In questi giorni siamo tutti un po’ presi dalla sbornia legata alla fine della stagione dei vari campionati nazioni di calcio e delle coppe europee.
Di solito negli anni dispari, come il 2025, ci era concesso il lusso di tirare il fiato per qualche settimana, di non pensare al calcio giocato, buttando giusto un occhio al “sempre” presente calciomercato.
Ma qualcuno ha pensato bene di riempire questo “vuoto incolmabile”…
Fra pochi giorni prenderà quindi il via negli Stati Uniti il nuovo Mondiale per Club FIFA (CWC), un torneo fortemente voluto dall’organizzazione con sede a Zurigo e considerato, nelle intenzioni, come una vera e propria “Champions League globale”.
Ma a poche settimane dal calcio d’inizio, l’evento rischia di trasformarsi in un boomerang mediatico e finanziario, con risultati finora deludenti sotto diversi punti di vista.
Vediamo di capirci qualcosa in più.
Un torneo ambizioso ma accolto freddamente
La FIFA ha pianificato questo nuovo format come una manifestazione quadriennale, con 32 squadre da tutto il mondo pronte a sfidarsi per il titolo di campione dei campioni. Il Paese ospitante, gli Stati Uniti, è stato scelto per il suo potenziale di crescita nel mercato calcistico, per le infrastrutture già in fase di preparazione verso i Mondiali 2026 e per la capacità organizzativa.
Eppure, nonostante la presenza di club di alto profilo come Real Madrid, Manchester City, Inter, Chelsea e Flamengo, l’interesse per il torneo è, a oggi, estremamente basso – negli USA come nel resto del mondo per la verità.
I segnali sono chiari: vendite dei biglietti sotto le aspettative, stadi ancora mezzi vuoti a pochi giorni dall’evento, e prezzi in caduta libera.
Biglietti in Saldo e Stadi Mezzi Vuoti
Per la verità, l’idea di scrivere questo articolo, mi è venuta leggendo un post su Facebook di Piero Armenti, imprenditore, influencer, blogger italiano che vive a New York e cura il progetto “Il mio viaggio a New York”.

Fa certamente sorridere vedere come nelle parole di Piero, che potremo definire un insider in terra statunitense, l’appeal del torneo negli USA sia paragonabile al trofeo Birra Moretti, a suo tempo “evento di punta” del calendario delle amichevoli estive.
La vendita dei biglietti infatti ha avuto un buon avvio solo per alcune partite, soprattutto quelle che coinvolgono i club più popolari d’Europa. Tuttavia, le partite dei club meno noti – come i campioni africani o asiatici – stanno registrando vendite minime. Alcuni match hanno venduto meno del 20% della capienza dello stadio, costringendo gli organizzatori ad abbassare drasticamente i prezzi.
Nei primi giorni di prevendita, un biglietto per una partita di cartello superava facilmente i 150 dollari (€ 130), ma oggi si trovano interi pacchetti a prezzi simbolici, in alcuni casi inferiori a 20 dollari (€ 17). In alcune città ospitanti, la FIFA ha persino attivato campagne promozionali locali con sconti per famiglie, studenti e gruppi aziendali, pur di evitare l’imbarazzo degli spalti vuoti in diretta TV.

L’investimento, i diritti TV e la posizione della FIFA
The Athletic, costola sportiva del New York Times ha intervistato nei gironi scorsi Mattias Grafstrom, segretario generale della FIFA, dotato di un “discreto margine di potere”, tanto che un tempo era capo di gabinetto del suo presidente, Gianni Infantino.
È anche l’uomo che ha ridisegnato la Coppa del Mondo per Club FIFA (CWC), progettando il format a 32 squadre.
La cosa interessante è stata che ha dichiarato alla testa newyorkese come la CWC “non è un’iniziativa commerciale“. Strano, dall’esterno, non sembrerebbe proprio così.
Il nuovo Mondiale per Club rappresenta un investimento da circa 2,5 miliardi di dollari (2.200 miliardi di euro), tra costi organizzativi, logistica, premi alle squadre e diritti commerciali. La FIFA ha puntato molto sulla vendita dei diritti televisivi, che rappresentano il principale canale di entrate.
DAZN, ad esempio, ha pagato 1 miliardo di dollari per i diritti di trasmissione.
Si tratta di una cifra che nessun altro broadcaster avrebbe mai pagato, tanto che il tema della mancata vendita di questi diritti ha tenuto banco per diverso tempo nei media, creando non poco scetticismo dietro all’intera operazione, che non riusciva a trovare visibilità.
I vincitori del 2025 guadagneranno 125 milioni di dollari (109 milioni di €), una cifra simile alla Champions League per uno sforzo notevolmente inferiore.
Grafstrom afferma che “la FIFA sta cercando di far crescere lo sport” ma va detto come più che il dato sportivo abbia contato quello economico, dal momento che ci sono voluti proprio dei premi “faraonici” per convincere alcune delle squadre coinvolte a partecipare, a fine stagione, con il rischio di compromettere seriamente anche la preparazione per il prossimo campionato.
Qui ci fermiamo ai soli dati economici, poi alla fine del torneo si potranno esprimere giudizi anche su quello che sarà il valore sportivo della manifestazione, che tuttavia, dalle premesse, non sembra promettere bene.
Biglietti in picchiata da $230 a $20
La FIFA sta eseguendo un modello di prezzi dinamici per la CWC 2025. In sostanza, il costo dei biglietti è dettato dalla domanda: più una partita è popolare, più costa assistervi.
Un po’ come succede nei grandi parchi divertimento dove il prezzo del biglietto di ingresso varia in base al periodo dell’anno, alla previsione di affollamento, ecc.
Le partite del Real Madrid, ad esempio, stanno reggendo. Nessuno dei loro titoli di ingresso costa meno di $ 132. Anche il Boca Juniors sembra attirare folle, probabilmente per la massiccia presenza di sudamericani negli USA.

Il pubblico però “non si sta affrettando” ad acquistare i biglietti e si dice che per la partita di apertura, tra l’Inter Miami e la squadra egiziana dell’Al Ahly, a Miami il 14 giugno, lo stadio sia molto lontano dall’essere riempito.
Si parla di una presenza inferiore a 20.000 paganti – 45.000 sotto la capacità dell’impianto–. La FIFA ha negato, ma non ha fornito alcun dato.
I biglietti per quella partita sono disponibili al prezzo più basso di $ 55, molto al di sotto dei $ 230 previsti a gennaio e $ 349 quando è stato eseguito il sorteggio del CWC, a fine anno.
C’è il pericolo che molte partite si svolgeranno di fronte a fasce di posti vuoti, un’immagine che la FIFA vuole assolutamente evitare.

L’Interesse negli USA resta marginale: sarà solo un costoso esperimento?
Nonostante l’ottimismo iniziale, negli Stati Uniti il calcio (soccer) fatica ancora a imporsi come sport mainstream. Il pubblico locale continua a preferire NFL, NBA e MLB, mentre anche gli appassionati di calcio tendono a seguire più volentieri i campionati europei che la MLS.
Sta di fatto che, come ci dice il buon Piero Armenti, il mondiale per il momento sembra interessare a pochi.
La scarsa storia del torneo, la formula confusa e la sovrapposizione con i calendari calcistici tradizionali stanno penalizzando un format che avrebbe invece bisogno di una narrativa forte e di un contesto culturale ben radicato.
Forse avrebbe giovato una formula più snella e magari l’averlo organizzato in un Paese con più forte tradizione calcistica, dove la risposta dei tifosi sarebbe potuta essere diversa.
Purtroppo però questo non sembra il trend attuale del calcio mondiale, con mire espansionistiche legale più al business che ad altro.
La FIFA sperava di lanciare un evento capace di competere con la Champions League per prestigio e visibilità, ma i primi segnali non sono incoraggianti. Le spese elevate, i bassi incassi da biglietteria e un ritorno televisivo inferiore alle attese rischiano di trasformare il nuovo Mondiale per Club in un’operazione economicamente fallimentare.
A meno di sorprese e di un’improvvisa crescita di interesse durante il torneo, la FIFA dovrà seriamente ripensare il format, la collocazione nel calendario e la strategia di marketing.
Per ora, il grande sogno di una Coppa del Mondo per club rischia di restare solo un costoso esperimento.
Ma faremo i conti alla fine.
In caso di ripresa dell’articolo o di parte di esso, si prega di citare la fonte.
Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
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