prova le infrastrutture locali.
Personalmente, sono rimasto veramente colpito dalla moltitudine di persone coinvolte a vario titolo nell’organizzazione: dagli agenti di polizia, gli addetti alla carovana, tutti gli incaricati di gestire le varie hospitality disseminate nella zona traguardo, addetti alla sicurezza, promoter, gli operatori TV, fino ovviamente ai corridori ed alle varie squadre.
Si tratta di veramente tante gente, che banalmente deve dormire e mangiare: credo che anche solo la gestione di questo tipo di bisogni non sia affatto banale e richieda una pianificazione tempestiva e puntuale.
Nel nostro caso, il giorno della tappa, le scuole di ogni ordine e grado sono state chiuse alle 11,45 e a partire dalle 12,30 sono stati sospesi tutti i trasporti pubblici (autobus) della città: ciò ha creato parecchi malumori tra i cittadini, per le ovvie ripercussioni ad esempio per i genitori degli scolari.
Tuttavia, a mio avviso, si tratta dello scotto da pagare anche per avere una città”viva”.
Giroland e il Villaggio di Tappa: il cuore promozionale del Giro
Una delle attrazioni più apprezzate nelle città sede di tappa è Giroland, il villaggio itinerante allestito da RCS Sport. Si tratta di un’area espositiva e ricreativa aperta al pubblico, solitamente collocata nei pressi dell’arrivo o della partenza. Qui si trovano stand di sponsor ufficiali, attività ludiche per bambini, spazi per l’intrattenimento, degustazioni di prodotti e merchandising ufficiale del Giro.
Si tratta di una area dedicata agli stakeholder principali della manifestazione.

Nei pressi di Giroland si trova poi il Villaggio di Tappa, che di fatto è sempre un’area espositiva, dedicata però agli sponsor locali, che rimane aperto anche nei giorni successivi al passaggio della corsa.
Gli espositori che desiderano partecipare devono versare una quota di partecipazione, che varia a seconda delle dimensioni dello stand, della posizione all’interno del villaggio e della durata dell’esposizione.
Anche qui c’è un palco e vari stand dedicati agli sponsor che hanno sostenuto la candidatura cittadina.
Curiosità: in ogni sede di arrivo, il Giro promuove una birra denominata “Tappa””, creata sotto il patrocinio di Unionbirrai, coinvolgendo i birrifici artigianali lungo il percorso della Corsa Rosa. (ndr. particolarmente buona!)

Attività collaterali: il museo della bicicletta e un concorso per le vetrine dei negozi
Per creare il cosiddetto “hype”, gli organizzatori cercano poi di proporre tutta una serie di attività collaterali utili a sensibilizzare la cittadinanza e portare interesse per l’evento.
Nel nostro caso, il Comune ha promosso una interessante iniziativa per far colorare di rosa tutte le vetrine del centro storico, andando a premiare con € 1.000 i negozi (3) distintisi per originalità e bellezza dell’allestimento.

Altrettanto valida la creazione di un museo temporaneo della bicicletta (aperto tutto il mese di maggio), che ospitava pezzi da collezione appartenenti ad appassionati locali.
Tra le altre, c’erano bici originali dei vari Coppi, Bartali, Merckx, Bugno, Argentin, Moser, fino a Pantani, Pogacar e Pippo Ganna.

Un’opportunità di marketing territoriale
Insomma, nonostante gli elevati costi e le complessità organizzative, ospitare una tappa del Giro d’Italia rappresenta un’occasione unica di visibilità. Le immagini televisive, trasmesse in diretta in tutto il mondo, offrono una vetrina impareggiabile per i paesaggi, le eccellenze gastronomiche e il patrimonio storico-artistico delle città.
Molti Comuni scelgono di investire nel Giro proprio per questo motivo: la promozione turistica, unita all’indotto economico generato da visitatori e operatori, può trasformare la tappa in un volano di sviluppo locale.
Tanto è vero che si è mossa in prima persona anche ANCI, l’associazione che riunisce i Comuni Italiani, attraverso il sostegno del Fondo per le Politiche giovanili. ANCI infatti da qualche anno partecipa alla realizzazione con RCS Sport di “Giro Express“, l’evento digitale che accompagna la Corsa Rosa, raccontando ogni giorno le eccellenze dei territori italiani.
Si tratta di una web serie, distribuita su canali web, social e tv – inclusi i broadcaster internazionali collegati al Giro, con protagonista l’ex campione del mondo Paolo Bettini, utile a promuovere proprio le eccellenze locali e , di fatto, anche gli sponsor di tappa (!).
In definitiva, il Giro d’Italia non è solo una gara ciclistica: è un evento complesso che fonde sport, economia e territorio, e che richiede una visione strategica per essere pienamente valorizzato.
Dobbiamo certamente godere quando vediamo un grande ciclista tagliare il traguardo per primo, perché l’aspetto sportivo è certamente la parte più importante ed essenziale dell’evento.
Ma, come abbiamo visto, c’è anche tanto altro.
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).
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