Gentili signore e signori buongiorno, non potevamo non cominciare questo capitolo del nostro VIALE DELLE RIMEBRANZE con l’incipit con cui ADRIANO DE ZAN apriva le sue telecronache. Siamo nella settimana che precede la Roubaix ed il nostro percorso della memoria è dedicato al ricordo della corsa francese del pavé attraverso l’eredità narrativa del grande telecronista Rai. Con il suo commento, lessicalmente determinato, enciclopedico nei profili, sapeva trasmettere emozioni a dismisura, nella gioia e nella delusione, egli era il parente virtuale che si piazzava in casa tua quando accendevi il tubo catodico e se ne andava quando lo spegnevi. È innegabilmente stato uno dei più carismatici commentatori dello sport del secolo scorso. Questo non significa che i suoi successori siano stati o siano scarsi, tutt’altro, ma varie generazioni di malati di ciclismo, almeno fino agli attuali cinquantenni, non possono non nutrire un nostalgico affetto verso il grande commentatore.
Nella parte finale della sua carriera, prolungatasi fino al 2000, non sapeva trattenere la commozione e la voce si incrinava nel ricordo di avvenimenti, campioni oppure colleghi. Discorso a parte merita anche suo figlio DAVIDE DE ZAN, altro eccellente telecronista. Nei ranghi della redazione sportiva di Mediaset che non ha avuto nei suoi obiettivi i diritti del pedale oltre il 1997, non abbiamo purtroppo più potuto sentire Davide all’opera nelle telecronache per gli appassionati del grande ciclismo, come li chiamava lui. Vi proporremo anche dei filmati con la sua voce.
Proprio da una Roubaix, quella del 1978, Adriano apre la telecronaca riecheggiando mitiche parole di Mario Ferretti. Eccolo dagli studi di Milano, commentare con Bruno Raschi, la prima affermazione di FRANCESCO MOSER, in maglia di campione del mondo. Vi furono delle polemiche per il commento dal tubo, in gran parte privo di effetti sonori, ma egli non poteva abbandonare Milano, dovendo alla sera presentare la Domenica Sportiva.
Ed infatti l’anno dopo (1979) a commentare il Moser-bis vi fu Giorgio Martino. Arriviamo quindi ad un altro giorno…fausto, al MOSER-ter del 1980 (in maglia tricolore). Ritroviamo ancora De Zan per le battute conclusive. Per dare sostegno agli sviluppi della gara, prima dell’audio dezaniano un commento di raccordo per vedere le circostanze con cui Moser viene a trovarsi al comando per l’ennesimo trionfo.
Ed ecco la vittoria di RAAS del 1982. Alle spalle dell’olandese ex iridato, un terzetto regolato dal transalpino Bertin sul tedesco ovest Braun e sull’elvetico Mutter. Sono gli anni in cui le dirette da Roubaix sono comprese all’interno della trasmissione “Blitz” di Gianni Minà, che purtroppo ci ha recentemente lasciato
1984: affermazione irlandese, SEAN KELLY regola facilmente in volata il belga Rogiers. Il francese Bondue, terzo non riesce a riportarsi sui due di testa. Ancora una telecronaca da “Blitz”
Dal 1986 per tre anni la Roubaix lascia il velodromo e perde l’unicità della sua conclusione in velodromo con il suo fragore tipico. Sembra l’arrivo di una classica qualsiasi. Il primo vincitore “su strada” è KELLY che precede Dhaenens, Van Der Poel e Van den Haute (del quale, nel bel mezzo della volata, Adriano ci ricorda una vittoria antica in una Gand-Wevelgem di otto anni prima).
De Zan aveva l’abitudine di confezionare i servizi per la Domenica Sportiva o per i notiziari direttamente dalla telecronaca. Per questo all’altezza dello striscione dell’ultimo km.effettuava un riepilogo istantaneo dei fuggitivi che si apprestavano a tagliare il traguardo. Nel 1987 il successo del belga VANDERAERDEN (fuoriclasse non del tutto espressosi) regolando in una volata fra quattro belgi, Versluys, Dhanens e Vandenbroucke.
Nel 1988 la fuga “bidone” va in porto con il vincitore impossibile: il belga DE MOL brucia in volata lo svizzero Wegmuller. Citando De Zan, trionfa un corridore di terza schiera che in passato si era potuto aggiudicare al massimo una kermesse.
Fasi finali del 1990 ricche di colpi di scena e di rivolgimenti che avvengono perfino dopo l’ingresso in velodromo: prevale il belga EDDIE PLANCKAERT sul canadese Bauer al fotofisnish.
Ed ecco il 1991: il filmato è preceduto dal silenzio dei corridori intenti a percorrere la foresta di Aremberg dove più che mai la Roubaix si può considerare come la corsa dall’infernale tremolio del selciato. Prevale in solitario il francese MARC MADIOT, mentre il connazionale Colotti precede un gruppetto di inseguitori per il rango d’onore. Tra questi anche Franco Ballerini che intravede, per il futuro, qualità non comuni per la classica della Francia settentrionale.
Rivalità in famiglia? No. Se da una parte c’è Adriano in Rai, dall’altra possiamo ascoltare suo figlio Davide De Zan (Tmc) che esordisce alla Milano-Sanremo 1987 e si propone come brillante telecronista, dopo aver imparato ogni segreto paterno. Del resto era stato Adriano a proporre Davide a Luigi Colombo durante un incontro all’aeroporto di Catania. Salomonicamente una staffetta fra i due in questo video della Parigi-Roubaix 1993 ricordata come quella della grande illusione. Volata fra Ballerini e DUCLOS LASSALLE per il primo posto. Ballerini pensa di aver vinto, alza le braccia, il rivale francese sembra perplesso, ma Adriano (con Adorni a fianco ed Alfredo Martini ospite) appare dubbioso, vuole attendere il verdetto della giuria. Ha vinto il transalpino e l’annuncio dello speaker, nel fragore della folla, gela il sangue del protagonista italiano e degli sportivi in tv.
Ascoltiamo ancora Davide De Zan (con Saronni) nell’edizione 1995, quella del primo trionfo di BALLERINI. Finalmente una vittoria per il Ballero, per dimenticare l’amaro esito del 1993. Meglio adire….le vie della fuga per evitare sorprese in volata. Ascoltiamo invece Adriano per la volata finale dei battuti.
Tornando ad Adriano, ecco la parata del gruppo sportivo Mapei nel 1996. Non tutti sono generosi come Van Aert nella recente Wevelgem. Il capitano MUSEEUW si aggiudica la gara, partecipano al trionfo anche Bortolami e Tafi ma gli albi d’oro riportano una vittoria belga e gli echi fuori onda riportano qualche mugugno per la decisione dell’ammiraglia. Zanini e Ballerini si piazzano appena dietro. Nuovamente la voce di De Zan padre (con a fianco Fred Mengoni e Beppe Conti). Davide De Zan, intanto, è passato stabilmente a Mediaset (non più in alternanza con Tmc, come avvenuto dal 1993 al 1995).
Dal 1997 troviamo anche Davide Cassani nel frattempo diventato opinionista stabile a fianco di Adriano (ospite Giuseppe Saronni). Un finale non meno scintillante di quello del 1990 con Moncassin e Tchmil raggiunti dagli inseguitori nel viale di accesso al velodromo. L’inattesa vittoria
(anche per un De Zan quasi incredulo) del francese GUESDON ha una valenza storica: al momento in cui scriviamo è infatti l’ultima dei padroni di casa francesi. A confronto la nostra storica astinenza sanremese di diciassette anni fra il 1953 ed il 1970 sembra quasi uno scherzo. Va segnalato il quinto posto di Casarotto.
Torna al successo BALLERINI nel 1998. Dopo Serse Coppi (1949) l’Italia ha annoverato vittorie italiane solo con tentativi isolati, fino al 2021 con il successo di Colbrelli. Secondo posto per Tafi.
Per chi …tifava TAFI ci rivediamo (in SECONDA VISIONE come i due successi di Ballerini) anche l’affermazione in maglia tricolore del 1999. Ricordando come De Zan ricordava spesso la provenienza del toscano, da Fucecchio, al pari del suo concittadino Indro Montanelli.
CONTROVIALE DELLA MEMORIA
Un video omaggio al successore di Adriano De Zan in Rai, Auro Bulbarelli, nella pasquale telecronaca del 2001, giornata di grazia del belga MUSEEUW, ma per via di circostanze anche favorevoli ed imbrigliamenti tattici, la prova è vinta dall’olandese Knaven, compagno di squadra alla formazione Domo.
Per quanto Bulbarelli sia diventato il telecronista del ciclismo, Adriano De Zan non lascia definitivamente il microfono e continua con qualche telecronaca sussidiaria della Tgs sport della Rai, partecipando al Giro d’Italia e collegandosi al telefono nel corso della telecronaca della penultima tappa del Tour de France. Ad inizio del mese di agosto 2001 Adriano commenta il Gran Premio di Camaiore con la sua solita professionalità. Non trapela nulla ma i tratti del volto ed un cappellino mai indossato prima, potrebbero rivelare che egli sta affrontando un non facile percorso sanitario. Il 24 agosto del 2001, nel pomeriggio arriva la notizia della sua morte. Il primo a darla è Antonio Costanzo di Eurosport nel corso di una diretta televisiva di sci estivo. Lascia però un patrimonio di telecronache, di commenti, di comparse televisive da renderlo uno dei telecronisti Rai della prima ora, maggiormente ascoltati anche dopo il naturale ed imprevedibile compiersi della vita.
Per questa volta è tutto. Torneremo al ciclismo ed in Belgio in corrispondenza delle gare sulle Ardenne; per la prossima settimana una pagina esclusiva e curiosa. Ci occuperemo di quelle gare dei vari sport che non esistono più, cancellate del tutto o sostituite da altre prove.
Grazie dell’ospitalità a Sportinmedia e una Pasqua Buona a tutti!!
Telesciando.it | Canale YouTube Archeosport
TUTTE LE PUNTATE DI VIALE DELLE RIMEMBRANZE
Opera di cultura divulgativa senza scopo di lucro.
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