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SPORTinMEDIA > Money Ball > Nathan’s Hot Dog Eating e la lega MLE: la sportificazione dell’assurdo
Money Ball

Nathan’s Hot Dog Eating e la lega MLE: la sportificazione dell’assurdo

Ultimo aggiornamento 2025/07/23 at 2:14 PM
Matteo Zaccaria 3 mesi fa
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Per quest’ultima puntata della rubrica, prima della pausa estiva, ho pensato a un argomento un po’ più leggero, direi meta-sportivo.

Oggi parliamo infatti del Nathan’s Hot Dog Eating, la famosissima competizione che si svolge annualmente a New York, per decretare chi sia il più “abile” mangiatore di hot dog del mondo (sapete che chiunque vinca qualcosa negli USA diventa “World Champion”… [of what?]).

L’ultima edizione si è tenuta lo scorso 4 luglio e ha visto trionfare per l’ennesima volta Joey Chestnut, laureatosi campione per la 17ma volta, un record!

Ad acclamarlo, un pubblico di almeno 40.000 spettatori.

Ma vediamo come i media americani sono riusciti a “sportificare” anche questo evento, trattandolo alla stregua di qualsiasi altra gara dell’NFL piuttosto che dell’NBA!

Faremo la conoscenza anche la lega di riferimento: la MLE (Major League Eating!)

Vediamo di capirci qualcosa di più…

Cos’è il Nathan’s Hot Dog Eating

Il Nathan’s Hot Dog Eating Contest è una gara di mangiatori di hot dog che si tiene ogni anno il 4 luglio, Giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti, a Coney Island, Brooklyn (New York City).
È il più famoso evento di “competitive eating” al mondo.

I concorrenti hanno 10 minuti per mangiare quanti più hot dog possibile. Ogni hot dog consumato completamente (panino incluso) conta come un punto. Sono consentite tecniche particolari, come inumidire il pane con acqua per facilitare la deglutizione.

Secondo la leggenda (mai confermata), il primo contest si sarebbe tenuto nel 1916, lo stesso anno dell’apertura di Nathan’s Famous, storica catena americana di hot dog. In realtà il concorso ha preso forma regolarmente solo dagli anni ’70 in poi.

Regole PrincipaliDescrizione
⏱️ Tempo limite10 minuti totali per mangiare il maggior numero di hot dog
🥤 Uso delle bevande consentitoI concorrenti possono bere acqua o altre bevande per aiutarsi a deglutire
👨‍⚖️ Convalida dei giudiciOgni hot dog mangiato viene conteggiato solo se completamente ingerito
❌ Rigetto del cibo = squalificaSe un concorrente vomita (“reversal of fortune”), viene automaticamente escluso

Ecco una tabella con il montepremi, non certo ricchissimo, che vale più o meno come una vittoria di tappa al Tour de France 2025 (!)

PosizionePremio (Uomini)Premio (Donne)
🥇 1° posto$10.000$10.000
🥈 2° posto$5.000$5.000
🥉 3° posto$2.500$2.500
4° posto$1.500$1.500
5° posto$1.000$1.000
Totale$20.000$20.000
💰 Montepremi complessivo$40.000
A Coney Island troneggia un cartello che ci ricorda il countdown per l’appuntamento del 4 luglio – immagine su licenza CC

 Record e protagonisti

NomeTitoli VintiRecord PersonaleNote
🏆 Joey Chestnut1776 hot dog in 10 minuti (2021)Considerato il GOAT del competitive eating
👑 Miki Sudo1148,5 hot dog in 10 minutiRegina incontrastata della categoria femminile

Cos’è la Major League Eating (MLE)

La MLE è l’organizzazione ufficiale che governa e promuove il competitive eating professionale a livello mondiale. Fondata nel 1997 dai fratelli George e Richard Shea, opera come un’autentica lega sportiva, con regolamenti, ranking, sponsor e circuiti di eventi.

Il contest di hot dog del 4 luglio è la sua vetrina più famosa, ma il calendario MLE include oltre 50 eventi all’anno su alimenti diversi: ali di pollo, pizza, tacos, ostriche, burritos, uova sode, gelato e peperoncini piccanti.

MLE è molto attenta agli aspetti di sicurezza e legalità. Ecco che ogni atleta è sottoposto a regole sanitarie e comportamentali, sono vietati doping alimentari o pratiche pericolose.

Sul sito della Lega MLE, si trovano classifiche, foto, eventi e merchandising.

La più grande rivalità nel mondo dello “sport” (!) finita su Netflix

Immagino però che pochi di voi pazienti lettori siano a conoscenza della più grande rivalità nel mondo dello sport, nata proprio in questo contesto.

Prima di scoprire qual è, riavvolgiamo il nastro.

Per gran parte dei primi anni 2000, non è stato Joey Chestnut a dominare la scena del competitive eating, ma un mangiatore professionista giapponese di nome Takeru Kobayashi.

La sua tecnica rivoluzionaria e il suo estenuante regime di allenamento gli hanno permesso di mangiare così tanto cibo che – si dice – gli si siano spostati gli altri organi, al punto da limitare la sua respirazione.

Nel 2007, Kobayashi si era presentato al Nathan’s Hot Dog Eating Contest per vincere il suo settimo titolo di fila. L’anno prima, aveva stabilito il record giapponese e quello mondiale, mangiando ben 53 hot dog e 3/4 in soli 12 minuti. 

Quell’anno c’erano ben 50.000 persone riunite a guardare Kobayashi sul palco posto davanti all’oceano Atlantico. Tuttavia, seduto alla sua sinistra c’era un nuovo arrivato di nome Joey Chestnut, da poco entrato nel circuito. 

Chestnut era sì un principiante, ma aveva appena stabilito una prestazione eccezionale nel “campionato di mangiatori di asparagi fritti”, mangiandone quasi 3 kg in 11,5 minuti. Tuttavia al Nathan’s Contest sera andato solo due volte, portando a casa un secondo e un terzo posto.

Ecco che laddove Kobayashi sembrava imbattibile, il 4 luglio 2007, Chestnut lo ha battuto 66 hot dog a 63, stabilendo un nuovo record mondiale e detronizzando il sei volte campione.

Da lì è iniziata una vera e propria faida, per nulla dissimile dai duelli Federer/Nadal, Rossi/Biaggi, ecc. L’anno successivo i due si affrontarono di nuovo e la sfida fìnì in parità nei tempi regolamentari, 59 hot dog a testa.

Il titolo si assegnò ai supplementari, con il vincitore decretato fra chi per primo avrebbe ingurgitato 5 hot dog. Trionfò Chestnut che buttò giù i suoi 5 hot dog in 50 secondi, mentre Kobayashi impiegò 7 secondi in più.

Si aprirono poi tutta una serie di beghe legali, prima tra Kobayashi e la Lega (problemi di esclusiva), poi con Chestnut (questione di sponsorizzazioni, tanto che ha dovuto saltare l’edizione del 2024).

Solo nel 2024, Netflix ha pensato bene di sublimare questa rivalità e sfruttare l’enorme eco di questa vicenda negli States, proponendo uno speciale con l’epica sfida finale tra i due contendenti, dominata per la cronaca da Chestnut 83 hot dog a 66.

Capiamo bene tutti che se per una questione di tal genere si è mosso persino un colosso dello streaming con Netflix…

La “rivincita” del secolo è disponibile su Netflix, per gli appassionati del genere…

La copertura mediatica: lo storytelling del würstel

Il Nathan’s Hot Dog Eating Contest è diventato negli anni un evento mediatico di primo piano negli Stati Uniti. 
La rete televisiva ESPN, il principale canale sportivo della galassia Disney, trasmette l’intera gara in diretta nazionale, con commentatori sportivi, replay al rallentatore e grafiche che ricordano le partite della NFL o della NBA. Viene trattato non come un qualcosa di semplicemente “curioso”, ma come una vera e propria competizione sportiva, con un tono epico e celebrativo.

Nel giorno della festa dell’Indipendenza, milioni di americani lo guardano durante i barbecue o i picnic familiari, rendendolo un appuntamento fisso nel calendario delle celebrazioni patriottiche. L’evento genera un volume enorme di contenuti sui social media, tra meme, highlights, interviste e commenti.

Le testate giornalistiche, anche le più serie come il New York Times e il Washington Post, coprono ampiamente l’evento, raccontando le storie dei campioni, analizzando le tecniche di gara e persino commentando i risvolti dietetici o medici dell’impresa.

Non mancano anche documentari e speciali televisivi: piattaforme come Netflix o ESPN+ hanno prodotto contenuti sul mondo del competitive eating, con il Nathan’s Contest come simbolo assoluto. La competizione è stata anche oggetto di parodie in show come The Simpsons, Saturday Night Live e South Park, segno del suo impatto sulla cultura pop americana.

https://www.youtube.com/watch?v=b3M1J_enr5g
ESPN garantisce una copertura dell’evento degna di una qualsiasi partita delle leghe professionistiche statunitensi.

ESPN: sportificazione dell’assurdo

Dal 2003, ESPN ha trasformato il contest da evento di nicchia a spettacolo sportivo mainstream, applicando le stesse logiche narrative utilizzate per NFL, NBA o tennis:

📺 Diretta HD con cronaca “play-by-play”Telecronaca in tempo reale in stile sportivo, come per eventi NFL o NBA
📊 Grafici e replayStatistiche live, replay al rallentatore, cronometri e tabelle dei record
🎙️ Profilazione degli atletiMini-documentari, schede tecniche e interviste pre/post gara
⏳ Countdown promozionaleCopertura mediatica e teaser nei giorni che precedono il 4 luglio

Questa “sportificazione dell’assurdo” ha reso la gara credibile e coinvolgente, fidelizzando una fanbase che oggi segue con passione l’intero circuito del competitive eating.

E gli ascolti? Ebbene, ESPN ha raggiunto anche un pubblico di 2.800.000 persone, mentre l’edizione tenutasi qualche settimana fa è stata comunque seguita da ben 1 milione e 600mila utenti.

Pensiamo che la prima edizione della Coppa del Mondo per Club FIFA, appena terminata, ha raccolto sempre negli USA un’audience media di 450.000 persone, con un picco di 1.800.000 per la finale tra PSG e Chelsea. 

Gli Yankee preferiscono decisamente gli hot dog…al soccer

Matteo Zaccaria | Coltiva la passione per tutti gli sport (tranne il cricket, che rimane un mistero), ma non ne pratica neanche uno (!). Avvocato vicentino, ma non “magna gati”. Appassionato del racconto sportivo in tutte le sue forme. Ritiene che se ti svegli nel cuore della notte per guardare una finale NBA, o hai una passione, o un problema, oppure entrambe le cose!
“Mi piace guardare lo sport in Tv. Contrariamente ai film non sai mai come va a finire” (Michael Douglas).

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TAG: Ascolti, Competitive eating, Coney Island, ESPN, George e Richard Shea, Hot dog, Joey Chestnut, Major League Eating, Miki Sudo, MLE, Nathan, Nathan's Hot Dog Eating, Netflix, New York, New York Times, prize money, sportificazione, Takeru Kobayashi, tv ratings, USA
Matteo Zaccaria 23 Luglio 2025 23 Luglio 2025
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