In attesa di conoscere l’esito dell’asta per l’assegnazione dei diritti Tv della Serie A 2024-2027/8/9 e di quelli della Coppa Italia e Supercoppa per il triennio 2024-2027 (in entrambi i casi è stato tutto rinviato a fine luglio/inizio agosto), martedì 18 luglio DAZN ha pubblicato i nuovi listini prezzi per il 2023-2024, vale a dire per l’ultima stagione del “triennio televisivo” in corso.
PREZZI E LISTINO DAZN STAGIONE 2023-2024
Lo scorso gennaio pubblicammo un articolo che illustrava le novità, sostanziali, introdotte da DAZN nei pacchetti (standard, plus e start) e nella fruizione del servizio in streaming, presente in Italia dall’estate 2018 e diventato titolare dei diritti della Serie A a partire dal 2021 grazie all’accordo, terminato dopo pochi mesi, con TIM.
Diciamo subito che dopo gli aumenti di gennaio, è arrivato un nuovo balzello in vista della stagione 2023-2024, a meno che non si decida di legarsi a DAZN con contratto annuale, pagabile o in un’unica soluzione o a rate mensili.
In concreto, nell’estate 2021, primo anno del triennio in corso, abbonarsi a DAZN costava 29,99€/mese (addirittura 19,99€/mese per chi si fosse abbonato nei tempi previsti dall’offerta iniziale) e permetteva la condivisione dell’abbonamento con un’altra persona, la cosiddetta concurrency, pratica comune dei servizi in streaming che in questo modo si smarcavano dai classici servizi Pay-Tv, che prevedono contratti molto meno flessibili. In pratica, nell’estate 2021 era consentito esplicitamente “smezzare l’abbonamento con un’altra persona”, con annessa visione in contemporanea in due luoghi diversi. A partire dalla seconda stagione è arrivata la progressiva stretta sulla concurrency, con i piani abbonamento del gennaio 2023 che andavano proprio a limitare/proibire questa opportunità, inizialmente sbandierata anche in chiave pubblicitaria.
Arrivando all’estate 2023, DAZN ha aumentato ulteriormente i costi base dei pacchetti, indicando però con grande evidenza la possibile via d’uscita per evitare il balzello.
CONFRONTO ABBONAMENTO DAZN 2021<->2023 | Per poter condividere l’abbonamento DAZN in luoghi diversi con un’altra persona “del nucleo familiare”, si è passati dai 29,99€/mese dell’estate 2021 ai 55,99€/mese (pacchetto Plus) dell’estate 2023:+86% in due anni. Per evitare questo aumento e pagare una cifra più consona, l’utente viene indirizzato verso la soluzione più gradita a livello amministrativo e soprattutto finanziario a DAZN, vale a dire all’abbonamento con vincolo annuale, anche qui spingendo l’utente al pagamento in un’unica rata “anticipata”, più conveniente a livello di prezzi rispetto alle 12 rate mensili.
È evidente che per i conti di DAZN, incassare subito i soldi di un abbonamento di 12 mesi è estremamente più vantaggioso rispetto all’incasso di x canoni mensili nel corso dell’anno (x perché l’abbonamento si può mettere in pausa e difficilmente un utente mediamente attento paga 12 mensilità). Tuttavia, anche optando per la formula annuale in rata unica, con possibilità di condivisione dell’abbonamento tra due persone del nucleo familiare in luoghi diversi (piano Plus), un utente andrebbe a pagare 449€ annuali che, concretamente e più correttamente, andrebbero divisi non per 12, ma per 10 mesi, visto che a giugno e luglio DAZN non trasmette la Serie A, l’evento per cui la stragrande maggioranza delle persone si abbona. Quindi, alla fine della fiera, anche attraverso questa formula, finanziariamente più conveniente per gli abbonati, un utente andrebbe a pagare 37€/mese sui 12 mesi formali, ma di fatto, considerando i 10 mesi di campionato, pagherebbe 44,90€/mese per vedere la Serie A su due dispositivi diversi in luoghi diversi (altrimenti si sceglie il piano standard ma qui la condivisione è possibile solo all’interno della stessa casa).
Riassumendo, per fare chiarezza, ecco le due immagini chiave con i dettagli dei 3 piani (Start, Standard e Plus) e la tabella con il nuovo listino DAZN per la stagione 2023-2024.
LA (BRUTTA) SORPRESA PER CHI HA MESSO IN PAUSA L’ABBONAMENTO
Sempre martedì 18 luglio, gli abbonati che hanno messo in pausa l’abbonamento a DAZN nei mesi estivi – nel periodo in cui la Serie A non scende in campo l’offerta DAZN, nonostante l’acquisizione di Eleven Sports, non brilla certo per ampiezza e qualità dei contenuti – hanno ricevuto una comunicazione non proprio piacevole. Ecco un esempio di mail ricevuta da chi aveva il piano Standard e ha deciso di mettere in pausa l’abbonamento tra giugno e agosto 2023:
“Per te che hai deciso di mettere in pausa il tuo abbonamento, al primo pagamento successivo al 18 agosto 2023, il costo del piano di abbonamento DAZN STANDARD si adeguerà al prezzo di listino attualmente in vigore e diventerà di 40,99 € al mese.
[…]
Se decidi di terminare il tuo periodo di pausa prima del 18 agosto 2023, l’importo del tuo primo mese di abbonamento sarà lo stesso che pagavi prima della pausa. Dalla successiva fatturazione, si applicherà il nuovo prezzo in vigore: 40,99 € al mese
La soluzione per risparmiare qualche euro, proposta da DAZN, è quella di vincolarsi con contratto annuale:
“Vogliamo tuttavia presentarti alcuni piani disponibili che – nel caso in cui scegliessi di attivarli – potranno consentirti di risparmiare rispetto al prezzo attuale del tuo abbonamento mensile usufruendo di tutta l’offerta sportiva di DAZN:
con il piano annuale con pagamento anticipato in unica soluzione a 299€, pari a 24,92€ al mese, puoi risparmiare rispetto al tuo prezzo attuale;
con il piano annuale con pagamento in 12 rate mensili a 30,99€ al mese“.
Un chiaro invito a passare alla soluzione annuale.
ACCORDO DAZN-TIVÙSAT
Le novità non finiscono qui, perché DAZN ha ufficializzato l’accordo con TIVÙSAT, la piattaforma satellitare nata per portare i canali del digitale terrestre nei tanti territori italiani in cui il segnale degli stessi non è pulito o non arriva proprio.
In concreto, la possibilità di vedere i canali DAZN via satellite attraverso Tivùsat funzionerà nelle stesse modalità di DAZN su Sky. Prima occorre essere abbonati a DAZN, in un secondo momento si potrà sottoscrivere l’opzione satellite-Tivùsat sempre tramite l’account DAZN (il costo non è stato ancora indicato, ma su Sky lo scorso anno era di ulteriori €5/mese rispetto al proprio piano) e a quel punto, una volta verificata la compatibilità del ricevitore satellitare e soprattutto della card Tivùsat con la tecnologia DAZN (vedi qui sotto tutte le FAQ dall’articolo di Dday.it), si potranno vedere i due canali Zona DAZN via satellite al numero 214 e 215 di Tivùsat. Entrambi i canali trasmetteranno essenzialmente le partite della Serie A, più qualche magazine.
In questo ottimo articolo di DDay.it sono spiegati tutti gli aspetti tecnici e pratici dell’accordo DAZN-Tivùsat:
CONCLUSIONI
Inutile negare che ci troviamo un po’ in difficoltà nel commentare queste novità introdotte da DAZN, giustificate dalla stessa DAZN e dai “media-amici” (media in cui DAZN investe molti soldi in pubblicità e con i quali ha stretto delle partnership commerciali) con i nuovi investimenti tecnologici effettuati per migliorare la struttura ed evitare così buffering e problemi di visione, e con la nuova strategia via satellite (Tivùsat).
In realtà, gli utenti che desiderano vedere la Serie A su DAZN nella stagione 2023-24 si trovano di fronte a:
- un abbonamento decisamente più caro rispetto a 24 e 12 mesi prima
- un abbonamento molto meno flessibile rispetto al passato, sia come concurrency sia come vincolo contrattuale
Infine, l’approdo satellitare (anche) su Tivùsat, da un lato è apprezzabile in ottica “copertura di ulteriori zone non raggiungibili dal segnale del digitale terrestre e/o da connessioni Internet valide”, dall’altro è una specie di dietrofront, di riconoscimento dell’impossibilità, quantomeno in tempi brevi/medi, di completare la tanto sbandierata rivoluzione streaming, rappresentata plasticamente dallo spot con Lino Banfi che “smontava” la parabola dal balcone di casa (estate 2021).
Insomma, due anni fa i presidenti della Serie A decisero in modo discutibile (vedi perplessità di Sport in Media) di assegnare il campionato in via quasi-esclusiva a una piattaforma streaming. E lo fecero nonostante i dubbi tecnici sollevati da più parti e nonostante un rapporto di 18 anni con Sky. Stando ai proclami degli allora dirigenti di TIM e DAZN, nonché dei vertici della Lega Serie A, nell’estate 2021 stava iniziando la rivoluzione streaming, con una Serie A trasmessa da un servizio che puntava esclusivamente su Internet, con dei prezzi non eccessivi, con la possibilità di condividere l’abbonamento con altre persone e quindi di ridurre ulteriormente i costi e con un contratto estremamente flessibile, in cui si poteva mettere in pausa e riattivare l’abbonamento durante la stagione.
A distanza di due anni, di quella rivoluzione streaming non c’è più traccia. Nel corso delle due stagioni DAZN ha avuto diversi problemi tecnici di visione – con, a onor del vero, un miglioramento negli ultimi mesi – ma soprattutto ha cambiato totalmente strategia, alzando i prezzi, puntando progressivamente sul satellite come tecnologia di trasmissione complementare (prima Sky, ora Tivùsat), limitando sempre più la pratica dello smezzamento (concurrency) e spingendo gli abbonati al vincolo contrattuale annuale, facendo così venire meno la flessibilità tipica dei servizi streaming-OTT. Di fatto, tutte le tipicità di un servizio streaming-OTT sono state progressivamente annacquate, avvicinando DAZN a una pay-Tv classica. Peccato, però, che l’offerta dei contenuti sia rimasta sostanzialmente fedele a quelle di un servizio streaming-OTT, quindi con la trasmissione essenzialmente dell’evento in diretta e poco altro nel corso della settimana.
In tutto ciò, stando ai dati Auditel, almeno nell’ultima stagione anni la Serie A ha perso molti abbonati video-televisivi, tralasciando ogni riferimento al problema pirateria, tirato in ballo spesso come foglia di fico per nascondere problemi strutturali. Come dichiarato da Aurelio De Laurentiis pochi mesi fa: “Avevamo 4,2 milioni di abbonati tra Mediaset Premium e Sky. Oggi tra Dazn, Tim e Sky ci sono appena appena 1,9 milioni di abbonati, ne abbiamo persi 2,3 milioni per strada, che in termini di fatturato sono tanti“.
Insomma, usando un eufemismo, a distanza di due anni si può sostenere che l’asta per i diritti Tv della Serie A 2021-2024 non sia stata propriamente un trionfo.
DECODER | IL LIBRO SULLA STORIA DELLA PAY-TV SPORTIVA