Finalmente una buona occasione per parlare bene di DAZN. L’occasione ha un titolo accattivante (“Lucky!”) ed è certamente una delle serie migliori di argomento sportivo che siano state rilasciate negli ultimi 12 mesi. La produzione è DAZN, come detto: gli episodi sono otto di un’ora l’una e vale moltissimo la pena di goderseli fino in fondo. L’argomento? La vita di Bernie Ecclestone che è fusa con la storia della Formula 1. Il maggior pregio della serie sta nella scelta estetica del regista Manish Pandely che già si era occupato del film su Ayrton Senna. Pandely ha creato la più Tarantinesca delle serie, nel senso che ha ripreso alcune delle scelte che Tarantino ha applicato nei due volumi di “Kill Bill” e ne ha fatto un’architrave. E non solo perché Ecclestone, oggi 92enne, è la copia di Esteban Vihaio, il magnaccia ormai in pensione cui Beatrix Kiddo (Una Thurman) si rivolge per porgli la fatidica domanda: dov’è Bill? Ma anche per altri sostanziali motivi.
A raccontare la sua vita e come è riuscito a fare della F1 uno dei più importanti business sportivi del pianeta è lo stesso Bernie, di bianco vestito, con i denti bianchissimi da squalo e su uno sfondo più bianco dei suoi denti. Guarda dritto in camera parlando con lo stesso tono basso e vecchio di Esteban Vihaio e solo talvolta si lascia sfuggire un qualcosa che sta fra il sorriso e il ghigno. E quando il regista deve enfatizzare (succede già nella sigla) un incontro o un passaggio ricorre al cartoon. Bernie diventa un fumetto che in un paio di occasione cita anche direttamente Kill Bill: una riunione con il nemico Jean Marie Balestre (il capo della federazione internazionale dell’auto, la Fia) pare la trasposizione della riunione di O Ren Jishi (Lucy Liu) con i capi della riunita mafia giapponese; riunione al termine della quale la nuova capa zompa sul tavolo taglia la testa ad un boss dissidente. Non risulta che Ecclestone abbia mai tagliato la testa a qualcuno nella vita reale: ma metaforicamente lo ha fatto di certo molte volte.
La goduria è nel vedere scorrere auto, circuiti e piloti come una specie di maxi timelapse di uno sport intero. Bernie il narratore ha un registro emotivo costante: sia che si parli di morti o di matrimoni il suo volto è stabile nell’affermare che si tratta di marginali incidenti di percorso. Ciò che conta è il business. Perfetto simbolo di un turbocapitalismo a dodici cilindri senza alcun timore di mostrarsi tale. E non mancano le chicche: memorabile il racconto di quando Bernie sottopose a Enzo Ferrari il nome della nascenda associazione dei costruttori: Fica (Federation internationale constructeurs automobiles). Il Drake racconta Bernie, lo guardò storto e gli disse: in Italia quella parola vuol dire altro. Meglio cambiare. E Bernie obbedì.
“Lucky!” ha nel punto esclamativo la chiave per interpretare l’intera opera: un qualcosa che si potrebbe tradurre con: che fortuna che avuto. Si potrebbe dare ragione a Bernie pensando che quando ha venduto la F1 a Liberty Media ha incassato qualcosa come 8 miliardi di dollari. Ma se poi lo si sente narrare di quando sposò la prima moglie Slavica in un circuito chiedendo a Max Mosley che gli “prestasse” la segretaria per fare da testimone; e di quando, dopo, portò la novella sposa a pranzo in un ristorante che, quando arrivarono. trovarono chiuso (“Ho detto: amen. E sono tornato in ufficio”) allora forse tutta la serie porta tutti noi a riconsiderare il concetto di fortuna. Ma tutto questo vuol dire che la serie è perfettamente riuscita.
PIERO VALESIO | È stato critico televisivo del quotidiano Tuttosport per oltre vent’anni. Come inviato ha seguito Olimpiadi, grandi eventi di calcio, tennis, Formula 1, Motomondiale e sport invernali. Dal 2016 al 2020 ha diretto il canale televisivo Supertennis e ha curato la comunicazione degli Internazionali d’Italia. Ha tenuto e tiene corsi di giornalismo e di comunicazione sportiva. Nel 2015 ha vinto il Premio Coni per la narrativa inedita con il racconto “Marcialonga Blues”. Ha scritto libri per grandi (“E vissero felici e lontani” con Antonella Piperno, Perrone editore) e piccini (“Cronache di Befa”, Biancoenero edizioni).
Ha pubblicato a giugno 2023 il libro “Chi ha rapito Roger Federer?” (Absolutely Free).
Collabora con il quotidiano Domani, cura per Sport in Media la rubrica “La Nuca di McKinley” e durante i Mondiali di calcio 2022 ha realizzato la video-rubrica “Qatarinfrangenze“.
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