Questa mattina Il Sole 24 Ore ha pubblicato un’analisi molto importante sul mondo TV e VOD (Video On Demand). Una fotografia, dati alla mano, di un settore che sta vivendo una fase di cambiamenti epocali.
TV GENERALISTA IN DIFFICOLTÀ : -832.804 TELESPETTATORI IN PRIMA SERATA. PERDONO LE RETI AMMIRAGLIA, BENE LA7
Secondo lo studio elaborato da EY, nella stagione televisiva appena conclusa, la televisone tradizionale ha perso moltissimi spettatori, a vantaggio dei sistemi OTT. Precisamente, in prima serata, ovvero nel momento più importante nell’arco della giornata, la TV generalista ha perso complessivamente 832.804 spettatori (nel giorno medio, invece, l’emorragia si è arrestata a 341.000 spettatori in meno). Un dato estremamente significativo sulle nuove abitudini degli italiani. Nel dettaglio, sempre soffermandosi sulla prima serata, Mediaset ha perso 562.518 spettatori, mentre la Rai registra un -383.752. In particolare sono Rai 1 e Canale 5 a perdere molto terreno, mentre Rai 3, Rete 4 e LA7 ottengono dei risultati molto interessanti: tutte col segno +.
8 MILIONI DI ABBONAMENTI OTT: IN 6 MESI +1,23 MILIONI DI ABBONATI
Ma dove sono finiti i telespettatori persi dalle TV generaliste in prima serata? Secondo lo studio EY, commissionato da Sky, Fastweb e Discovery, sono passati al VOD, vale a dire hanno sottoscritto un abbonamento OTT. In particolare, Netflix, Amazon PrimeVideo, TimVision, NowTV, DAZN, Infinity ed Eurosport Player hanno raggiunto a gennaio 2019 la quota complessiva di 8 milioni di abbonamenti, che corrispondono a 11 milioni di utenti on demand. Significa un +1,23 milioni di abbonati (+18%) in soli 6 mesi. Allargando il discorso ai sistemi VOD gratuiti (YouTube, RaiPlay, MediasetPlay), il totale delle persone che in Italia guardano video on demand (pay e free) è di 25,8 milioni.
Purtroppo – per ora e fino a quando il Super Panel Auditel non diventerà realtà (fine giugno)? – non vi è il dato scorporato per singolo OTT. Stando al Sole 24 Ore, comunque, il podio degli OTT a pagamento vede in testa Netflix, seguito da Amazon PrimeVideo e da DAZN.
Ad ogni modo, siamo in presenza di dati importantissimi, che permettono di comprendere appieno la rivoluzione in atto. La TV generalista non morirà mai, ma dovrà essere veloce “nell’affiancarsi” ai sistemi OTT, sia dal punto di vista dei contenuti (soprattutto per serie TV e diritti televisivi sportivi, mentre i talk show resteranno un format prettamente televisivo), che degli strumenti (le rispettive piattaforme VOD dovranno essere sempre più smart e ricche di contenuti). Una sfida affascinante, ma soprattutto un confronto molto acceso che permetterà al consumatore finale di avere più scelta, più contenuti e un “palinsesto” cucito su misura.