L’attesa è finita!
Tra poche ore inizieranno, infatti, i Giochi della XXXIII Olimpiade ed avremo la possibilità di vedere con i nostri occhi le grafiche ci accompagneranno nel corso delle prossime due settimane e mezzo, ponendo così fine allo strettissimo riserbo che in questi mesi altro non ha fatto se non alimentare la nostra fantasia.
Ripartiamo da qui.
TOKYO 2020
Da una grafica essenziale, nella quale veniva riportata la nazionalità dell’atleta (associata, come da tempo accade alla bandiera della nazione di appartenenza), il cui cognome era scritto con le lettere maiuscole, utilizzate nel contempo solo per l’iniziale del nome.
Immancabili, poi, i cinque cerchi olimpici dello stesso colore impiegato per le generalità dell’atleta.
RIO 2016
Cinque anni prima le grafiche, invece, erano queste.
Qualche sostanziale differenza tra quelle di Rio e quelle di Tokyo: nel 2016, infatti, era stato utilizzato un carattere più marcato (oltre che corsivo) per indicare il nominativo dell’atleta (il cui cognome veniva sempre riportato in maiuscolo, come l’iniziale del nome), oltre a un colore differente per individuare la sigla della nazione di appartenenza, nell’ambito di una grafica non rettangolare bensì a forma di parallelogramma con gli angoli tondeggianti.
LONDRA 2012
Una forma che ricordava quella della grafica che ci ha accompagnato durante l’edizione londinese (anche se nel 2012 la tondeggiatura del parallelogramma era simmetrica, e, soprattutto, la corsia era ricompresa nel parallelogramma, non esterna allo stesso, come a Rio) nella quale l’impatto visivo della bandiera era rilevante.
PECHINO 2008
Un trait d’union che ha collegato le grafiche dell’edizione del 2012 con quelle viste quattro anni prima in Cina, pur con un paio di sostanziali differenze: lo spazio autonomo sottostante per l’indicazione della corsia e la colorazione dei cinque cerchi olimpici.
ATENE 2004
Una colorazione che avevamo già visto durante i Giochi olimpici di Atene del 2004, nell’ambito di una grafica rettangolare (con contorni molto marcati e definiti), poi riproposta una ventina di anni dopo.
SYDNEY 2000
Poche, invece, le differenze fra le grafiche del 2004 e quelle di quattro anni prima: quella che balza maggiormente agli occhi è la abbreviazione della nazione, alla quale è riservato un riquadro autonomo sottostante rispetto alla bandiera (mentre in Grecia la scritta era parte integrante del riquadro dedicato alla bandiera dell’atleta).
Conoscere il passato, ci aiuta a capire il presente.
E il presente è lo possiamo toccare con mano, anzi vedere coi nostri occhi!
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV. Durante i giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ha invece pubblicato quotidianamente sempre sulle pagine di Sport in Media la rubrica #undòujiāngdaPechino.
Da giugno 2024 ha lanciato Breaking News Ultra Slow-Mo uno spazio per parlare in tempo reale e in modo telegrafico di telecamere particolari, di grafiche innovative, di novità delle produzioni televisive.