Lo scorso 1 marzo è stata presentata a Roma la Relazione Annuale Auditel 2019, dal titolo “La grande sfida della rilevazione dei device digitali’ (vedi documento). È stata così sancita un’autentica rivoluzione nel panorama televisivo e, di conseguenza, pubblicitario.
L’Auditel italiana non rileverà più solo gli ascolti TV tradizionali, ma anche quelli di tutti i device digitali: smartphone, tablet, PC, Smart Tv, OTT.
Giustamente, Marcello Cardani, Presidente dell’AGCOM, ha dichiarato che “l’estensione dell’analisi anche ai media digitali è un fatto epocale”. Si tratta comunque di una rivoluzione necessaria, visti i cambiamenti avvenuti nella fruizione di contenuti televisivi (intesi in senso lato). Basti dare un’occhiata a questo articolo di Digital-Sat, in cui si sottolinea come la Televisione stia perdendo moltissimi spettatori: siamo nell’ordine del milione di persone.
“La media della platea televisiva di questa stagione 2018-2019 (dal 9 settembre al 18 febbraio) in prima serata è di 24.509.000 spettatori e confrontata con quella dell’anno scorso (dal 10 settembre 2017 al 19 febbraio 2018) perde ben 909.000 spettatori pari al 3,6% di share. Mancano all’appello, insomma, quasi un milione di telespettatori. La situazione non è migliore nelle 24 ore: la platea televisiva media dell’intera giornata in questa stagione (dal 9 settembre al 18 febbraio) è di 10.441.000 spettatori ma rispetto allo scorso anno (dal 10 settembre 2017 al 19 febbraio 2018) perde 325.000 spettatori pari al 3% di share”
Insomma, come da esperienza personale quotidiana, non siamo più vincolati alla fruizione della TV tradizionale, ma possiamo passare la serata passando da Rai Play a una serie su Netflix, da DAZN a NowTV. E questo cambiamento necessita(va) una misurazione tangibile, anche in ottica raccolta pubblicitaria.
Teoricamente i primi dati del nuovo Super Panel Auditel avrebbero dovuto uscire già nel mese di marzo, ma, come riportato da Italia Oggi il 29 marzo, “La RAI frena sulla pubblicazione dei dati“. Sembra infatti che Viale Mazzini, principale azionista Auditel col suo 30%, “tema che la nuova modalità di rilevazione, possa fortemente penalizzare gli ascolti Rai“. Questo perché Viale Mazzini non adotta un sistema di mini-clip o riassunti-video dei suoi programmi (come ad esempio Mediaset), sistema, quest’ultimo, che favorisce una fruizione “mordi e fuggi” più efficace a livello di numeri. Verso la fine di aprile la questione sembra essere legata al discorso privacy.
Di sicuro, ostruzionismi e tecnicismi burocratici a parte, i primi dati del Super Panel Auditel ci diranno moltissime cose sul nuovo panorama dell’intrattenimento digitale degli italiani.