Trent’anni dopo la caduta del muro di Berlino, Sky Sport rielabora nel suo percorso narrativo i tanti avvenimenti di quel 1989 tra calcio, politica e società. Domani, venerdì 8 novembre, alle 19.45 su Sky Sport Serie A e alle 22.30 su Sky Sport Uno (anche On Demand e su Sky Go, per seguire gli eventi live su smartphone, tablet e PC, anche in viaggio nei Paesi dell’Unione Europea), in onda la terza puntata stagionale de “L’uomo della domenica” di Giorgio Porrà, che ripercorrerà le vicende di quell’anno speciale. Un anno che ha visto crollare molti muri anche nel mondo dello sport, alcuni dei quali nessuno ha mai più rialzato. La notte del 9 novembre 1989 il muro di Berlino trascinò con sé le macerie di regimi totalitari e ideologie in agonia. Quel muro crollato fu eletto a simbolo della fine di tutte le barriere. Fu solo un dolce, potentissimo inganno. Oggi siamo in una nuova età dei muri, dei troppi muri. Ma quello che accadde nell’89, stagione segnata da grandiosi sconvolgimenti, rappresenta una memoria troppo preziosa per lasciare che si disperda.

Nell’appuntamento con Porrà, riferimenti cinematografici, musicali e letterari andranno a impreziosire una ricostruzione storica appassionante di quell’anno irripetibile per lo sport e la politica del continente.
Alcune citazioni dalla puntata:
Nick Hornby ha intercettato qualcosa di nuovo nel rapporto tra calcio e letteratura scrivendo un libro di una modernità abbastanza sconvolgente. Ed è vero che dopo Nick Hornby non ci furono più problemi e ci sono stati altri grandissimi scrittori. Hornby ha aperto una strada.Sandro Veronesi
Qualcuno deve fare il primo passo e chi lo fa cambia il mondo. Come Dick Forbury nel salto in alto, che ha inventato una tecnica regalava parecchi centimetri, anche se non è stato uno dei più grandi saltatori della storia. Invece Sacchi è uno di quelli cui è toccato far fare un passo avanti al calcio italiano, ma non solo: lui, la sua squadra, il Milan, i giocatori che allenava, sono diventati un pezzo di storia. Sandro Veronesi
Io tifavo per la Germania Ovest, che mi è sempre piaciuta e se potevo stavo dalle parti di quelli dove c’era la libertà. Poi non mi piaceva il fatto che ci fosse un alone di mistero sull’Europa dell’est, non mi piaceva il fatto che corressero più degli altri, che avessero più resistenza, che ci fosse un evidente squilibrio, si pensi per esempio allo sport femminile. Walter Veltroni
È stata una cosa epocale, alcune sequenze della caduta del muro le ho messe in Educazione siberiana, le sequenze reali. Ha un valore simbolico enorme, soprattutto oggi lo acquista ancora di più.Gabriele Salvatores
La DDR era un fenomeno terribile perché era un paese che era una fabbrica di medaglia, usavano lo sport per migliorare la loro immagine all’estero. Per due motivi avevano tanti campioni: il primo era il doping, il secondo la non-libertà. L’allenatore della loro nazionale di pallavolo mi disse che era lo stato a decidere che sport avrebbe fatto un ragazzino dotato e non l’allenatore o la famiglia. E se lo mandano a fare atletica è perché basta un solo talento per ottenere una medaglia. Infatti la DDR era forte negli sport individuali e meno in quelli di squadra. Julio Velasco
BERLINO 1989 – L’INGANNO DEL MURO
Venerdì 8 novembre
- Sky Sport Serie A, ore 19:45 e 23:30
- Sky Sport Uno ore, ore 22:30
- Sky Sport Football, ore 23:00
Sabato 9 novembre
- Sky Sport Uno, ore 13:00 e 00:00
- Sky Sport Serie A, ore 14:00 e 23:30
Domenica 10 novembre
- Sky Sport Uno, ore 12:00 e 19:30
- Sky Sport Serie A, ore 13:30
- Sky Sport Football, ore 14:00 – 23:00