Inizia bene decisamente bene il cammino dell’Italia nel torneo misto di Curling: al termine, difatti, di un match equilibrato (nonostante il risultato finale pare dire il contrario) caratterizzato da molti errori da entrambe le parti Stefania Constantini e Amos Mosaner sono riusciti a imporsi per 8 a 4 sulla coppia statunitense.
Scrollatisi di dosso l’emozione del debutto (sempre un’emozione sentire lo speaker, in questo caso del National Aquatics Centre di Pechino, scandire per la prima volta dopo lungo tempo il classico: “representing Italy”) i nostri portacolori sono scesi di nuovo sul ghiaccio nella seconda gara del round robin, questa volta contro il battibeccante duo svizzero (forse perché la coppia elvetica si è riunita sul ghiaccio dopo aver interrotto la propria relazione sentimentale?!), che ieri aveva perso un rocambolesco match inaugurale contro i padroni di casa della Cina al termine di un lancio supplementare.
Nella giornata di ieri si sono anche disputate le prime due prove di allenamento dello slittino maschile, durante le quali i nostri tre rappresentanti hanno ben figurato, concludendo difatti la prima discesa ai primi tre posti, mentre nella seconda prova Dominik Fischnaller ha fatto registrare un ottimo tempo (non dico nulla per scaramanzia), confermando le buone sensazioni con la pista della vigilia.
Oggi appuntamento per la terza e la quarta prova di allenamento e le premesse in vista di domenica (giorno in cui verrà assegnato il titolo olimpico) sono decisamente buone.
IL FREESTYLE
E sempre in attesa che il sacro fuoco di Olimpia accenda il braciere dello stadio nazionale di Pechino denominato per la sua forma “Nido d’Uccello”, prenderanno il via tra poche ore le qualificazioni del freestyle, chiamato anche sci acrobatico, introdotto ai giochi olimpici nell’edizione di Albertville del 1992.
Da oggi andranno difatti in scena presso il Big Air di Shougang, situato nel distretto di Shijingshan a Pechino, le gare maschili e femminili di una delle specialità del freestyle, denominata Moguls (cioè Gobbe), che, purtroppo, non vede italiani al via (5 sono gli atleti che schiera l’Italia nel freestyle, ma in altre specialità, lo Slopestyle, il Big Air e lo Ski Cross: Silvia Bertagna, Simone Deromedis, Leonardo Donaggio, Lucrezia Fantelli e Jole Galli), disciplina, i Moguls nella quale gli sciatori scendono lungo una pista con un percorso costituito da una serie di gobbe intervallate da salti, percorso che ogni atleta affronta cercando di abbinare la velocità della discesa con la qualità del salto.
Forse non tutti sanno che sono venti, finora, le nazioni che sono andate a medaglia nel freestyle (anche in questa specialità purtroppo nessun italiano è mai salito sul podio), tra le quali anche l’Uzbekistan.
LA STORIA DI LINA CHERYAZOVA
Ed è proprio dall’Uzbekistan e da una delle specialità del freestyle (l’aerials: cioè quella in cui gli atleti eseguono salti che consentono loro di effettuare capriole e torsioni) che arriva la storia olimpica di oggi: quella di Lina Cheryazova, la strafavorita per vincere la medaglia d’oro a Lillehammer nel 1994 sulla scia del titolo iridato vinto l’anno prima ad Altenmarkt im Pongau e della striscia aperta rappresentata da cinque vittorie nella Coppa del mondo di specialità.
Ma durante un allenamento proprio a Lillehammer pochi giorni prima della gara Lina ha un incidente e perde conoscenza: i medici le sconsigliano di gareggiare, ma l’atleta uzbeka sente che ha davanti a sé un’occasione irripetibile, quella che sognava da bambina, e decide di essere regolarmente al via il giorno delle qualifiche, che supera arrivando (soltanto) dodicesima, l’ultimo posto utile per accedere alla finale.
Pur in pessime condizioni di salute, riesce a scendere in pista il giorno della finale, aggiudicandosi la medaglia d’oro, così da far salire per la prima (e finora unica) volta l’ex repubblica sovietica sul podio delle olimpiadi invernali.
Ma nel momento in cui Lina decide di condividere la felicità con la propria famiglia (all’epoca le comunicazioni erano ben diverse rispetto a quelle attuali…) le arriva una doccia davvero gelida: al telefono le dicono che sua mamma se ne è andata tre settimane prima del giorno della finale a seguito di un grave incidente sul lavoro, esprimendo come suo desiderio quello di informare la figlia solo al termine della competizione olimpica per la cui partecipazione aveva lottato tanto proprio per cercare di realizzare il sogno che aveva da bambina.
La carriera sportiva di Lina si è in pratica interrotta in quel momento, quando in pochi attimi è passata da un’irrefrenabile gioia a un tremendo dolore: poche settimane dopo, difatti, è rimasta vittima di una rovinosa caduta dopo un salto, che le ha precluso di continuare a praticare a livello agonistico questa disciplina.
Ma il suo nome, a distanza di 28 anni, è ancora lì, inciso nella storia delle Olimpiadi invernali e in quella dello sport di una repubblica che è nota più per le moschee, per i mausolei e per i tanti luoghi legati alla via della seta, che per gli atleti che riescono a qualificarsi per i giochi olimpici invernali.
LA DELEGAZIONE UZBEKA A PECHINO 2022
Basti pensare che quest’anno la delegazione uzbeka presente a Pechino (la quindicesima durante la sfilata) sarà composta da un solo rappresentante, lo sciatore Komiljon Tukhtev (unico atleta del suo paese al via anche in questa edizione, dopo che è stato l’unico anche quattro anni fa in Corea!) del quale sono sicuro che nessuno Vi parlerà alle nostre latitudini, ma che ha catturato l’attenzione di chi, come me, si è prefisso di raccontare un qualcosa di cui gli altri non parlano.
Per cui: forza Komiljon, chi legge queste righe non potrà tra qualche giorno non tifare anche per Te durante la gara di slalom gigante maschile in programma domenica 13 febbraio!
Appuntamento a domani, il grande giorno dell’apertura ufficiale dell’edizione numero 24 dei giochi olimpici invernali.
Stay tuned!
Wenner Gatta | Avvocato e appassionato dal 1978 di ogni tipo di sport, visto, si badi bene, dalla privilegiata posizione del proprio divano di casa. Dal 2020 socio dell’associazione Nicolodiana e Salvadoriana telepcsportdipendenti. Il suo motto è: “Perché seguire solo un evento sportivo, quando se ne possono vedere tanti contemporaneamente?”. Da marzo 2021 cura settimanalmente sulle pagine di Sport In Media la rubrica “Ultra Slow Mo” dove cerca di raccontare ciò che non si vede dello sport in TV.
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