In questi giorni torna in mente Homer Simpson alle prese con le tasse. Guarda quelli in coda e ride: “Le ho già pagate un anno fa”. Lo riporta alla realtà la figlia Lisa: “Ma papi, erano quelle dell’anno scorso…”. Da qui soluzione alla Homer e conseguenti guai successivi. Torna in mente ascoltando tutti quelli che si stracciano le vesti dopo aver scoperto che il Mondiale si disputa in Qatar, paese in cui i diritti civili sono un tantinello indietro. Inutile ricordare che la fase finale è stata assegnata nel 2010 e lecita la domanda: dove siete stati in questi dodici anni? Qualcuno ha preso pc e telecamera e ha raccontato quanto stesse succedendo da quelle parti, soprattutto in danno dei lavoratori meno protetti. Il resto è andato avanti per la sua strada, salvo svegliarsi nei giorni immediatamente precedenti il torneo. Oppure a torneo iniziato, come fatto da Alessandra De Stefano, direttrice di Rai Sport, per giustificare la scelta di andare in onda comunque con Il Circolo dei Mondiali e dare un senso definitivo ai tanti milioni spesi per prendere i diritti.
“Corrotti e imbroglioni” ha definito chi ha gestito la vicenda della scelta Qatar. “Benvenuta nel mondo reale”, ci sarebbe da ribattere. E non solo a lei. Parliamo di Olimpiadi? Atlanta 1996, quando la città è scelta per il pressing della Coca Cola, lasciando con un palmo di naso Atene, che sognava di ospitare l’edizione dei cento anni. Il Cio cercò di riparare assegnando alla capitale greca l’edizione 2004. Parliamo di Europei? Noi italiani sappiamo come andò per il 2012: eravamo i favoriti d’obbligo, poi i maneggi di Grygory Surkis in seno all’Uefa portarono all’edizione tra Polonia e Ucraina. Non risultano sollevazioni di popolo (giornalistico) contro quegli eventi.
Questo per il capitolo corruzione, che affascina sempre. E le assegnazioni politicamente controverse? Partiamo dalle Olimpiadi. Berlino 1936, nominata nel 1931 la democratica Germania e gare in pieno furore nazista (con bis invernale a Garmisch-Partenkirchen). Città del Messico 1968, si va avanti comunque nonostante le centinaia di studenti massacrati dalle polizia messicana (protestavano per l’eccesso di spesa) dieci giorni prima dell’inizio. Mosca 1980 e Pechino 2008, in realtà non proprio garanti della libertà individuale, specie la prima in quell’epoca. Passiamo ai Mondiali. Italia 1934, sappiamo bene come il torneo vinto dagli azzurri servì a rafforzare il regime fascista. Argentina 1978, assegnazione nel 1964 a un governo democratico diventato dittatura dei generali nel 1976. Spagna 1982, assegnazione nel 1966 a una nazione sotto il tallone di Franco e diventata libera dopo la sua morte nel 1975. Russia 2018, gli eventi recenti ci hanno fatto capire che là non andasse tutto per il verso giusto. Finiamo con gli Europei. Spagna 1964, vedi sopra. Jugoslavia 1976, vedi Mosca e Pechino, cui aggiungere anche i Giochi invernali 2014 e 2022. Sarebbe interessante consultare raccolte dei giornali e archivi televisivi per capire come tutto ciò venne commentato.
Leo Lombardi