Ogni manifestazione conclusa lascia con sé il suo carico di ricordi e di riferimenti storici; non sfugge a questa ritualità anche il mondiale di ciclismo elite&under 23. Come abbiamo fatto col recente europeo di atletica, vediamo quali eventi del passato si sono agganciati con il ricordo alle corrispondenti gare svoltesi in terra elvetica. Una sorta di …ratifica che vorremmo certificare con l UAS !! (Ufficio Archivi Sportinmedia).
Dobbiamo però tornare subito seri; inizialmente vorremmo ricordare Muriel Furrer, la giovane rossocrociata che non si è rialzata da una caduta nella prova juniores femminile. Il mondo del ciclismo sembra quasi assuefatto a questi decessi ciclici. Le circostanze di Zurigo ci hanno ricordato la tragica giornata di Catania del 1976. Nella prima giornata di quel Giro d’Italia era prevista una tappa in due frazioni: nella prima avvenne la tragedia dello spagnolo Santisteban. Con la carovana in lutto, come se niente fosse, il Giro continuò nella stessa giornata per la semitappa che conduceva i corridori a Siracusa. Anche quest’anno si è continuato a gareggiare, il programma doveva continuare, doveva andare avanti, premiazioni comprese. Un minuto di silenzio e basta; senza pensare a qualche altro momento commemorativo che potesse dare la consapevolezza che da questi mondiali in Svizzera una giovane non potrà tornare nella sua casa. Insomma, ci è parso opinabile dimenticare in fretta il tragico episodio e girare pagina come niente fosse accaduto. Quel surreale pomeriggio siciliano di 48 anni fa con Beppe Conti.
A livello di elite il mondiale era cominciato con l’oro australiano della Brown nella cronometro femminile, evenienza mai capitata per l’Australia. A livello iridato la Brown era arrivata tre volte seconda, in precedenza c’era stato l’argento della connazionale Wilson nel 1999. Vittoria olandese grazie alla Van Moorsel. Immagini miste Rai e Eurosport (De Zan, Berton, Saligari).
Evenepoel ha ripetuto il successo del 2023. Il primo back to back nella prova a cronometro è stato dell’australiano Rogers, nel 2004 in Veneto, seppur agevolato dalla squalifica del vincitore dell’anno prima, il britannico Millar. Rogers aveva conseguito il secondo posto ma poi era stato innalzato sul gradino pià alto per la squalifica anzidetta. Ecco la vittoria di Verona; il ciclista oceanico si laureerà anche nel 2005. Immagini Eurosport con Andrea Berton, Franco Cribiori e l’ospite d’eccezione Francesco Moser.
Sempre a livello di crono elite va ricordato il terzo posto di Affini, già campione europeo della specialità che aveva già conquistato da matricola azzurra, un oro importante nel 2018 ad Almeria ai Giochi del Mediterraneo.
Titolo a cronometro Under 23 alla Spagna come Gutierrez nel 1999 a Verona. Secondo, per due secondi, quel Rogers di cui abbiamo parlato appena sopra. Immagini Eurosport con Andrea Berton e Marco Saligari.
Sempre a livello di Under23, ma a livello di prova in linea, un successo tedesco non si verificava nel 2006. Allora vinse Ciolek, già professionista affermato, come immediatamente rilevò Auro Bulbarelli in cronaca con Davide Cassani. Quarto posto per Francesco Gavazzi.
Proprio nel corso di questi campionati del mondo, è stato deciso di limitare dal prossimo anno le gare degli U23 ai non professionisti. Meglio tardi che mai visto che il problema era stato già evidenziato nel 1994 a Capo d’Orlando, quando vinse un professionista danese reintegrato tra i dilettanti, Alex Pedersen; telecronaca di Adriano De Zan.
Stessa cosa nel 1995, allorché vinse il già navigato olandese Nelissen sulla meteora azzurra Sgnaolin. Dalla diretta Rai di quel sabato, telecronaca di Adriano De Zan con Vittorio Adorni, con l’intervento, tra gli altri del fuoriclasse spagnolo Pedro Delgado.
La prova femminile in linea ha registrato il bis della belga Kopecky. Prima di lei, l’ultimo successo del Belgio nel femminile su strada risaliva alla Vandenbroeck, addirittura nel 1973.
La prova femminile ha registrato anche il bel bronzo della nostra Longo Borghini, terzo del suo curriculum mondiale, in grado di salire già sul podio nel 2012 nel Limburgo. Con Francesco Pancani e Davide Cassani. Vittoria strepitosa per l’olandese Vos.
L’impresa titanica di Pogacar non ha eguali, in parte ha ricordato il successo di Adorni nel 1968 ad Imola. Rivediamola ancora, invitandovi anche a seguire o riseguire la puntata dello scorso anno con la storia completa dei mondiali dal 1964 al 2009. Con Nando Martellini e Adriano De Zan.
Giro, Tour e mondiale per Pogacar nel 2024, come Roche nel 1987… Con Giorgio Martino , Vittorio Adorni e Adriano De Zan.
…e come Merckx, ancora prima, nel 1974. Il cannibale belga non aveva però mai vinto un mondiale professionisti per distacco.
Ai tempi di Merckx e di Roche non esisteva la Slovenia, ma una Jugoslavia che aveva buoni corridori: fra questi Primoz Cerin (sloveno) che fu compagno di squadra di Roche dal 1988. Il primo mondiale vinto da uno sloveno, seppure a livello di Under 23, fu quello di Brajkovic, a Verona, nel 2004, a cronometro che rivediamo con il commento di Andrea Berton e Franco Cribori. Terzo il giovanissimo Nibali.
Lo stesso Janez Brajkovic ha avuto una carriera dignitosa, in parte tribolata. Lo ricordiamo al secondo posto di La Covatilla alla Vuelta 2006, in una tappa dove vinse l’abruzzese Di Luca. Il filmato è senza audio.
Prendendo in considerazione mondiali, classiche in linea e tappe di Grandi Giri la prima vittoria prestigiosa nella massima categoria slovena fu di Bozic alla Vuelta 2009. Con Andrea Berton e Franco Cribiori.
Nella volata fu terzo Daniele Bennati. Questo ricordo del nostro attuale Ct, seppur incolpevole, ci fa chiudere con una nota dolente riguardante l’Italia: si è ricordato da più parti che è stata l’edizione peggiore da Moorslede 1950, edizione vinta dal belga Schotte.
Un saluto ed un ringraziamento a tutti voi per l’attenzione ed un saluto a Sportinmedia. Per adesso rimaniamo con l’effetto sorpresa per la prossima settimana.
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