Il panorama continentale dell’atletica, nei nostri meriggi estivi di fine settimana, ci consegnava periodicamente un appuntamento davvero imperdibile. L’uso dell’imperfetto è quanto mai appropriato in quanto decisioni opinabili, comunque non condivisibili, hanno snaturato lo spirito della COPPA EUROPA, manifestazione concepita da un italiano, Bruno Zauli, nei primi anni Sessanta. Pensiamo stavolta di occuparci dei tempi in cui la manifestazione aveva senz’altro più appeal, con finale ad 8 nazioni, una separazione fra Coppa maschile e Coppa femminile, con la vecchia nomenclatura di Coppa Europa più diretta a scaldare i cuori degli appassionati rispetto alla attuale denominazione di Campionato Europeo a squadre.
Più nello specifico quest’oggi ci occupiamo di una disciplina, i 3000 siepi, che tante soddisfazioni ha riservato agli azzurri, una gara dislocata a metà del secondo ed ultimo giorno nei momenti quasi topici della manifestazione, a poche gare dal verdetto conclusivo. Alcuni elementi del nostro mezzofondo Scartezzini, Panetta, Lambruschini, hanno dato molto all’Italia in fatto di vittorie e di punti pesanti. A questi vanno aggiunti Carosi e Maffei che vedremo impegnati in alcune occasioni, senza dimenticare Franco Fava, che ci ha degnamente rappresentato negli Anni Settanta.
MARIANO SCARTEZZINI rappresentò l’Italia nelle siepi a cavallo di quelle Olimpiadi di Mosca 1980 che purtroppo non lo hanno visto protagonista per la scelta “sciagurata” di non poter concedere la partecipazione agli atleti militari (ancor più incomprensibile, laddove i medagliati furono poi premiati al Quirinale, riconoscendo a posteriori una partecipazione statale che era stata negata agli “sventurati” atleti di leva). Lo stile di Scartezzini era inconfondibile: per due chilometri seguiva distrattamente il plotone in coda, quasi staccandosi, poi l’inesorabile risalita ed uno spunto di prim’ordine.
Ma veniamo alle immagini. 5 Agosto 1979, finale al Comunale di Torino. Scartezzini finisce per imporsi con una volata lunga in 8.22.74, anticipando il quotato tedesco ovest Karst ed il sovietico Dimov. Grazie anche al suo successo l’Italia evita l’ultimo posto in finale dopo tre edizioni in cui aveva partecipato all’epilogo, chiudendo la classifica (1970-1975-1977). Questa volta è un sesto posto. Va precisato che nell’occasione la Polonia non ha presentato il campione europeo Malinowski, schierando il meno quotato Wesolowski. Una precisazione preventiva: le due vittorie in finale di Scartezzini sono senza commento e di qualità non eccelsa, ma proprio il fatto che non si trovino in altra parte del web, ne certificano la rarità.
Ci troviamo ora nel 1981 ove è necessario qualificarsi per la finale a spese della Francia, padrona di casa nella semifinale di Lille. Proprio Scartezzini è tra i carovanieri principali della nostra qualificazione con una vittoria agevole in 8.24.30 sul tedesco est Melzer e sul francese Mahmoud. Commento di Marco Franzelli nel sunto della Domenica sportiva del 5 luglio 1981.
Dopo un mese e poco più, nel week end di Ferragosto, la finale di Zagabria. Altra esaltante galoppata dell’azzurro a precedere in un brillantissimo 8.13.32 il polacco Maminski ed il tedesco ovest Ilg. Grazie anche all’affermazione nelle siepi arriva per l’Italia maschile uno storico quinto posto.
Voliamo al 1987 a Praga. Intanto la manifestazione ha subito dal 1983 un mutamento non marginale, non più semifinali di accesso all’atto conclusivo ma un turno unico di Superlega con promozioni e retrocessioni (quest’anno per la prima volta a giugno). L’Italia è formazione da centroclassifica, le vittorie e i piazzamenti alti dei nostri mezzofondisti servono per non scendere più in basso nella graduatoria a punti e lottare per la salvezza. In quell’occasione cecoslovacca prevale il vicecampione europeo, FRANCESCO PANETTA. Un vittoria in 8.13.32 che si può definire come una prova generale di fuga per la vittoria nella finale mondiale di due mesi dopo all’Olimpico di Roma. E’ancora, per l’Italia, un quinto posto ed è l’ultima Coppa Europa commentata al microfono da Paolo Rosi, sempre presente in queste manifestazioni, turni eliminatori o finali, ad eccezione della finale di Edimburgo 1973, priva dell’Italia, che fu commentata da Giorgio Bonacina.
Siamo ancora nella cadenza biennale in anni dispari. Il 1989 si rivela come l’ultimo anno dispari, privo del grandissimo evento, mondiale o continentale. Grande attesa quindi per la finale di Gateshead che stavolta ha luogo nella prima settimana di agosto. Mentre Panetta apre la manifestazione vincendo i 10.000, prescelto per le siepi è ALESSANDRO LAMBRUSCHINI da Fucecchio, allenato da Gian Carlo Chittolini, dotato di uno spunto irresistibile che, gli permetterà di primeggiare 5 volte in Coppa Europa, pur venendo, talvolta, sacrificato in altre discipline come 1500, 3000, 5000 per una sola motivazione superiore: la Ragion di stato, onde coprire buchi di formazione che invece le siepi non presentavano. La sua vittoria (8.34.06) nel commento Tmc di Giacomo Mazzocchi ed Enzo Rossi. Un pò inconsapevolmente e solo a posteriori, potremo sapere che si è trattato dell’ultima Coppa Europa con la presenza della Germania Est che in questa gara delle siepi centra il secondo posto con Hagen Melzer. Terzo il transalpino Pannier. Per l’Italia il quarto posto globale, miglior risultato della storia, fino a quel momento.
La vittoria in Coppa Europa nel 1991 a Francoforte. Lambruschini prevale stavolta in 8.29.62 sul sovietico Konovalov e sul magiaro Vago. Anche qui siamo inconsapevoli nel veder gareggiare l’Unione Sovietica per l’ultima volta, che vince la prima edizione degli anni Novanta, prima di dissolversi. Per effetto della concomitanza con i mondiali di Atletica (per i quali è stata stabilita la cadenza biennale dopo il ’91), la Coppa Europa ha trovato definitivamente la sua collocazione nel mese di giugno. Per l’Italia una conferma al quarto posto. Al microfono Marco Franzelli, che gestì in Rai il dopo Paolo Rosi dal 1989 al 1991, salvo poi passare al Tg ed…abbandonare le telecronache atletiche. Curiosamente proprio la scorsa settimana, Franzelli ha commentato dopo 32 anni, sia pure occasionalmente, una gara di atletica, al Meeting di Parigi, la staffetta 4×100 andata in scena allo stadio Charlety. Dobbiamo questa notizia al sig. Fabrizio Marini, che salutiamo, invitandolo a seguire in particolare questa Lambruschineide.
L’edizione del 1993, all’Olimpico di Roma, vede il sacrificio di Lambruschini, impegnato a racimolare punti sui 1500 e sui 5000 ed anche quello di Panetta che dopo il secondo posto nei 10.000. viene riproiettato nei 3000 siepi, in una specialità che gli ha regalato titoli mondiali ed europei, ma che egli non ama più. Panetta si comporta con estrema professionalità e sembra non risentire della fatica del giorno prima, l’azzurro è secondo, la vittoria va al tedesco Brand (8.17.77). Terzo il transalpino Brusseau. Quinto posto per gli azzurri. Per noi immagini davvero inconsuete di quella gara.
La Coppa diventa annuale con l’anno 1994 ma l’Ente Rai dà il “meglio di sè” dal momento che non copre l’evento di Birmingham (suscitando le ire del Presidente Fidal di allora, Gianni Gola, nella conferenza di presentazione della nazionale azzurra). Va a finire che questa vittoria di Lambruschini (8.24.98) apparve completamente sconosciuta fino a che non mostrata sul web solo ad oltre 20 anni di distanza. I battuti questa volta sono il tedesco Brand (vincitore l’anno scorso) ed il meno conosciuto britannico Chaston. Nuovamente un quinto posto finale per l’Italia.
Nel 1995 a Lille, ancora Lambruschini sulle siepi con affermazione in 8.21.94 che possiamo seguire con il commento di Massimo Benedetti ed Enzo Rossi per Tmc. Ancora secondo il tedesco Brand, terzo l’iberico Rodriguez. Nuova risalita al quarto posto.
Non possono mancare telecronache di Franco Bragagna nelle nostre storie di atletica corrispondenti al suo periodo (con l’accompagnamento sistematico di Attilio Monetti). Nel 1996 a Madrid, precocemente ad inizio giugno per sfuggire alla concomitanza con gli europei di calcio, il rappresentante degnissimo per l’Italia, è il laziale di Priverno, Angelo Carosi (vicecampione europeo e pluripiazzato mondiale) che chiude al secondo posto dietro al solito tedesco Brand che vince in 8.30.09. E per l’Italia il terzo posto, provvisoriamente miglior risultato della storia.
Un Lambruschini impegnato sulle siepi che non vince in Coppa Europa è cosa rara, tuttavia capita nel 1997 a Monaco di Baviera. Per l’allievo di Chittolini un secondo posto che comunque consegna punti pesanti all’Italia. S’impone in 8.35.03 il britannico Hough. La gara ancora con Franco Bragagna. Si ritorna, per gli azzurri, al quarto posto.
Nel 1998 a San Pietroburgo l’evento è seguito dalla Rai, in sintesi differita. Nel disperato smanacciare sul telecomando, chi vi scrive ebbe la fortuna di imbattersi in questa diretta della Tv internazionale ellenica, allora ricevibile sul satellite. La seconda parte di gara contiene invece la fase finale con Franco Bragagna. Quinta vittoria di Lambruschini (8.32.96) nella disciplina. Stavolta il tedesco preceduto è Green; non prescelto dai germanici l’altro teutonico Kallabis e fu un peccato, sarebbe stata l’occasione per prendere le misure in vista del Campionato europeo di Budapest di quello stesso anno, dove il tedesco nato in Slesia, da semisconosciuto, sorprese per l’oro un Lambruschini in non perfette condizioni. Nuovo quarto posto per l’Italia. È comunque l’ultimo anno di una carriera straordinaria nelle siepi per Alessandro Lambruschini, un bronzo olimpico e due quarti posti, un bronzo mondiale nel 1993, un oro, un argento ed un bronzo agli Europei (…più la finale di Stoccarda 1986, raccontata ai microfoni di Giacomo Mazzocchi per Telemontecarlo).
Prossimo rappresentante italico sulle siepi, in una fase di pre-decadenza di tutto il movimento, Giuseppe Maffei. Il varesino va molto vicino alla vittoria nel 1999 a Parigi, finendo terzo ma lottando per il primo posto fino a 20 metri da traguardo. Finisce per imporsi il francese Pencreach, quasi inaspettatamente, in 8.27.78, mentre il campione d’Europa, l’appena citato. Kallabis è secondo. A conti fatti il risultato del varesino è fondamentale PER CHIUDERE DI SQUADRA AL SECONDO POSTO dietro all’inarrivabile Germania, ma davanti a Gran Bretagna e Russia. Parigi val bene una Coppa. Cronaca di Franco Bragagna.https://youtu.be/GKRux6UPLJM
Nel primo decennio del ventunesimo secolo le siepi tricolori hanno invece segnato capitoli marginali, non raggiungendo più (salvo sporadiche occasioni da podio con lo stesso Maffei, Iannelli e Villani, in lega minore), gli splendori vissuti grazie ai nostri alfieri delle precedenti generazioni.
SCUSATE AVETE VISTO PASSARE IL ’73?
In linea con il capitolo odierno, ma restando nella stessa corrispondente settimana del 1973, ci proiettiamo indietro di 50 anni, parlando ancora di siepi. E’il mese di Ben Jipcho, formidabile mezzofondista keniano (purtroppo scomparso) che proprio nel giugno del 1973 stabilì per due volte il primato mondiale dei 3000 siepi. Qui il suo primo record mondiale del 19 giugno ad Helsinki in 8.19.8. L’altro keniano Mogaka è secondo con 8.24.2. La prestazione è ottenuta nel corso di un confronto fra Finlandia, Kenya ed Italia. Per la cronaca, non inquadrati, sono presenti in quella gara anche gli azzurri Fava e Vaiani Lisi, che si difendono onorevolmente, pur terminando al quinto e sesto posto (ma anche la Finlandia presentava atleti all’epoca fuori portata, quali Kantanen e Ala-Leppilampi).
Prima di chiudere, precisiamo che la volta prossima resteremo in ambito atletico: dalle bottiglie di Lambruschini passeremo al Fiaco…naro, per celebrare i cinquant’anni dallo storico record mondiale dell’italo-sudafricano sugli 800 metri. all’Arena di Milano, 1.43.7. Un invito a “tunizzarvi” ancora per ricordare l’evento e ripercorrere la carriera di un altro Marcello delle nostre piste. Un saluto ed un ringraziamento anche a Sportinmedia che ci ospita.
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