Nelle ultime settimane la pallamano ha raggiunto una certa eco mediatica anche dalle nostre parti, complici gli ottimi risultati della nostra nazionale, che ha ben figurato ai recenti campionati mondiali disputati tra Croazia, Danimarca e Norvegia, e la pregevole copertura tv di SkySport (anche attraverso il proprio canale Youtube).
In Italia, la pallamano è uno sport discretamente praticato, anche e soprattutto in ambito scolastico (o almeno lo era quando frequentavo io le scuole medie…ndr), ma che non ha mai raggiunto un successo televisivo degno di nota.
Eppure si tratta di una disciplina altamente spettacolare, con partite dai punteggi molto alti e regole facilmente comprensibili da qualsiasi spettatore.
Ma non è così nel resto dell’Europa, soprattutto del Nord, dove la pallamano è una passione condivisa da tantissime persone.
Andiamo a scoprire qual è il “valore” di questo sport in Danimarca, dove l’audience televisivo della finale ha raggiunto percentuali “bulgare”.

Una passione danese: l’Håndbold
Se lo chiedessimo ai danesi, probabilmente ci direbbero che la pallamano l’hanno inventata loro.
E in effetti, secondo Google e il sito istituzione danese, il gioco è stato inventato proprio in Danimarca nel 1898, tuttavia le regole ufficiali del gioco sono state scritte a Berlino il 29 ottobre 1917, dove si è svolta la prima partita ufficiale. Sport nobile, la pallamano, che viene inserito nel programma olimpico di Berlino 1936, pare perché gradito al cancelliere tedesco dell’epoca…
A Copenaghen però, la pallamano è ritenuta lo sport simbolo della loro cultura, fatta di lavoro di squadra e unione.
I recenti successi, si devono quindi a un “pensiero” a monte, perché questa disciplina viene vissuta in primis proprio come espressione della cultura nazionale e, pertanto, la sua pratica viene promossa a tutti i livelli, partendo dai bambini e dalla scuola.

La supremazia della pallamano danese: una storia di successi e strutture all’avanguardia
Negli ultimi anni, la Danimarca si è imposta come una delle nazioni dominanti nel panorama mondiale della pallamano.
La squadra maschile ha stabilito un record incredibile, rimanendo imbattuta per 37 partite consecutive e conquistando titoli di assoluto prestigio come i Campionati del Mondo e le Olimpiadi.
Ma qual è il segreto dietro questa straordinaria continuità di successi? Una parte fondamentale della risposta risiede nelle strutture all’avanguardia che il paese ha sviluppato per promuovere la pratica della pallamano.
La Danimarca ha infatti investito massicciamente nelle infrastrutture sportive per la pallamano, costruendo palazzetti moderni e centri di allenamento di alto livello in tutto il paese. Le scuole e le associazioni sportive locali giocano un ruolo chiave nella crescita del movimento, offrendo a giovani talenti la possibilità di allenarsi fin da piccoli in impianti all’altezza degli standard internazionali.
L’integrazione della pallamano nei programmi scolastici e l’accesso gratuito o agevolato agli impianti sportivi hanno permesso a questo sport di diventare, come detto, parte fondamentale della cultura sportiva nazionale.

Il centro per la pallamano di Herning: un’eccellenza europea
Uno dei punti di riferimento più importanti per la pallamano danese è lo Jyske Bank Boxen di Herning. Questo impianto moderno e multifunzionale è spesso il teatro di eventi sportivi di livello mondiale, tra cui i Campionati Europei e i Campionati del Mondo di pallamano (anche gli ultimi disputati). Con una capienza di oltre 12.000 spettatori, la struttura è stata progettata per ospitare competizioni di alto livello e per offrire un’esperienza unica ai tifosi.
Oltre alla funzione di arena per i grandi eventi, Herning rappresenta anche un punto nevralgico per la preparazione delle squadre nazionali e dei club di alto livello. La città si è affermata come un hub della pallamano, attirando talenti e allenatori da tutto il mondo.

Il ruolo della pallamano nel Nord Europa
La pallamano gode di un’enorme popolarità nel Nord Europa, specialmente in Svezia, Norvegia, Germania (ma anche in Francia) e, appunto, Danimarca. In questi Paesi, lo sport è fortemente radicato a livello sociale e culturale, con migliaia di praticanti e un seguito di appassionati sempre crescente.
I motivi di questo successo sono molteplici: l’organizzazione delle federazioni nazionali, il supporto delle scuole e delle accademie giovanili e la presenza di campionati competitivi con squadre di altissimo livello.
Se vogliamo si tratta di uno schema simile a quello che lega il successo del calcio alle nostre latitudini, con la differenza che, nel Nord Europa, l’educazione sportiva passa anche e soprattutto dalla scuola. E non è un dettaglio banale.
Molti bambini iniziano a giocare fin dalla scuola primaria e proseguono fino a raggiungere i club professionistici, creando un flusso costante di nuovi talenti per le squadre nazionali.

Il fenomeno televisivo: ascolti da record
La grande popolarità si traduce anche in una grossa attenzione mediatica, con ascolti TV eccezionali. In Danimarca, la storica vittoria della nazionale biancorossa ai Campionati del Mondo di pallamano è stata vista da oltre 2,1 milioni di spettatori attraverso le emittenti in chiaro DR e TV2, con uno share del 91,7% (udite udite!)
Entrambe le tv pubbliche DR e TV2 hanno trasmesso la partita, disputata a Oslo, che ha visto la Danimarca sconfiggere la Croazia 32-26, ottenendo il quarto titolo mondiale di fila (oltre ad aver raccolto anche il recente oro olimpico).
I dati rilasciati dall’agenzia Above Sports hanno rivelato che 2,116 milioni di persone hanno guardato la finale tra le due emittenti, a fronte di una popolazione totale di 5.9 milioni!
Ma anche le partite precedenti non erano andate male in termini di ascolto, attestandosi sempre sopra il milione e mezzo (secondo Nielsen, 15 dei 17 programmi più visti della televisione danese a fine gennaio 2025 erano partite di pallamano).

Per capirci, come ha osservato l’amico Walter su X, si tratta di un ascolto paragonabile a quello registrato in Italia per la finale dei mondiali di Germania 2006 (23 milioni di spettatori).
In Danimarca, la storica vittoria della nazionale biancorossa ai Campionati del Mondo di pallamano è stata vista da oltre 2,1 milioni di spettatori attraverso le emittenti in chiaro DR e TV2, con uno share del 91,7% (udite udite!)
Ma anche nel resto d’Europa la pallamano ha fatto grossi ascolti: in Francia, la sconfitta in semifinale ha attirato un’audience media di 1,06 milioni di spettatori su TFX, il canale free-to-air di proprietà di TF1 (non sono noti i dati di beIN Sports che l’ha trasmessa in Pay-tv).
In Germania invece, la cui nazionale è stata eliminata ai quarti dal Portogallo, questa partita è stata vista in media da quasi 7,1 milioni di spettatori sull’emittente pubblica ARD, raggiungendo uno share del 27,2%.

Per tutti i dettagli circa gli ascolti dei Mondiali di pallamano, anche all’estero, vi rimando alle interessantissime analisi di Nicola sulla rubrica settimanale dedicata.
NB I diritti media globali del torneo sono stati venduti dall’agenzia Sportfive, che detiene un accordo con la Federazione Internazionale di Pallamano (IHF) fino al 2031. Nei territori in cui non è stato firmato alcun accordo sui diritti, le partite sono state trasmesse in diretta streaming sul canale YouTube dell’IHF o, come nel caso di Sky Italia ceduti sulla base di accordi appositi.
Conclusione
La Danimarca ha saputo costruire un modello vincente per la pallamano, unendo successi sportivi, investimenti infrastrutturali e una solida cultura sportiva.
Si tratta di un esempio significativo di come lo sport possa essere promosso solo con una sinergia tra varie componenti: un’attività educativa, in primis nelle scuole, e una finanziaria, con interventi mirati a creare strutture adatte alla pratica.
A monte deve esserci però una strategia, mentre troppo spesso il destino di una disciplina è lasciato a iniziative estemporanee senza uno straccio di programmazione.
Ecco, la programmazione è proprio uno degli altri aspetti che dovrebbero governare le istituzioni sportive, anche e soprattutto dalle nostre parti.
Se vogliamo, un esempio virtuoso è quello della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) che in tal senso si è mossa per tempo per modificare il modo di pensare e vivere il tennis in Italia, provando a cambiare la cultura prettamente “terraiola” dei nostri praticanti con la costruzione di campi in cemento (se ne è parlato anche in una recente puntata del podcast InMedia(s)Res).
Gli esempi ci sono. C’è speranza.
Forse la pallamano in Italia non avrà mai il seguito di cui gode all’estero (ma glielo auguriamo!), ma chissà che qualche altra nostra federazione prenda spunto dall’esempio danese e provi a rilanciarsi partendo con un progetto “dal basso”, dalle scuole, dai bambini.
L’investimento potrebbe certamente “pagare bene”, a tutti i livelli.
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).