Il suo lavoro lo apprezziamo ogni volta che assistiamo a un evento sportivo di rilievo su Sky Sport, perché è lui (assieme a Stefano) che ci fa vedere il percorso fatto da un giocatore, ci aiuta a capire la velocità di un tiro o della corsa di un attaccante, oppure, ancora, ingrandisce con la lente un dettaglio del campo, sì da permetterci di valutare, ad esempio, la correttezza o meno della decisione di un direttore di gara.
Ma del suo lavoro, purtroppo, non si sa tanto, sebbene sia davvero affascinante.
E così, ho avuto il privilegio di fare quattro chiacchiere con Jacopo Piotto, 35enne di Livorno, uno dei due operatori di Sky che realizzano gli effetti grafici che noi telepcsportdipendenti vediamo durante i vari Sky Sport Tech in tutte le competizioni sportive (tennis compreso) a eccezione degli sport motoristici.
Davvero curioso il modo in cui Jacopo si è avvicinato a quello che sarebbe poi diventato il suo lavoro:
“Frequentavo con assiduità un forum su internet dedicato a Football Manager e mi sono offerto per dare una mano ad ampliare il database del gioco con l’inserimento delle statistiche di squadre locali. Sono stato quindi contattato da Alberto, che gestiva quella ricerca ma lavorava per Deltatre, società di Torino leader del settore grafico e di raccolta dei dati, che era alla ricerca di nuovi collaboratori per il ruolo di spotter (che è colui che si occupa della raccolta dati in tribuna n.d.r.) e di operatore per le grafiche da mettere in onda durante le partite di calcio. Provino superato e giù a capofitto in questa nuova professione”.
Dal 2009 in poi, Jacopo, si è quindi dedicato alla messa in onda delle grafiche nelle partite di serie A, girando dapprima per gli stadi di serie A (Livorno, Siena, Firenze e Genova), dopo di che uscendo dai confini nazionali per “calcare i campi” della Champions League, del mondiale Sudafricano del 2010 (“un sogno, Wenner, non ci potevo credere”), fino a curare la sovraimpressione delle grafiche in occasione della finale dell’edizione 2013-2014 della Champions League che ha visto contrapposte allo Stadio da Luz di Lisbona il Real e l’Atletico Madrid.
Lo definisce l’apice della sua carriera da operatore grafico.
Per ora, aggiungo io.
Dal 2015 in poi -con una pausa di due anni- è entrato a far parte del team di Sky Sport ed è uno dei pochi operatori in Italia che maneggia per la televisione Viz Libero, il programma che viene utilizzato per realizzare gli Sky Sport Tech, tramite cui Jacopo traccia effetti grafici sul campo, realizza simulazioni tridimensionali (come ad esempio quelle che consentono di ruotare l’inquadratura, passando da una telecamera all’altra senza soluzione di continuità), che permettono agli opinionisti di fare analisi approfondite e tanto altro ancora.
Un lavoro, quello di Jacopo che viene realizzato fianco a fianco con i vari giornalisti e talent che commentano gli eventi sportivi.

“Durante la settimana ricevo dai giornalisti alcuni video che vengono poi da me lavorati a seconda delle specifiche richieste che mi vengono fatte da loro e dai talent: sono questi ultimi a chiedermi di mettere in risalto alcune azioni o evidenziare taluni particolari dell’azione. Questi video, poi, vengono trasmessi durante i pregara. In occasione poi delle partite ho la possibilità di proporre ai talent alcune soluzioni che commentano appena la regia le manda in onda”.
Ed è proprio su questo che, mi spiega Jacopo, si è lavorato in questa stagione: “Fino all’anno scorso i talent erano in cabina di commento allo stadio e commentavano le soluzioni che gli venivano proposte senza averle previamente esaminate e riviste al monitor. Quest’anno, invece, si è studiato un nuovo format, con il talent in studio (nella Sky Sport Tech Room), che ha quindi la possibilità di interagire direttamente con l’operatore grafico per preparare assieme a lui gli Sky Sport Tech da mandare in onda: si punta a meno interventi, ma di maggiore qualità”.
Con un occhio, mi spiega, sempre rivolto ai social, soprattutto negli ultimi anni:
“A metà febbraio del 2020, poco prima che scoppiasse la pandemia, ero al lavoro dopo la gara di andata dell’ottavo di finale di Champions League tra Borussia Dortmund e Paris Saint Germain, una gara in cui Haaland realizzò una doppietta, ma, nella quale, soprattutto, si esibì in uno scatto decisamente anomalo per un calciatore. Prendendo spunto da qualche tweet intercettato in rete decisi di calcolare con l’impiego dei mezzi che ho a disposizione la distanza percorsa dal calciatore norvegese e il tempo impiegato. Nel giro di pochi secondi mi resi conto che il risultato era davvero sorprendente, tant’è che creammo lo Sky Sport Tech messo in onda nel “post” e dal quale scaturì un vivace dibattito sia in studio, sia sui social durante i giorni successivi”.
(lo scatto di Haaland in Borussia-PSG: non si tratta della ricostruzione effettuata da Jacopo Piotto, ma solo di un esempio rinvenuto in rete)
Per la cronaca, Haaland percorse 60 metri in 6.64 secondi, vale a dire 30 centesimi in più del record del mondo su quella distanza e meno di 10 centesimi in più del record nazionale norvegese.

Un qualcosa che è stato possibile scoprire grazie all’intuizione di Jacopo.
Un lavoro stimolante, che ha i suoi pro e i suoi contro:
“La cosa che mi piace di meno è essere impegnato durante ogni fine settimana e la sera, sottraendo tempo a famiglia ed amici. La cosa, invece, che apprezzo è la possibilità che ho di poter seguire gli sport senza dovere sottrarre spazio alla famiglia e agli amici. Due lati, quindi, della medesima medaglia”.
Qualcosina in più abbiamo scoperto di Jacopo e del lavoro che fa, che apprezzeremo ancor di più ogni qualvolta vedremo sui nostri teleschermi uno Sky Sport Tech, perché adesso sappiamo che dietro quello strumento tecnologico c’è un professionista, mosso da una irrefrenabile passione per ciò che realizza.
Grazie Jacopo, ad maiora.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.