Di seguito un approfondimento a cura dell’amico Wenner Gatta che, prendendo spunto dall’ultimo weekend calcistico internazionale, opera questo interessantissimo excursus sull’evoluzione delle riprese televisive in ambito calcistico, con uno sguardo anche a grafiche e statistiche.
Dopo il mondiale del 1990, l’avvento della pay tv nel 1993 ha portato interessanti novità nelle riprese delle partite di calcio del campionato italiano di Serie A, attraverso l’introduzione nel posticipo (vale a dire l’unica partita che veniva trasmessa in diretta) sia di una telecamera con operatore dietro una porta (o dietro entrambe le porte) montata su di un carrello elevatore (una dolly che si era già vista nelle partite di Bundesliga, oltre che, se ben ricordo, nelle finali di Coppa Intercontinentale organizzate in Giappone), sia di due microcamere all’interno delle porte.
Nel corso degli anni è poi stata introdotta la superslow motion (in corrispondenza della linea mediana del campo tra le due panchine), utilizzata per cogliere ogni dettaglio dei posticipi serali.
Con il passare del tempo si è vista per qualche stagione (sempre e solo negli stadi muniti di pista di atletica) una cam laterale su binari (dapprima con un operatore di ripresa, e un altro a spingere il carrello su cui era montata, dopo di che, radiocomandata senza alcun operatore) e una telecamera sul lato opposto a quello dove erano posizionate tutte le telecamere che riprendevano l’evento.
In occasione, poi, delle partite di cartello, le riprese venivano integrate e personalizzate dalla Pay-Tv che trasmetteva l’evento, utilizzando il match come vetrina per mostrare in anteprima nuove riprese: mi riferisco, ad esempio, alla spider cam impiegata nei derby di Milano e Roma (se ben ricordo, il telespettatore poteva anche scegliere con il proprio telecomando se vedere l’incontro con la classica regia oppure tramite la sola spider cam).
Da un po’ anni a questa parte, tuttavia, si è assistito a una standardizzazione delle riprese, in quanto la produzione televisiva è la medesima per ogni match, dovendo peraltro il produttore rispettare il meticoloso regolamento delle produzioni audiovisive della Lega Calcio serie A del 3 agosto 2018, che prevede un numero massimo di 18 telecamere per le gare di standard A, e un minimo di 10 per quelle di standard D.
Il produttore deve garantire standard di ripresa di elevata qualità: la superslow motion è divenuta una costante, le vecchie dolly sono andate in pensione e sono state sostituite in tutti gli stadi (non solo quelli con la pista di atletica leggera) da microcamere mobili in grado di penetrare tra i buchi delle reti (le cosiddette jimmy jib o pole cam).
Costante è infine divenuto l’utilizzo di steady cam a bordo campo e di telecamere installate in corrispondenza della linea di fondo, che consentivano allo spettatore (anche prima dell’avvento della goal line technology) di verificare se il pallone fosse entrato in porta o no.
Tuttavia, negli ultimi anni le novità in tema di riprese televisive sono stentate ad arrivare: solo in occasione, ad esempio, della finale di Coppa Italia o della Supercoppa Italiana sono state sperimentate telecamere ultra slow motion, ovvero, come è avvenuto a fine gennaio, telecamere dinamiche che permettono agli spettatori di vivere il match come se si trovassero in un videogioco.
LA SITUAZIONE IN BUNDESLIGA E LIGA E LE NOVITÀ DELLO SCORSO WEEKEND
All’estero, invece, pare esserci una maggiore verve, associata, probabilmente, a mezzi economici maggiori, nonché a un regolamento della produzione più flessibile. Ad esempio, durante Bayern Monaco-Borussia Dortmund, valevole per la 24ma giornata della Bundesliga, ha esordito una telecamera fissa avente un grandangolo di poco più di 90 gradi.
La particolarità di questa camera è che (a quanto pare) è posizionata all’interno dell’asta che sorregge la bandierina del calcio di angolo.
Non è la prima volta che in Tv viene fornita al telespettatore una visione del gioco simile a quella che hanno gli ufficiali di gara: gli appassionati ricorderanno le isolate riprese della MLS (dove fece capolino per qualche mese la Ref Cam), ma soprattutto, delle partite dei Sei nazioni di rugby (o della World Cup), torneo durante il quale l’arbitro indossava una mini camera che portava in giro per il campo, impiegata dal regista in occasione delle mischie o un caso di chiarimenti ai giocatori.
Facendo un salto in Spagna, invece, nel big match dell’ultima giornata (Atletico Madrid-Real Madrid) sono state utilizzate (a quanto mi consta, per la prima volta) due steadycam con un effetto sfocatura dello sfondo in diretta.
Germania, Spagna e Francia sono sempre state altresì all’avanguardia nella produzione degli eventi sportivi, integrando le riprese con grafiche che vengono proiettate ultimamente anche durante la ripresa in diretta dell’evento, com’è avvenuto anche in occasione del big match della Bundesliga andato in onda lo scorso fine settimana.
Solitamente queste grafiche vengono utilizzate per far comprendere allo spettatore come le squadre ripartiscono i propri attacchi fra le varie zone del campo, ovvero quale posizione ricopre maggiormente un giocatore durante una partita (cosiddetta heat map), ovvero ancora, come verificatosi durante il recente derby di Madrid, al fine di evidenziare in tempo reale il sistema di gioco di una squadra.
In Italia, tuttavia, queste grafiche non sono ancora sbarcate: le emittenti utilizzano grafiche durante il match o nel post partita per tracciare i movimenti dei giocatori o per analizzare la velocità di un tiro o di uno scatto di un attaccante, ma non vengono ancora proiettate mentre il gioco è in svolgimento.
A dire il vero, negli ultimi anni le grafiche durante le partite di calcio della massima serie si sono ridotte al punto da occupare un solo riquadro in alto (a destra o a sinistra) del teleschermo.
Con ogni probabilità, la ragione dipende dal fatto che i telespettatori hanno oggigiorno la possibilità di rinvenire in Rete un sacco di statistiche sul match in tempo reale, che interessano solo una ristretta cerchia di telespettatori.
L’augurio per noi teledipendenti, o, meglio, per noi soci dell’associazione telepcsportdipendenti (cit.) è che, a seguito dell’imminente assegnazione dei diritti televisivi nel prossimo triennio, i broadcaster che produrranno le partite di serie A siano messi dalla Lega Calcio nelle condizioni di poter rinnovare fin da subito un prodotto che attualmente non regge da qualche anno il passo di coloro che producono i campionati stranieri di calcio.
In che modo?
Introducendo, ad esempio, un regolamento per le produzioni audiovisive più flessibile, che consenta al broadcaster di migliorare il prodotto grazie all’impiego dei nuovi e innovativi metodi di ripresa non ancora esistenti al momento della pubblicazione del regolamento.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”.