E 10!
Sette i giorni in cui sono state assegnate medaglie, sei quelli in cui l’Italia è riuscita a far salire sul podio (almeno) un suo atleta, rientrando, così, nel ristretto numero di nazioni al mondo dopo sette giorni già in doppia cifra (per ora siamo in compagnia di sole altre sette nazioni).
Non male, come inizio, anzi!
Dopo un deludente risultato nella mattinata cinese delle nostre azzurre nel Super-g femminile, nel pomeriggio di ieri di Pechino sono saliti sul gradino più basso del podio Davide Ghiotto nei 10.000 metri del pattinaggio di velocità (che ha sbriciolato il proprio record personale) e Dorothea Wierer nella 7,5 km di biathlon femminile (atleta che è stata autrice di due poligoni perfetti, sia in termini di infallibilità, sia, e soprattutto, in termini di tempo di sparo).
E chissà che nella gara di domani non arrivi….
IL SALTO CON GLI SCI
Siamo (purtroppo) già al giro di boa dei giorni in cui saranno assegnate le medaglie in questi giochi olimpici: oggi è l’ottavo giorno durante il quale i titoli in palio sono sei, tra cui anche quello del salto con gli sci specialità trampolino lungo individuale maschile.
Anche questa disciplina è una di quelle presenti fin dalla prima edizione di Chamonix 1924.
In questa disciplina l’Italia non è mai riuscita a piazzare un atleta sul podio: altre tre erano gli sport in cui il nostro paese non aveva mai vinto una medaglia olimpica ai giochi invernali: il curling, il freestyle e l’hockey su ghiaccio.
Rimangono tre, dopo questi giochi olimpici, grazie al meraviglioso titolo vinto nel curling.
Apro e chiudo, doverosamente, una parentesi: ieri è tornata in Italia Stefania Constantini (Amos Mosaner è ancora a Pechino impegnato nel torneo maschile): ad accoglierla all’aeroporto di Malpensa c’era (anche) il fidanzato, oltre a una schiera di fotografi e di cameraman.
L’immagine più bella secondo me è quella ritratta nel sottostante frame: una abbraccio al fidanzato cui fa vedere la medaglia d’oro che indossa con le lacrime agli occhi..
Era partita quasi tre settimane fa, nel più totale anonimato.
E’ tornata in patria con un record che potrà essere solo eguagliato.
Il suo nome rimarrà per sempre impresso nella storia dei giochi olimpici.
Pazzesco.
Chiusa questa parentesi, torniamo al salto con gli sci.
Nell’edizione attualmente in corso, sono due gli italiani che sono riusciti a strappare il pass per Pechino: il clesiano (in quanto nato a Cles in provincia di Trento, capoluogo della Val di Non) Giovanni Bresadola (che è stato purtroppo in grado di entrare nella finale di domenica del trampolino normale individuale maschile) e la vipitenese Jessica Malsnier (che invece nella finale di sabato scorso è riuscita a entrare, finendo tuttavia nelle retrovie).
Esperienza, in vista delle prossime olimpiadi che si disputeranno nel nostro paese.
Forse non tutti sanno che questo sport (unitamente proprio al biathlon) è una delle discipline in cui la componente metereologica può incidere, e non poco, sul regolare svolgimento dell’evento.
A Pechino è stato creato un apposito centro meteorologico in grado di ricevere in tempo reale informazioni provenieti da tutti gli indicatori collocati (anche) nel Centro Nazionale del Salto, che consentono ai meteorologi di stilare costantemente previsioni aggiornate da riferire al comitato organizzatore, che ha la possibilità di decidere se riprogrammare o meno un evento grazie a previsioni del tempo a distanza di soli 10 minuti circoscritte alla precisione in un raggio di 100 metri da un punto determinato.
In particolare, il ruolo del vento può essere davvero determinante nelle gare di salto con gli sci: quello contrario, infatti, aiuta l’atleta a rimanere più in alto grazie alla portanza che hanno gli sci e il corpo, mentre quello che soffia alle spalle del saltatore lo spinge verso il basso.
E proprio la direzione e la velocità del vento (che noi telepcsportdipendenti possiamo percepire grazie a una serie di anemometri collocati dal dente del trampolino fino al termine della zona di atterraggio) viene trasformata attraverso un algoritmo in punti che vengono aggiunti o sottratti al punteggio finale attribuito all’atleta.
IL CASO DI FATIH ARDA IPICIOGLU
Dal salto con gli sci arriva la storia olimpica di oggi, della quale, alle nostre latitudini nessuno ha parlato.
E’ quella di Fatih Arda Ipicioglu, un atleta che nei giorni scorsi è stato al centro di un caso diplomatico internazionale.
Fatih è nato a Erzurum, una città con oltre trecentomila abitanti ubicata nell’est della Turchia, ed è stato il primo atleta turco ad andare a punti nelle gare di coppa del mondo, a qualificarsi per il prestigioso torneo dei quattro trampolini nonché, ovviamente, a rappresentare il proprio paese ai giochi olimpici.
Prima, a Pyeongchang quattro anni fa, poi ai giochi olimpici di Pechino.
Anche lui è rimasto fuori dai 30 atleti che si sono giocati la possibilità di vincere il titolo olimpico nel trampolino normale individuale maschile, ma il suo nome è balzato alla cronaca dei media per aver indossato durante le qualificazioni di sabato scorso un paio di sci blu su cui era stampata una mezzaluna e una stella bianca (che sono presenti anche sulla bandiera turca, ma con lo sfondo rosso).
Secondo le malelingue, il design sarebbe stato utilizzato per mandare al mondo un messaggio di sostegno alla comunità uigura cinese, la cui bandiera è proprio di colore blu con una mezzaluna e con una stella bianca.
La regione cinese dello Xinjiang ospita infatti una minoranza uigura e centinaia di manifestanti della comunità uigura cinese si sono radunati a Istanbul proprio venerdì scorso (quando a Pechino si celebrava la cerimonia di apertura dei giochi) per chiedere il boicottaggio dei Giochi olimpici invernali e per esortare i partecipanti a parlare dei difficili rapporti fra questa popolazione e la Cina.
Si stima che circa 50.000 uiguri vivano in Turchia (la più grande diaspora al di fuori dell’Asia centrale) una nazione che ha stretti legami etnici, religiosi e linguistici con questa popolazione.
Ricordo che l’esposizione di qualsiasi simbolo politico o bandiera non ufficiale (quale quella della minoranza uigura, ad esempio) è severamente vietata alle Olimpiadi.
Domenica, cioè il giorno della gara, Fatih ha indossato semplici sci di colore blu senza alcun simbolo, e, a precisa domanda, ha risposto che il cambio di sci era dettato dall’utilizzo di materiali diversi per la competizione rispetto a quelli impiegati per la qualifica.
A oggi non è chiaro se l’atleta avesse intenzione o meno di fare una dichiarazione politica, o se sia diventato un inconsapevole protagonista a causa del colore dei suoi sci: “sono uno sportivo, faccio solo il mio lavoro, le altre cose non mi interessano, non è il mio lavoro“.
Oggi sarà di nuovo in gara: vedremo con quali sci.
LE GARE DA NON PERDERE DOMENICA 13 FEBBRAIO
Per noi telepcsportdipendenti la giornata olimpica di domani inizia prestino (3,15) per assistere alla prima manche dello slalom gigante maschile che vede tra i favoriti il nostro Luca De Aliprandini.
Un riposino di un paio di ore al termine della prima manche e poi via con la seconda (6,45) per proseguire senza soluzione di continuità (ore 8,00) con la staffetta 4×10 km maschile di sci di fondo (storica è la rivalità con la Norvegia, attualmente in un altro pianeta, ma chissà che i nostri atleti non riescano a compiere il miracolo di salire sul gradino più basso del podio), leggendo la puntata #12 di undòujiāngdaPechino (ore 9,00).
Dopo di che (ore 10,00) tutti, ma proprio tutti, a tifare per Dorothea Wierer la quale grazie al terzo posto di ieri può ambire a qualcosa di epico, anche se la norvegese Marte Olsbu Roeiseland pare per davvero imprendibile.
Durante il pranzo della domenica, infine, tutti a tifare per il quartetto di Arianna Fontana e compagne (12,44) e Pietro Sighel (13,14) tutti impegnati nello short track.
Stay tuned!
P.S.: un’altra sconfitta per la squadra maschile di curling dell’Italia, mentre le mie Garlic Girls, dopo la sconfitta iniziale, hanno battuto ieri per 9 a 7 la Gran Bretagna! Nathan, invece, ha chiuso al 19mo posto la gara di skeleton disputatasi ieri. Peccato.
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.
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