Alla vigilia dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, ecco un estratto del libro “Decoder – Storia decriptata della Pay-Tv sportiva in Italia“, tratta dal capitolo 13.2 “Le Olimpiadi in Pay-Tv”. Dal mosaico interattivo di Sky a Vancouver 2010 e Londra 2012 ai 30 flussi video di Discovery+/Eurosport Player. Quelle di Tokyo, dopo l’esperimento di Pyeongchang 2018, saranno le prime Olimpiadi estive in cui lo streaming sarà la via d’accesso preferenziale per seguire i Giochi.
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CAPITOLO 13.2 “DECODER” | STORIA DELLE OLIMPIADI IN PAY-TV
Nel febbraio 2008 arriva la notizia dell’assegnazione a Sky Italia di tutti i diritti – in chiaro, sul satellite, via web e videofonini – delle Olimpiadi di Vancouver 2010 e Londra 2012. Sky acquista i diritti di trasmissione dei Giochi per una cifra tra i 75 e gli 80 milioni di euro, con l’impegno – garantito dalla legge (cfr. capitolo 6.3) e dal contratto siglato con il CIO – di cedere a un’emittente in chiaro una quota significativa delle ore di trasmissione. Stando ai calcoli di Sky, Rai2, la cosiddetta “Rete Olimpica” (definizione che lascia il tempo che trova, viste le numerose interruzioni per spot ed edizioni del Tg2), durante i Giochi di Atene 2004 ha trasmesso circa 250 ore di gare sulle 2500 ore complessive. Sky, grazie ai numerosi canali a disposizione, garantirà “una copertura senza precedenti” (Tom Mockridge). In pratica, anche per le Olimpiadi sarà ripreso lo schema visto a Germania 2006: tutto l’evento coperto dalla Pay-Tv con svariati canali a disposizione, mentre in chiaro (sulla Rai) andranno i momenti e le gare più importanti, con un occhio di riguardo a quelle che coinvolgono gli atleti italiani da medaglia. Le reazioni della politica sportiva sono molto positive. Thomas Bach, attuale presidente CIO, all’epoca vice di Jacques Rogge: “Sky ha dimostrato un impegno incomparabile“; il presidente del CONI, Gianni Petrucci, parla di “svolta storica“.
La partita dei diritti televisivi dei grandi eventi, tuttavia, si gioca su più livelli e la Rai, subito dopo aver perso l’esclusiva di Germania 2006, acquista per 350 milioni di euro quelli dell’edizione 2010 in Sudafrica e 2014 (Mondiali poi assegnati al Brasile). L’accordo con la FIFA prevede l’esclusiva su tutte le piattaforme, oltre ai diritti delle due edizioni di Confederations Cup del 2009 e 2013. A questo punto, Sky e Rai si siedono a un tavolo e trovano un’intesa per lo scambio dei rispettivi diritti: Sky acquista dalla Rai per 175 milioni di euro i diritti Pay-Tv dei Mondiali di calcio 2010-2014 (oltre alle due edizioni di Confederations Cup), lasciando alla Rai i diritti in chiaro dei migliori 25 incontri. La Rai, invece, acquista da Sky per 45 milioni di euro i diritti in chiaro di Vancouver 2010 (110 ore) e Londra 2012 (200 ore).
Sky copre le Olimpiadi di Vancouver 2010 in modo straordinario. Un totale di 540 ore di dirette complessive, 100 ore dai tre studi, coordinati da Giovanni Bruno, di Vancouver, Whistler Mountain e Milano e cinque canali dedicati: Sky Olimpia 1 trasmette tutte le principali gare della giornata, con particolare attenzione a quelle degli azzurri; Sky Sport Olimpia 2 è dedicato interamente allo sci alpino con la grande novità dell’head to head (sul 206 la diretta della gara, sul 207 la possibilità di vedere il testa a testa live con il commento di Mario Cotelli); Sky Sport Olimpia 3 segue lo sci di fondo, Sky Sport Olimpia 4 il pattinaggio (velocità e figura) e Sky Sport Olimpia 5 i tornei di hockey ghiaccio e Curling. Oltre a questo, Sky sperimenta il “Mosaico Olimpico” con cui è possibile spostarsi tra le finestre dei cinque canali digitando il tasto verde e, ulteriore novità, il “Gold Alert”, avviso che compare quando si sta per assegnare una medaglia. Vancouver 2010, inoltre, è la prima edizione dei Giochi trasmessa in HD in Italia. La squadra di telecronisti e commentatori è molto ampia: Pietro Nicolodi factotum per fondo, biathlon (con Antonio Boselli), salto, combinata e hockey, Carlo Vanzini per lo Sci Alpino, Nicola Roggero per bob, slittino e skeleton, Paolo Leopizzi per il pattinaggio velocità, Luca Boschetto per l’hockey, Zoran Filicic per snowboard e freestyle, Danilo Freri per pattinaggio di figura e short track e Lucio Rizzica per il curling. Tra i commentatori tecnici, oltre a Cotelli e Alberto Tomba, troviamo Gabriella Paruzzi, Kristian Ghedina, Tomas Grandi, Karen Putzer, Maurizio Margaglio e Barbara Fusar Poli, Alessandro Vanoi, Roberto Sighel, Stefano Maldifassi e Jim Corsi.
Vancouver 2010, tuttavia, rappresenta solo un semplice antipasto rispetto alla copertura televisiva – considerata da molti appassionati come la più completa della storia a livello olimpico – che Sky Sport offre a Londra 2012. Di fatto, i canali olimpici raddoppiano e diventano dodici per 1600 ore di dirette, 2200 ore complessive di programmazione (150 ore di basket, 80 di nuoto, 80 di tennis, 70 di atletica), senza dimenticare il potenziamento del mosaico interattivo e degli alert interattivi. In pratica, gli abbonati a Sky raggiungono un sogno a lungo inseguito: diventare i registi dei Giochi e scegliere liberamente le discipline e le gare da seguire. Il tutto con il livello molto alto di telecronisti e commentatori tecnici. L’atletica è commentata da Nicola Roggero e Maurizio Compagnoni con Stefano Mei, Stefano Baldini e Fiona May, il nuoto viene affidato a sorpresa a Fabio Caressa (una scelta legata alla speranza che il telecronista romano possa ripetere “le performance” di Germania 2006, esaltando le imprese di Federica Pellegrini&Co) con Cristina Chiuso e Massimiliano Rosolino, la ginnastica artistica a Danilo Freri e Yuri Chechi, la scherma a Pietro Nicolodi insieme a Diana Bianchedi, Sara Cometti e Salvatore Sanzo, la boxe a Mario Giambuzzi, Andrea Paventi, Patrizio Oliva e Maria Moroni, mentre tra gli sport di squadra troviamo al microfono grandi personaggi come Ettore Messina (al fianco di Flavio Tranquillo), Andrea Zorzi, Alberto Cisolla, Maurizia Cacciatori, Franco Bertoli, Fabio Vullo (con gli uomini del volley, Lorenzo Dallari e Marco Nosotti). Tra gli altri giornalisti Sky presenti a Londra 2012, ci sono anche Lia Capizzi (tuffi), Francesco Pierantozzi (ciclismo), Geri De Rosa (tiro con l’arco), Daniele Barone (pallanuoto), Luca Corsolini (triathlon), oltre a Massimo Tecca che segue il tennistavolo.
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A fronte di uno sforzo di tali dimensioni – a livello di spesa per i diritti, di produzione e di copertura giornalistica – i dirigenti di Sky si aspetterebbero un importante ritorno in termini di nuovi abbonamenti, un po’ come avvenuto a Germania 2006. Invece, vuoi per conformazione e collocazione dei Giochi (due settimane tra fine luglio e inizio agosto con molte persone già in vacanza), vuoi per una cultura o sensibilità sportiva non proprio spiccata da parte dell’italiano medio (sempre più bombardato da calcio e calciomercato), le Olimpiadi non portano dei risultati significativi a Sky: tra settembre e dicembre 2011 Sky sfonda la soglia dei 5 milioni di abbonati, un anno dopo – quindi a Giochi conclusi – la quota scende a 4.860.000. Il problema è che Sky, nel frattempo, ha acquistato i diritti di Sochi 2014 e Rio de Janeiro 2016 (si dice per complessivi 155 milioni di euro). Bisogna trovare una soluzione e così, a luglio 2013, Sky e Rai trovano un’intesa per i Giochi estivi del 2016. Sky non è più interessata a coprire le Olimpiadi e vuole rientrare parzialmente dalla spesa per i diritti. La Rai, scottata dalle edizioni 2010 e 2012, vuole tornare in possesso dei Giochi olimpici estivi. Così, per 60 milioni di euro, Viale Mazzini ottiene da Sky i diritti primari di Rio 2016, con la possibilità di trasmettere 400 ore da spalmare tra Rai2, canale olimpico, e i due canali Rai Sport. Il tutto anche via satellite.
I due broadcaster, però, non trovano un accordo sui diritti dei Giochi invernali di Sochi 2014. A questo punto Sky, sfruttando la fine del divieto UE di trasmissione sul digitale terrestre (con annesse polemiche con il Governo Berlusconi per il ritardo nella concessione dell’autorizzazione per trasmettere via DTT), utilizza il suo nuovo canale Cielo per trasmettere le 100 ore in chiaro delle Olimpiadi russe. Sky trasmette per l’ultima volta i Giochi olimpici con la consueta copertura: 560 ore in diretta con cinque canali in HD, il mosaico interattivo e il sistema gold alert. Tra i commentatori tecnici, Giorgio Rocca affianca Carlo Vanzini nello sci alpino maschile, mentre in quello femminile Camilla Alfieri è in cabina con Gianmario Bonzi. Per l’occasione Sky ingaggia Massimiliano Ambesi come battitore libero ed esperto di svariate discipline invernali. La Rai, invece, può trasmettere solo un’ora di sintesi giornaliera. È probabilmente il punto più basso nel rapporto tra la Tv di Stato e lo sport a cinque cerchi.
Il 28 giugno 2015 il gruppo Discovery, che da pochi mesi ha preso il controllo di Eurosport, annuncia l’acquisizione dei diritti esclusivi delle edizioni 2018-2020-2022-2024 dei Giochi Olimpici, per una cifra complessiva di 1,3 miliardi di euro. I diritti valgono su tutte le piattaforme, incluso il chiaro, la Pay-TV, internet e la telefonia mobile, per tutte le lingue dei Paesi europei in cui Eurosport è presente. Un investimento notevolissimo, anche in chiave futura.
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