Oggi 29 marzo è un giorno da circoletto rosso per Sport in Media e per il libro “Decoder – Storia decriptata della Pay-Tv sportiva italiana“. Come segnalatomi (grazie!) dall’amico Matteo Zaccaria su Twitter, infatti, il 29 marzo 1992, esattamente 30 anni fa, la storia della televisione sportiva italiana cambiò per sempre. Tele+2, primo canale sportivo a pagamento in Italia, trasmise il primo evento sportivo criptato della storia: il GP di Suzuka del Motomondiale.
Nei mesi precedenti Telepiù aveva preannunciato che nella primavera 1992 ci sarebbe stato il passaggio alle trasmissioni criptate – Tele+1, il canale dedicato ai film, iniziò a criptare il segnale il 1° giugno 1991 (primo film riservato agli abbonati: Blade Runner) – ma ciononostante ci furono molte polemiche e proteste, soprattutto tra gli addetti ai lavori. Dopo anni di bulimia televisiva, con un’offerta in chiaro smodata, senza paragoni in giro per l’Europa (la causa di tutto ciò fu la totale deregulation del settore), la Pay-Tv iniziò così il suo percorso, ricco di colpi di scena, innovazioni e difficoltà.
Anche nella prima puntata del podcast “In Media(s) res”, con Sandro Bocchio parlammo di quel momento di svolta per la televisione (e lo sport) in Italia.
In questo estratto dal libro “Decoder -Storia decriptata della Pay-Tv sportiva in Italia” (capitolo 3.6), viene raccontato in modo dettagliato questo passaggio epocale. Eccolo qui:
3.6 TELE+2 E I PRIMI EVENTI SPORTIVI CRIPTATI
Le energie e le attenzioni di Telepiù sono rivolte principalmente al lancio dei programmi di Tele+1 e alla promozione degli abbonamenti. Allo stesso tempo, però, si prepara l’avvio criptato di Tele+2, il canale sportivo che nei piani dei dirigenti dovrebbe diventare a pagamento nel 1992. Di fatto, Tele+2 prosegue il percorso intrapreso da Telecapodistria, seppur con delle differenze a livello di diritti televisivi. Alla guida della redazione sportiva, su proposta di Silvio Berlusconi, arriva Rino Tommasi che a Canale 5 è stato progressivamente spodestato, nel ruolo di “capo dei servizi sportivi”, da Ettore Rognoni e Bruno Bogarelli.
Il 1991 serve a Tele+2 per mettere a punto la macchina organizzativa e giornalistica. L’aspetto peculiare della nuova Tv tematica è la multi-sportività, vale a dire un palinsesto che dà spazio a diverse discipline sportive, senza la classica cannibalizzazione calcistica. Così, vengono trasmessi eventi di diversa natura, spesso in diretta: campionato inglese di calcio (non ancora Premier League), Liga, US Open, Open d’Australia, Wimbledon, Coppe Europee di basket, NBA, NFL, NHL, Vuelta e Giro d’Italia (questi ultimi in sintesi serale), Atletica Leggera, Pallavolo, Boxe, Rugby, Vela, Golf, Parigi-Dakar, Motomondiale e Wrestling. Vengono mandate in onda alcune rubriche di ottimo livello (alcune già viste su Telecapodistria) come Il Grande Tennis, Assist (Luca Corsolini), Supervolley (Lorenzo Dallari), Obiettivo Sci (Mario Cotelli e un giovane Fabio Guadagnini) Campo Base (Ambrogio Fogar), così come viene confermato il notiziario Sportime. È il tennis lo sport che ottiene più consensi a livello di telecronache. La squadra composta da Rino Tommasi, Gianni Clerici, Ubaldo Scanagatta e Roberto Lombardi rappresenta ancora oggi un modello di competenza, innovazione del linguaggio sportivo-televisivo e leggerezza nell’affrontare le lunghe ore di diretta. Peraltro, come raccontato più volte da Ubaldo Scanagatta, la coppia Tommasi&Clerici – da molti ritenuta la migliore in assoluto nella storia delle telecronache sportive – ha rischiato di morire sul nascere perché a Silvio Berlusconi non piaceva troppo il tono di voce dello scriba. Tommasi difende a spada tratta il proprio compagno di telecronache e convince il Cavaliere a confermare Clerici. Nasce così lo straordinario sodalizio tra Compute-Rino e Dottor Divago (soprannomi attribuiti reciprocamente).
A luglio 1991 Tele+2 produce e trasmette la fase finale della World League di Volley, torneo nato l’anno prima per volere del presidente mondiale della FIVB, Ruben Acosta. Semifinali e finali si svolgono al Forum di Assago e Tele+2 copre l’evento con otto telecamere più la Sky-Cam, una telecamera manovrabile piazzata sul soffitto del palazzetto (l’anno precedente, ai Mondiali di Italia ’90, la Rai ha inaugurato questo tipo di ripresa, collocando una telecamera perpendicolarmente al cerchio di centrocampo dello stadio Delle Alpi di Torino). Le statistiche sono elaborate da Epson, mentre le telecronache vengono affidate a Lorenzo Dallari. L’Italia della “generazione di fenomeni” vince il torneo, imponendosi in finale per 3-0 su Cuba.
Si avvicina velocemente l’annunciato passaggio al criptato. I dirigenti di Tele+2 non indicano una data precisa, ma parlano di “avvio del canale a pagamento in primavera”. A fine marzo 1992 arriva il momento cruciale del primo evento sportivo criptato trasmesso in Italia. Nei mesi invernali il Motomondiale ha attraversato un periodo complicato a causa della svolta in chiave sport-business. Un passaggio che praticamente tutte le discipline sportive hanno affrontato tra gli anni ’90 e i primi anni 2000. Nel caso delle moto, la gestione del Campionato Mondiale è passata dalla Federazione Internazionale a una società privata, la Two Wheels Promotions, guidata da Bernie Ecclestone, già patron della Formula Uno. I diritti del Motomondiale 1992 vengono acquistati da Tele+2 che decide di criptare la visione del primo GP stagionale, in programma a Suzuka (Giappone) il 29 marzo 1992. Per addolcire il passaggio verso la Pay-Tv, nella mattinata italiana Tele+2 propone una sintesi in chiaro delle tre classi di gara. Per la storia della televisione italiana si tratta di un’altra tappa storica.
La novità, tuttavia, non viene accolta con entusiasmo da tutti, anzi. In particolare, i produttori di moto italiani (Aprilia, Cagiva e Gilera) si scagliano contro la decisione di Telepiù di criptare le prime gare del Motomondiale. Oliviero Cruciani, Team Manager Gilera: “La decisione di Tele+ di trasmettere i gran premi di motociclismo sulla pay-tv ha creato un’infinità di problemi a chi, per correre, ha bisogno degli sponsor. L’impegno finanziario di questi è legato direttamente al numero di persone che ricevono il messaggio pubblicitario attraverso le trasmissioni televisive. (…) Non ha senso che una rete privata si accaparri uno spettacolo di questo genere, portandolo via alla televisione di Stato e poi lo releghi in un ambito così ristretto. Chiediamo perciò che Telepiù trasmetta in chiaro, senza filtri elettronici, almeno le gare del campionato mondiale che si disputano in Europa, oppure noi disdetteremo i contratti pubblicitari con le sue reti televisive”. Nelle parole di Cruciani emerge nitidamente uno degli aspetti più controversi della questione “sport in chiaro Vs sport trasmesso a pagamento”: è giusto pagare un abbonamento per assistere a un evento sportivo in televisione? Esistono degli eventi sportivi che devono essere trasmessi obbligatoriamente in chiaro? Su queste domande si fronteggiano – ancora oggi – due partiti con posizioni diametralmente opposte e nei prossimi capitoli affronteremo nel dettaglio la questione. Uno dei fautori dello sport televisivo a pagamento (si badi bene, per convinzione personale e non per motivi aziendali) è proprio Rino Tommasi, che sostiene da sempre che la platea televisiva altro non sia che un “prolungamento” delle arene in cui vengono disputati gli eventi. Negli stadi e nei palazzetti il pubblico paga un biglietto. Lo stesso principio, secondo Tommasi, deve valere per i telespettatori. Tommasi è ancora più esplicito in un’intervista a Repubblica del marzo 1992: “È solo per l’insipienza dei dirigenti sportivi che l’Italia non ha il grande sport in Pay-Tv. E sempre per lo stesso motivo, il calcio non anticipa una partita al sabato per la diretta Tv, come avviene con grande successo in Francia o in Spagna”.
Qui il video di quel GP.